Nell'antichità, 
              a causa del clima caldo dei paesi del Mediterraneo il pesce, nella 
              maggior parte dei casi, era sottoposto a processi di conservazione 
              tramite, in un primo tempo, l'essiccazione, e poi l'affumicamento 
              e la salagione. 
						Nell'antico Egitto la pesca ebbe un ruolo 
              importante anche se secondario, tra i mezzi di sussistenza; 
              l'acquisizione di nuove tecnologie consentì di pescare anche in 
              acque profonde e ben ossigenate dove viveva una maggiore quantità 
              e varietà di pesci. Per gli Egizi l'importanza del pesce e della 
              pesca è testimoniata dalla frequenza con la quale tale attività è 
              riprodotta nelle scene che decorano alcune tombe di privati 
              cittadini. Nell'antica Grecia il pesce veniva venduto nell'Agorà, 
              luogo principale della vita pubblica, abitualmente fresco, in 
              salamoia o affumicato. 
						Tra i pesci più conosciuti c'era il tonno, 
              famoso quello di Siracusa, che in una ricetta del tempo veniva 
              gustato tagliato a pezzi e arrostito, insaporito con olio e sale, 
              e marinato in una salamoia piccante. Nell'Etruria la pesca era 
              considerata, quasi al pari della caccia, una delle attività più 
              prestigiose destinata ai maggiorenti, ai "vip"della città. 
						Gli 
              Etruschi
              pescavano i polpi, le aragoste e i tonni che si avvicinavano alle 
              coste nei mesi estivi, attirati dalle acque più ricche di 
              nutrimento. 
						I Romani apprezzarono più tardi il gusto del pesce che 
              divenne una delle più ricercate pietanze del tempo. I patrizi,
              infatti, fecevano a gara per organizzare banchetti con i migliori 
              prodotti ittici, dalle orate alle triglie, dalle ostriche alle 
              aragoste: tutte le specie venivano mantenute vive fino all'ultimo 
              momento. Nella cucina romana il pesce si consumava lessato, 
              arrostito e anche fritto ma sempre accompagnato da salse di cui vi 
              era una grande varietà. Gli organi del governo di Roma si 
              occupavano spesso del costo del pesce, delle forme di 
              distribuzione e dei modi di trasformazione per consentirne la 
              conservazione. 
						Nel Medioevo il calendario liturgico, stabilendo la 
              distinzione fra giorni di "grasso" e di "magro", aveva fortemente 
              condizionato il rapporto fra gli uomini e il cibo.
						Mentre nella gastronomia antica il pesce era un oggetto 
              desiderato, nel Medioevo, al di là dell'apprezzamento e dell'uso 
              effettivo da parte della gente, il pesce diventò il simbolo della 
              dieta quaresimale e in particolare della dieta monastica.
						
						Come si riconosce il pesce fresco?
						PESCE FRESCO
						Odore tenue, marino, gradevole
Aspetto generale  brillante, metallico iridescente
						Corpo rigido, arcuato 
Squame aderenti 
						
Pelle dai colori vivi, cangianti 
Occhio in fuori, cornea trasparente, pupilla nera 
                  		
Branchie rosee o rosso sangue, prive di muco
						Carni compatte, elastiche bianche o rosee 
                  
Costole e colonna aderenti alla parete addominale e ai muscoli dorsali
						PESCE NON FRESCO
						Odore acre, sgradevole 
                  
Aspetto generale smorto senza riflessi 
Corpo flaccido molle 
                  		
Squame non aderenti 
Pelle dai colori spenti 
                  		
Occhio infossato nell'orbita, cornea lattiginosa, pupilla 
              grigia 
Branchie giallastre, mucolattiginose  
						Carni molli, friabili con bordo giallastro 
						Costole e colonna non aderenti 
                  
						Come si conserva?
Il pesce è un alimento facilmente deteriorabile, per questo è 
              essenziale conservarlo nel migliore dei modi e consumarlo nel più 
              breve tempo possibile. Se acquistato fresco è opportuno 
              conservarlo, al massimo per un paio di giorni, in frigorifero o 
              anche congelarlo.
Nel riporlo in frigorifero, dopo averlo lavato e sviscerato 
              accuratamente, è buona regola coprirlo con un foglio di alluminio 
              o di plastica per evitare che si asciughi troppo. Se volete 
              congelare del pesce fresco, ricordatevi di pulirlo accuratamente e 
              di confezionarlo negli appositi sacchetti dove è consigliabile 
              apporre un'etichetta con la data di congelamento.
						CONSIGLI E INFORMAZIONI SULLE SPECIE PIÙ COMUNI
						
						
						CAPONE O COCCIO
						Il coccio è un pesce dal capo grosso con il corpo che si restringe 
              fino alla coda. Bruno rosso sul dorso, si schiarisce man mano 
              scendendo sui fianchi, fino al bianco del ventre; si possono 
              notare macchie viola e gialle sulle pinne pettorali che si 
              allargano a ventaglio. Le dimensioni tipiche sono di 25 cm con 
              punte fino a 55 cm. Vive in fondali fangosi e sabbiosi fino ai 500 
              m; ha un particolare modo di spostarsi usando alcuni raggi delle 
              pinne pettorali poggiati sul fondo, come se fossero zampe. E' 
              diffuso nel basso Adriatico, Ionio e Tirreno meridionale, viene 
              pescato a strascico e con tremagli ma è anche una buona preda per 
              le lenze di profondità. Le carni, sode e saporite, sono molto 
              apprezzate.
						
						CEFALO
						Il cefalo è un pesce dal corpo fusiforme, con testa abbastanza 
              grande, di colore grigio scuro con riflessi azzurro verde sul 
              dorso e fianchi e ventre argentei. Può raggiungere i 4 kg di peso 
              e una lunghezza di 60 cm ma le dimensioni più frequenti sono sui 
              20/30 cm. Ha un habitat molto vario, dalle coste fangose, sabbiose 
              e rocciose al mare aperto, alle acque salmastre. La presenza di 
              tessuto adiposo nella zona palpebrale lo distingue dalle altre 
              specie di cefali come il lotregano, il botolo, la verzelata e la 
              bosega. Pescato molto in Veneto, Sardegna e Toscana con reti da 
              traino pelagico e nei lavorieri all'uscita delle valli da pesca. 
              Ha sapore vario a seconda della zona in cui è vissuto, molto 
              apprezzati gli esemplari pescati negli stagni sardi.
						
						CERNIA
						La cernia ha una caratteristica bocca ampia più sporgente nella 
              parte inferiore, il corpo è bruno rossiccio con le caratteristiche 
              macchie chiare grigio-gialle che distinguono gli esemplari 
              giovani. E' uno dei nostri pesci più longevi (può arrivare fino a 
              50 anni) e grossi, perché se i più comuni misurano tra 20 e 50 cm, 
              non è raro trovarne di 1 metro. Predilige i fondali rocciosi tra 
              gli 8 e i 400 m dove trova più facilmente le grotte e gli anfratti 
              nei quali ama vivere e cacciare. Si nutre di molluschi, crostacei 
              e pesci. E' pescata
              con tremaglioni, palangari di profondità e reti a strascico ma è 
              anche una delle prede più ambite dai sub. Molte cernie presenti 
              sul mercato sono importate fresche o congelate: la lucentezza 
              dell'occhio e della pelle è indice di freschezza.
						
						DENTICE
						Il dentice ha un capo massiccio, il corpo è robusto di forma 
              ovale, piuttosto alto
              e compresso ai lati. Ha una bocca ampia dotata di 4/6 grossi denti 
              canini per ogni mascella; pinne pettorali lunghe e appuntite, coda 
              a lobi a punta. La colorazione è grigio-azzura, iridescente sul 
              dorso con macchie scure sui fianchi soprattutto al di sopra della 
              linea laterale. E' lungo circa 30 cm ma può raggiungere il metro 
              di lunghezza e i
              12 kg di peso. La pesca viene effettuata con lenze da fondo e 
              trainate e con reti da posta, lungo tutte le coste italiane. 
              Esemplari congelati, pescati nel versante atlantico dell'Africa, 
              vengono regolarmente immessi sul mercato, ma osservando 
              attentamente la lucentezza dei colori e dell'occhio, che non deve 
              essere incavato, potrete fare un'ottima scelta.
						
						MERLUZZETTO GIALLO
						E' un pesce della famiglia dei merluzzi, conosciuto anche col nome 
              di busbana, nelle Marche; è tondeggiante, ha tre pinne dorsali, 
              due anali e una pinna codale con orlo posteriore dritto o concavo, 
              ha muso breve e un barbiglio sulla mandibola; il dorso è grigio 
              bruno dai riflessi bronzei, i fianchi argentei ed il ventre 
              bianco. E' lungo tra i 20 e i 30 cm. Ci sono specie simili con cui 
              è bene non confonderlo: il merlano, che ha la stessa colorazione 
              ma il barbiglio molto piccolo e la seconda e terza pinna dorsale 
              distaccate fra loro e il potassolo più snello, senza barbiglio e 
              con tutte e tre le pinne dorsali ben distanziate. Si muove tra 
              fondali sabbiosi e fangosi, in branchi a caccia di piccoli 
              crostacei. Presente in tutto il Mediterraneo occidentale, nei 
              nostri mari è molto comune in Adriatico dove viene pescato con 
              reti a strascico. E' una specie con carni poco saporite e di 
              modesto valore commerciale. ,
						
						PAGELLO O FRAGOLINO
						Il pagello o fragolino, dal caratteristico colore rosso argentato, 
              ha un'unica pinna dorsale dai raggi duri e morbidi e pinne 
              pettorali a punta. E' un pesce ovale e lateralmente compresso, 
              dalle squame grosse e ben delineate. Lungo dai 10 ai 50 cm, può 
              raggiungere i 2 kg di peso. Lo si trova su fondi melmosi, 
              ghiaiosi, rocciosi e sabbiosi e più spesso vicino alla costa. E' 
              pescato con reti a strascico, da traino pelagico e da posta 
              soprattutto presso le coste della Sicilia e dell'alto Adriatico. 
              Ha carni magre e digeribili, sode e saporite.
						
						PESCE SAN PIETRO
						Il pesce San Pietro ha il corpo alto, ovale molto schiacciato sui 
              lati. Il capo è grosso j con profilo superiore obliquo e occhi 
              grandi posti vicino alla nuca. La bocca è protrattile "* provvista 
              di denti piccoli e conici; caratteristica è la pinna dorsale che 
              presenta lunghi filamenti e, come la pinna anale, ha numerose 
              spine. Le pinne pettorali sono piccole e le ventrali ben 
              sviluppate, la coda è tronca. E' di colore grigio dorato, più 
              scuro sul dorso e più argenteo sul ventre, presenta venature 
              gialle sui fianchi dove spicca una macchia tondeggiante bluastra 
              su ogni lato. Di lunghezza variabile fra i 30 ed i 40 cm, può 
              raggiungere i 60 cm. Non è un grande nuotatore e si sposta grazie 
              alle ondulazioni delle pinne. Nella caccia sfrutta soprattutto la 
              sua ampia bocca protrattile. Si trova principalmente in Adriatico 
              dove viene pescato con reti da posta, palangari di fondale e reti 
              a strascico. A volte se pescato sui fondali fangosi, perde alcuni 
              dei suoi pregi e non se ne apprezzano le carni che invece sono 
              conosciute per l'ottima qualità. Sui mercati si possono trovare 
              pesci San Pietro di provenienza estera. Nell'acquisto è 
              fondamentale fare attenzione alla freschezza che nel caso di 
              questa specie ha un indicatore preciso: l'occhio deve essere 
              sempre sporgente.
						
						RANA PESCATRICE
						La rana pescatrice ha un aspetto inconfondibile: testa appiattita 
              e allargata, corpo e tronco conico; bocca larga rivolta in alto. 
              Ha denti robusti acuti rivolti verso l'interno, la pelle è bruna 
              sfumata di viola a tratti verdastra e giallognola, il ventre 
              bianco. Può arrivare ad una lunghezza di 2 metri e un peso di 40 
              kg, ma è più frequente vederne esemplari tra i 20 e gli 80 cm. 
              Predilige i fondali sabbiosi, fangosi o detritici a partire dai 50 
              m fino oltre 1000 m di profondità. Passa il suo tempo semisepolta 
              sul fondale come molti pesci carnivori, in attesa che qualche 
              organismo venga attratto da una specie di esca carnosa che penzola 
              da un raggio della pinna dorsale. Viene catturata con reti da 
              traino, soprattutto in Sicilia, Adriatico e Tirreno ma si cattura 
              facilmente anche con palamiti di profondità e lenze da fondo. La 
              zona in cui è vissuta ne caratterizza il sapore: quelle 
              dell'Adriatico sono sode e dal gusto delicato, quelle pescate in 
              Sicilia possono avere un leggero sapore "di fango". Acquistarla 
              intera permette di osservare i parametri della freschezza 
              (lucentezza della pelle e dell'occhio), anche se nella maggior 
              parte delle preparazioni gastronomiche se ne usano solo dei tranci 
              della parte codale, la cosiddetta coda di rospo. 
						
						RAZZA
						La razza è una pesce cartilagineo dal corpo piatto con testa, 
              tronco e pinne pettorali fuse a formare un rombo che si prolunga 
              con la coda. Il muso è appena accennato e munito di rostro, gli 
              occhi sono entrambi sul dorso mentre inferiormente è posta la 
              bocca, provvista di denti, e le fessure branchiali. E' di colore 
              grigio o bruno sul dorso con macchie nere più o meno rade e a 
              volte gialline, il ventre è grigio bianco. La pelle del dorso e la 
              coda sono irte di spine. Normalmente ha dimensioni tra i 30 e gli 
              80 cm ma alcuni esemplari raggiungono 1 metro. Vive in tutto il 
              Mediterraneo su fondali sabbiosi e fangosi fino a 700 metri di 
              profondità e vi si adagia lasciando emergere solo gli occhi. La 
              pesca avviene con reti da posta, a strascico e con palangari di 
              profondità. Nel Mediterraneo sono presenti almeno 15 specie di 
              razza dalle dimensioni e caratteristiche organolettiche varie. Per 
              acquistare con sicurezza la razza, passatele un dito sul dorso 
              dove dovreste trovare alcune placche dure con una spina. Se la 
              razza è di grosse dimensioni una frollatura di 1/2 giorni in 
              frigorifero la rende più tenera.
						
						ROMBO CHIODATO
						Il rombo chiodato è un pesce piatto, di forma romboidale, quasi 
              tondo, la
              bocca è grande, con denti piccoli e appuntiti, gli
              occhi sono posti sullo stesso lato.
Il colore va dal bruno verde al grigio al bruno
              giallastro, ha una lunghezza massima di
              1 metro. Lo si trova nei fondali sabbiosi tra i 25 e
              gli 80 m dove cattura molluschi, pesci e crostacei
              grazie alle sue capacità mimetiche, che gli
              permettono di rimanere seminascosto nella
              sabbia fino all'arrivo della preda.
Si pesca con reti a strascico ma abbocca anche
              alla lenza. All'acquisto bisogna tenere presente
              che la massima parte proviene da allevamenti e
              questa specie quando allevata, è riconoscibile per
              la presenza di un taglio sul lato cieco
              presso la cavità viscerale effettuato dai
              produttori per sviscerarlo.
I rombi di cattura sono abbastanza rari e con
              dimensioni diversificate.
						
						SARAGO
						Il sarago può essere di dimensioni variabili dai 18 ai 40 cm, ha 
              il corpo tondeggiante schiacciato ai lati; il colore tende al 
              bruno nella parte superiore per sfumare all'argento in basso, con 
              una caratteristica fascia nera in prossimità della testa e della 
              coda che distingue il sarago maggiore dalle specie simili. Le 
              pinne ventrali sono nere, le altre argentate. Predilige fondali 
              rocciosi o sabbiosi, le scogliere e lo si trova spesso in tane 
              presso moli o secche coralline. La riproduzione avviene in 
              primavera e si nutre di invertebrati. In Italia è presente ovunque 
              ma viene pescato soprattutto nel Tirreno (Sardegna e Sicilia) con 
              reti a strascico, reti da posta e ami. Si inizia ad allevare. E' 
              commercializzato fresco o congelato e gli esemplari freschi sono 
              molto apprezzati per le carni bianche e saporite.
						
						SCORFANO
						Esistono diverse specie di scorfani, con caratteristiche diverse. 
              Lo scorfano di fondale è robusto e leggermente compresso ai lati, 
              ha capo, bocca e occhi grandi, con le tipiche piccole spine, 
              mentre la pinna sul dorso ha grossi raggi spinosi. E' di colore 
              rossiccio più chiaro sul ventre e presenta bande rossastre sui 
              fianchi, le dimensioni variano da 15 a 35 cm. Lo scorfano rosa ha 
              la forma tipica degli scorfani, solo maggiormente allungata. Lo 
              scorfano nero è più tozzo ed ha una grossa testa ornata di spine e 
              creste, soprattutto
              intorno agli occhi. E' di colore nero-bruno e può avere macchie 
              chiare che creano un motivo a bande. Lungo da 10-15 fino a 24 cm. 
              Lo scorfano rosso è panciuto posteriormente e più sottile ai lati, 
              è molto robusto e tozzo con numerose spine e creste sulla grossa 
              testa. Ricoperto di squame dalle punte dentellate, ha una pinna 
              dorsale fatta di raggi spinosi e robusti e raggi molli che restano 
              piegati all'indietro. E' di colore fondamentalmente rosso.
						
						SOGLIOLA
						La sogliola è un pesce piatto, dal corpo molto compresso e dalla 
              caratteristica forma ovale, ha la testa piccola, il muso 
              tondeggiante ed entrambi gli
              occhi sul lato destro del corpo. Le sue dimensioni più frequenti 
              vanno dai 20 ai 30 cm. La
              pinna dorsale va dall'occhio superiore alla coda; la parte 
              superiore è di colore scuro
              tendente al bruno con macchie più o meno diffuse, quella inferiore 
              è il lato che poggia
              sul fondo e si presenta molto più chiaro.
Il colore è molto simile negli esemplari che vivono nella stessa 
              zona perché tende ad
              armonizzarsi col fondale. Si adatta a gradi di salinità diversa: 
              in giovane età è presente
              vicino alle foci dei fiumi per spostarsi, nella crescita, nei 
              fondali più al largo.
Come predatore notturno si ciba di invertebrati e piccoli pesci, 
              mentre di giorno giace o si
              seppellisce nel fondale. E' oggetto di pesca diffusa ed è presente 
              soprattutto in alto e
              medio Adriatico dove viene catturata a traino con rapidi e 
              sfogliare, reti a strascico
              e tramagli. Le nostre sogliole sono molto pregiate poiché grazie 
              ad un'alimentazione ricca
              hanno carni molto morbide. I prodotti di importazione non hanno lo 
              stesso pregio, ma
              distinguerle è praticamente impossibile, anche se le dimensioni 
              troppo elevate possono
              creare un ragionevole dubbio sulla loro provenienza dai mari 
              italiani.
						
						SPIGOLA
						La spigola ha il dorso scuro, il ventre bianco e i fianchi 
              argentei. Il muso è appuntito, la bocca grande e la mandibola 
              prominente provvista di denti aguzzi. Comunemente raggiunge la 
              lunghezza di 50 cm ma può anche arrivare a 1 m di lunghezza e 10 
              kg di peso. Vive in fondali e gradi di salinità diversi, per 
              questo è possibile trovarla nelle lagune, e non è raro che risalga 
              i fiumi. L'alto Adriatico, la laguna di Orbetello e gli stagni 
              sardi sono i maggiori centri di pesca della spigola, che viene 
              effettuata con reti da posta e lavorieri che sfruttano le 
              migrazioni tra acque salate e dolci. Possiamo distinguere diverse 
              tipologie di spigole: le spigole selvatiche, che vivono in mare e 
              sono di ottima qualità anche se il sapore varia da zona a zona; le 
              spigole che vivono nelle lagune, nelle valli da pesca e negli 
              stagni sardi, che hanno un'alimentazione naturale e sono catturate 
              quando tornano al mare per la riproduzione. Infine vi sono le 
              spigole di allevamento.
						
						TRIGLIA
						Nei mari italiani vivono due specie di triglie. La triglia di 
              fango ha la testa grande i caratteristici barbigli sotto la bocca, 
              il corpo è allungato e leggermente compresso ai lati con pinne 
              dorsali corte. Ha squame facilmente staccabili ed è di colore 
              giallo rosato. Il colore può però subire variazioni in relazione 
              alla zona in cui vive. Misura generalmente fra i 12 e i 18 cm ma 
              alcuni esemplari possono raggiungere i 25 cm. Anche la triglia di 
              scoglio ha i due barbigli sotto la bocca ma il colore rosato e la 
              riga laterale rosso vivo la fanno distinguere facilmente dagli 
              altri esemplari, grazie anche alla testa arrotondata e alla 
              macchia dorata sulla prima pinna dorsale, molto visibile se il 
              pesce è fresco.
						RICETTE
						
						DENTICE ALL'AROMA DI PECORINO
						Ingredienti per 4 persone: 
1 dentice fresco di circa 1,5
              kg 
900 gr di patate, 
80 gr di pecorino grattugiato, 
4
              cucchiai d'olio extravergine d'oliva, 
3 spicchi d'aglio,
prezzemolo, sale e pepe.
						Preparazione: 
Pelate le patate e tagliatele a fettine non
              troppo sottili. Sciacquatele e asciugatele. Con l'apposito
              utensile o con la lama di un coltello, squamate
              il dentice; togliete anche le branchie e, con delle forbici
              robuste praticate un taglio dalla testa all'apertura anale
              e svuotatelo delle interiora. Lavatelo sotto l'acqua
              corrente, asciugatelo e insaporitelo con sale e pepe anche
              internamente. Tritate gli spicchi d'aglio con una
              manciatina di prezzemolo. Mettete la metà dell'olio sul
              fondo di una pirofila e distribuitevi la metà del trito di
              prezzemolo. Coprite con la metà delle patate, salatele e 
              spolveratele con la metà
              del pecorino. Sistematevi il dentice, spolveratelo con il resto 
              del prezzemolo e del
              pecorino e copritelo completamente con l'altra metà delle patate. 
              Insaporitele
              con sale e pepe, spruzzatele d'olio e mettete la pirofila nel 
              forno precedentemente
              scaldato a 200°C. Lasciate cuocere per circa tre-quarti d'ora e, 
              se le patate
              tendessero a bruciacchiarsi, coprite la pirofila con un foglio di 
              alluminio durante
              gli ultimi dieci minuti. Servite ben caldo nello stesso recipiente 
              di cottura.
						MERLUZZO AL PROFUMO DI MARSALA
						Ingredienti per 4 persone:
8 filetti di merluzzo fresco (800 gr), 
						
4 cucchiai di olio extra vergine d'oliva, 
                  
1 bicchiere di marsala 
              secco, 
1/2 cucchiaino di origano, 
2 cucchiai di pinoli, 
                  		
2 cucchiai 
              di prezzemolo tritato, 
2 limoni tagliati a spicchi, 
sale e pepe.
						Preparazione:
Lavate e asciugate bene i filetti di merluzzo. 
              Adagiateli in una pirofila con olio, sale, pepe, origano, 
              prezzemolo tritato e pinoli. Aggiungete il marsala. Scaldate il 
              forno a 180°C e infornate i filetti di merluzzo. Dopo 15 minuti 
              circa, toglieteli dal forno, adagiateli sul piatto da portata, 
              cospargetevi sopra la salsa di cottura, decorate con spicchi di 
              limone e serviteli ben caldi.
						Il testo di cui sopra è stato 
              tratto da un opuscolo del Ministero delle Politiche Agricole e 
              Forestali