Sclafani Bagni, paese antichissimo le cui
origini si perdono nella notte dei tempi, contiene già nella
denominazione la sua peculiarità distintiva rispetto agli altri
paesi del Parco delle Madonie. La acque termali, note sin
dall'antichità, costituiscono una risorsa unica che potranno
essere fondamento per uno sviluppo turistico di qualità che
funga da traino per tutta l'economia locale.
L'impianto urbanistico ancora intatto, il
patrimonio monumentale e storico-artistico di tutto riguardo si
sommano a una ricezione agrituristica di grande livello che si
collega alla genuinità dei prodotti della terra e
dell'allevamento di cui Sclafani Bagni va giustamente
orgogliosa.
Tutto ciò, assieme allo spirito di
accoglienza degli sclafanesi, costituisce motivo valido perché
il viaggiatore includa Sclafani Bagni nel suo itinerario.
Con il silenzio delle sue linde stradine,
vicoli e cortili e la quiete della sua campagna profumata,
Sclafani Bagni saprà essere scoperta carica di fascino per chi
vorrà passare qualche lontano dal frastuono e dal caos della
vita cittadina.
il
Sindaco
Le
origini di Sclafani Bagni sono molto antiche e altrettanto
incerte. Alcuni storici hanno identificato l'odierno centro
abitato con il sito dell'antica Ambica, citata da Diodoro
Siculo nel contesto di episodi bellici avvenuti nel IV secolo
a. C.
La città sarebbe poi stata denominata
Aesculapii fanum in relazione alla presenza di sorgenti
termali, sacre al dio Esculapio.
In realtà, anche se è molto probabile
un'esistenza del centro in epoca molto antica per la sua
naturale vocazione difensiva, mancano, fino a oggi, idonei
riscontri archeologici che possano confermare tali ipotesi.
Bisogna così risalire fino al 938 per avere
certezza documentaria (Cronaca di Cambridge) dell'esistenza
del centro che allora, epoca della dominazione musulmana della
Sicilia, era denominato 'Isqulafmah'.
Successivamente Sclafani conosce le varie
dominazioni avvicendatesi in Sicilia: Normanni, Svevi,
Angioini. Il centro perviene a nuova importanza durante il
regno aragonese, quando il conte Matteo Sclafani, uno dei
principali protagonisti della vita del Regno di Sicilia, dota
la cittadina di cinta muraria, in parte ancora esistente, e
rafforza le strutture difensive consolidando il castello, che
oggi appare ancora come un vero nido d'aquila in posizione
imprendibile.
Al periodo medievale risale la Chiesa Madre
che, oltre a interessanti opere d'arte figurativa e
decorativa, conserva uno stupendo sarcofago greco-romano
riutilizzato in epoca medievale come tomba dei signori di
Sclafani. Nel Settecento proprio il sarcofago indusse Jean
Houel ad includere Sclafani nel suo Grand Tour. Nel periodo
del feudalesimo la vastissima Contea di Sclafani è passata ad
alcune delle principali famiglie del Viceregno, come i Prades,
i Rosso, i Luna e i Moncada.
Cosi, anche con il concorso dei suoi
cittadini più sensibili, Sclafani si arricchisce di alcune
importanti istituzioni come il Monte di Pietà e l'Ospedale,
l'Accademia letteraria della Pace, il monastero femminile di
clausura di Santa Chiara e numerose chiese.
In epoca moderna, il territorio della contea
di Sclafani è stato smembrato con il sorgere, in feudi a esso
pertinenti, di alcune "città nuove": Valledolmo,
Alia e Aliminusa.
A caratterizzare il territorio sclafanese
sono le acque termali, note sin dall'antichità. Ricche di
proprietà terapeutiche, utilizzate in moderne e idonee
strutture di accoglienza, potranno costituire una svolta per
il rilancio turistico ed economico di Sclafani Bagni.
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