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Carini:
Feste, Tradizioni, Eventi culturali |
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Carini è un paese ricchissimo
di tradizioni festive che si collegano all'antico vissuto di
culture che attraversano l'evolversi di una economia multipla:
dalla pesca all'agricoltura alla pastorizia, con interessanti
aperture alla pratica artigianale e al commercio dei prodotti
creati nel territorio. Al tempo stesso, la rinascita di un
impegno artistico - culturale forte ha consentito dì attuare un
vasto programma di eventi d'arte e di spettacolo di proiezione
internazionale nel quadro degli scambi fra culture del mondo
mediterraneo.
Il sentimento religioso
del popolo carinese è stato sempre molto fervido anche se
intersecato da una componente di forte spettacolarità. La
ritualità della festa continua ad avere comunque un assetto
sacrale, anche quando si entra nella sfera del "laico". In
questo senso, il Carnevale, prima espressione del
calendario festivo, mantiene, il suo carattere di cerimonialità
implicitamente propiziatrice di benessere per la comunità. Un
vecchio fantoccio, detto "nannu", raffigurante il capro
espiatorio della comunità viene bruciato fra il clamore delle
tante maschere in un rito di millenaria memoria. Un tempo, come
ideale estensione della baldoria nelle strade, si addobbavano i
saloni delle case con maschere e stelle filanti alle pareti. Il
padrone di casa era solito invitare parenti, amici e vicini di
casa. I "mascarati" si travestivano utilizzando abiti vecchi e
trasandati, divise, vestaglie, cappelli ecc. o indossando pelli
di capra con maschere di cartapesta. Giravano di sala in sala
beffeggiando le persone; alla fine veniva offerto loro, vino,
olive, pane, frutta ecc. Di questa tradizione, in parte
attenuata, sono in corso interessanti forme di riattualizzazione.
In ambito devozionale, la
prima espressione forte è legata alla festa di San Giuseppe.
Alla vigilia vengono allestite le cosiddette "tavolate",
cioè tavole imbandite con cibi di ogni genere ad eccezione della
carne. Il pranzo è preparato per la "Sacra Famiglia",
rappresentata da tre poverelli con costumi tradizionali. La
gente accorre a visitare le tavolate realizzate nei diversi
rioni del paese per ricevere in dono il pane benedetto. Per
allietare la giornata vengono organizzati dei giochi in piazza;
fra questi, "u iochu ri pignateddi" che consiste nel rompere,
bendati, con il bastone, le pentole di terracotta posti su un
filo in alto. Ogni pentola contiene pane, pasta, topi, soldi
spiccioli, farina, talco, ecc. Il gioco del palo invece è un
albero della cuccagna in denaro.
Con la Domenica delle Palme
hanno inizio le celebrazioni della Settimana Santa. Nelle prime
ore del mattino la "Congregazione dei 33" procede cantando
litanie alla Madonna. Nella tarda mattinata ha luogo la
processione e la benedizione delle palme. Negli ultimi anni è
stata ripresa l'antica rappresentazione della Via Crucis,
un'azione figurata che teatralizza in modo molto suggestivo lo
spazio scenico urbano. Il giovedì della Settimana Santa nelle
chiese si dispongono sugli altari i "Sepolcri": piatti di
frumento germogliato e petali di fiori raffiguranti simboli
eucaristici; visitati dal popolo dopo aver assistito alla
funzione religiosa della "ultima Cena". Il venerdì sera si può
assistere alla processione del Cristo Morto e dell'Addolorata,
chiamata "Sulità" I simulacri vengono portati a spalla dalla
"Congregazione dei 33", secondo una consuetudine certamente
datata a partire dal 700. In questa occasione la Congregazione
dello Spirito Santo, di cui fanno parte tutte le maestranze, in
abito scuro precede la bara del Cristo. La preparazione dei due
simulacri è affidata alle donne nubili. Secondo antica
tradizione, le bambine del paese sono vestite da " monachine" e
da" Addolorata ". Nelle case si preparano dolci tradizionali
detti "cannateddi", ossia pasta frolla con uovo sodo al centro,
decorata con glassa.
La festa della Ascensione
era detta "a sceusa". In questo giorno gran parte delle famiglie
si recava in campagna a festeggiare. La notte precedente, ancora
qualcuno accende sul balcone o sul davanzale della finestra un
cero, quasi ad illuminare la via del cielo, mentre petali di
rose vengono immersi in ciotole d'acqua.
La festa del Corpus Domini
era animata da una singolarissima tradizione: la grande piazza
del Duomo si trasformava in un suggestivo teatro che accoglieva
un gran numero di simulacri provenienti da diverse chiese e
conventi. Ancora oggi tuttavia, la processione del SS.
Sacramento sosta presso suggestivi altari preparati nei
crocicchi delle vie dal popolo stesso, mentre lunghe teorie di
teli bianchi stesi sulle strade costituiscono un elemento di
notevole cattura visiva. Si tratta uno spettacolo a spazio
totale in cui la città ripropone puntualmente la sua vocazione
scenico - devozionale.
San Vito, un tempo
patrono della città, veniva festeggiato con funzioni religiose,
concerti bandistici, e fuochi d'artificio. Il 26 settembre è la
festa dei santi Cosma e Damiano; un appuntamento
importante, in cui i pescatori diventano protagonisti.
Indossando un costume bianco con cintura rossa e un fazzoletto
multicolore al collo, hanno il privilegio di portare la vara
processionale eseguendo dei movimenti rituali in forma di danza.
La festa più importante per i
Carinesi è tuttavia quella del SS. Crocifisso, (14
settembre), che ha una durata di tre giorni. In tale occasione
si svolgono corse di cavalli, concerti musicali, Vespri e
processione del miracoloso Crocifisso in legno su croce d'agata.
Il Crocifisso ligneo che viene portato in processione è di
autore ignoto del '500.
Su questo simulacro rimane ancora la memoria di uno "strano"
miracolo secondo il quale la testa non ancora creata
dall'artista, apparve improvvisamente definita, una mattina,
senza che nessuno avesse provveduto a realizzarla. Sul corpo di
questa statua i devoti sono soliti strofinare della bambagia
alla quale attribuiscono virtù terapeutiche.
Dopo la suggestiva processione
dell' Immacolata (8 dicembre), l'appuntamento festivo
conclusivo è quello collegato alla celebrazione del Santo
Natale.
In questa occasione Carini esprime il massimo della sua
teatralità urbana. Gli assi di parata della Città e la sua
grande piazza diventano palcoscenico multiplo di
teatralizzazioni aperte alla partecipazione di individualità ed
associazioni artistico - culturali. Vi sono esibizioni di canti
corali, azioni itineranti, movimenti coreutici, pantomime,
interventi drammaturgici, in un rapporto osmotico con gli
interni delle chiese e i chiostri.
Contiguamente al centro
storico, il borgo medioevale che circonda il castello si anima
con un suggestivo presepe vivente, nel corso del quale le
botteghe artigiane ripropongono antichi mestieri, mentre negli
slarghi vengono offerti ai visitatori prodotti tipici del
territorio. Il castello a sua volta diventa meta per i turisti
che hanno modo di apprezzare eventi espositivi di particolare
interesse artistico.
Per quanto riguarda gli eventi
culturali, in coincidenza con la riapertura del Castello,
Carini si pone come vera e propria vetrina dell'identità sia
nell'estensione siciliana e mediterranea, che in quella che
attraversa le più diverse etnie del mondo. Si tratta di mostre
documentarie e di artigianato, di degustazioni di cibi esotici e
di testimonianze vive di culture molteplici.
Carini, in questo modo, assume
il ruolo di crocevia intercontinentale di civiltà diverse, come
è giusto che sia in un luogo che legittimamente si propone come
terrazza sul grande mare antico. L'intensa programmazione delle
mostre si apre tuttavia, anche a riferimenti all'arte
contemporanea, e ad appuntamenti periodici con performance
aperte alla partecipazione dei visitatori.
Sul piano degli eventi di
spettacolo, Carini partecipa al progetto promosso dall'Istituto
Internazionale del Teatro Mediterraneo di Madrid dal titolo "il
mito e le isole del Mediterraneo"; mentre, alla memoria storica
del castello si ispirano una serie di iniziative sul tema della
vicenda d'amore della "Baronessa di Carini".
Del resto
viene organizzato dal 2002 un
Festival Internazionale di Teatro e
Spettacolo fra Medio Evo e Rinascenza.
L'antico borgo contiguo al
Castello a sua volta è sede di una fiera-mercato e di un
laboratorio di manufatti collegati alla riscoperta della
tradizione dell'epoca. Per gli appassionati del settore, a
Carini ha luogo anche un
Festival Jazz (1^settimana
di Luglio) di risonanza internazionale, mentre lo splendido
teatro all'aperto di Villa Belvedere gestito dal Centro Kolbe
accoglie prevalentemente grandi eventi del Teatro lirico e della
musica sinfonica, oltre che rappresentazioni di primarie
compagnie di prosa e di operetta.
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