La
tradizione musicale del Natale in Sicilia non è scomparsa
anzi è molto vivace; le Novene rappresentano in Sicilia non
solo religiosità e fede ma anche l’occasione per stare
insieme, fare festa in chiesa, per le strade in piazza.
Le Novene di
Natale, canto narrativo suddiviso in 9 parti che narrano le
vicende della natività sono eseguite per le 9 sere che
precedono il Natale, ad opera di un gruppo di musicanti che
suonano davanti ad edicole sacre addobbate con frutta,
alloro ed asparago ed eseguendo un vario e suggestivo
repertorio commissionato da devoti che alla fine offriranno
cibo e bevande a loro ed ai presenti; In diversi paesi,
vengono accesi dei falò per "quadiari lu Bammineddu".
A Monreale, diverse coppie di zampognari (ciaramiddari) si
esibiscono la mattina e la sera, dall’Immacolata
all’Epifania con la zampogna " a chiave", o a
Licata con quella "a paio" con il sostegno ritmico
del cimmulu (cerchietto) munito di piattini e sonagli.
La Novena da
Madonna, a Novena di Natali, l’Ottava dell’Epifania,
della Natività, dall’Annunciazione alla Nascita, alla
fuga in Egitto ed il Triduo (triinu), che conclude i tre
giorni dal 3 al 5 gennaio, sono alcuni degli antichi canti
proposti nelle novene; i brani più richiesti e
commissionati dai devoti sono Lu viaggiu dulurusu (lu
caminu di San Giuseppi), A la notti di Natali, Ninu Ninu lu
picuraru, Li tri re, Dinghi dinghi la campanedda, la Sarvi
Regina di Natali, e melodie strumentali come le Pasturali
che sono l’esito di scambi tra la musica dotta e quella
popolare; i Ballitti concludono le Novene. Temi ricorrenti
sono l’adorazione dei pastori, le ninna nanne al Bambino.
"Lu
caminu di San Giuseppi" è un lungo testo in quartine
di ottonari che narra le vicende evangeliche della nascita
di Gesù di cui fu autore un monaco monrealese Binidittu
Annuleri, pseudonimo del canonico Antonio Di Liberto. Dal
suo "Viaggio dulurusu di Maria Santissima e lu
Patriarca San Giuseppi in Betlemmi", nacquero nei
secoli molte varianti, diversi brani simili, con svariate
combinazioni vocali e strumentali.
Un’altra
interessante novena è attribuita a Giacomo D’Orsa,
celebre poeta popolare dei primi anni del Settecento, dal
titolo "Curteggiu di li pasturi a lu Santu Bambinu Gesù,
la ninna di la Gluriusa Virgini Maria"; da queste
discendono le numerose varianti riproposte ancora oggi.
Il Pitrè
testimonia di novene di Natale, eseguite con svariati
strumenti: friscalettu, scacciapensieri, violino,
contrabbasso e flauto. Alla fine dei canti, i cantanti
ricevevano il compenso. "Fari u firriatu" cioè
offrire ai suonatori ed ai presenti, vino, ceci, cucciddati,
uva passa e fichi secchi dai devoti.
"E’
nasciutu u Bammineddu: datici lu carrineddu!", o
"la nuvena è terminata, datici li cucciddata".
Il
contenuto delle Novene, i personaggi trovano origine molto
spesso, dai Vangeli apocrifi trasmessi nel tempo per via
orale.