In tempo di emergenza sanitaria, in cui non si possono festeggiare con eventi pubblici neppure i Santi Patroni, ed è giusto che sia così. PalermoWeb propone, proprio per non dimenticare le nostre tradizioni, l’elenco dei comuni della ex provincia di Palermo in cui viene di solito festeggiato il 19 marzo il Santo Falegname patrono della chiesa universale: San Giuseppe, festa del Papà !

Inoltre si precisa che in alcuni luoghi le cosiddette “vampe” non si effettuano più perché proibite, ma anticamente facevano parte del rito propiziatorio ed erano effettuate con il controllo delle confraternite ma negli ultimi anni si è visto che le stesse vampe venivano effettuate come atti delinquenziali e senza alcun controllo e ne veniva abusato il significato per cui sono state abolite. Però noi abbiamo deciso di mantenere la funzione simbolica ove venivano effettuate per tradizione.

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Alia: “Li Virgineddi”. Un tempo, quando la società feudale era ripartita fra persone molto ricche e persone molto povere, i ricchi per farsi perdonare dal Santo “il peccato” della ricchezza o per la “grazia ricevuta” organizzavano pranzi luculliani per i poveri, soprattutto per i bambini. “Li Virgineddi”, che vestivano di bianco. Oggi, l’uso del pranzo il giorno di San Giuseppe è praticato da qualche famiglia “per grazia ricevuta” ma i destinatari non sono più solo i bambini poveri.

Bagheria: le “cene” di San Giuseppe, patrono del paese (festa patronale in agosto)

Balestrate: festa di San Giuseppe con la preparazione degli “altari” presso le case dei devoti

Baucina: festa di San Giuseppe

Bisacquino: festa di San Giuseppe

Borgetto: le “cene” di San Giuseppe sono organizzate dai cittadini che per grazia ricevuta addobbano una stanza della loro casa con drappi bianchi dove viene realizzato un altare e vengono esposti pani di varie forme e tante altre pietanze da offrire ai bimbi poveri. Da un’antica casa del ‘600 parte una processione col caratteristico asinello tirato da San Giuseppe con la Madonna e il Bambino. Tale è la devozione dei borgettani che una simile ne viene svolta nella comunità di New York nel quartiere “Astoria”

Caccamo: la festa primaverile di San Giuseppe, in cui è facile individuare una dimensione pagana, di rinascita della natura, si celebra nella chiesa dell’Annunziata. Oltre l’offerta del pranzo ai poveri del paese, presenta due caratteristiche tipiche del luogo: “a scalunata”, in altre parole una ampia scala di ceri accesi che dall’altare maggiore raggiunge l’abside dove è deposto l’artistico simulacro del Santo; e “a rètina”, una sfilata di muli bardati a festa con pennacchi e campanelle, accompagnati dalle note della banda musicale, che vanno a raccogliere le offerte dei devoti per le strade del paese.

Campofelice di Fitalia: San Giuseppe è il patrono di diversi centri della provincia palermitana, fra questi figura anche Campofelice di Fitalia. Il Patriarca, awocato delle cause impossibili, protettore dei poveri, di chi soffre la fame e il freddo viene festeggiato il 19 marzo e il 23 agosto. In passato le persone benestanti allestivano nelle loro case mense ricche di pietanze, le “Tavulate”, che venivano consumate dai poveri del luogo, invitati per l’occasione. Tuttora in paese la tradizione del banchetto per la festa di San Giuseppe è molto sentita. Anche se vanno diminuendo le case dove i devoti vanno a recitare per un giorno il ruolo della Sacra Famiglia: San Giuseppe, Maria e Gesù. Continua a conservarsi anche l’antica devozione della preparazione della “pasta di San Giuseppe”: i bucatini conditi con le lenticchie. Alimento votivo che assume in questa festa un significato sacrale a cui la ricorrenza allude essendo legata al simbolismo del rinnovamento della natura. Inoltre, la preparazione del pasto a base di lenticchie, come in tutte le feste di origine agricola, ha anche un valore propiziatorio teso ad assicurare dei buoni raccolti e prosperità. Ad agosto, i momenti culminanti della festa patronale sono costituiti invece da due processioni: quella mattutina degli ex-voto, condotti a piedi scalzi o in groppa di cavalli bardati a festa, e quella serale, quando i devoti seguono in preghiera la “vara” del Santo per le vie del paese.

Campofelice di Roccella: le vampe di San Giuseppe e “u votu di li virgineddi”

Camporeale: vampe e tavolate di San Giuseppe

Carini: festa di San Giuseppe

Cinisi: la “vampa” di San Giuseppe in piazza (catasta di legna enorme da bruciare) e le “tavulate”

Corleone: le tavolate di San Giuseppe

Isola delle Femmine: festa di San Giuseppe con distribuzione dei pani benedetti e giochi antichi (corsa dei sacchi e pignate )

Lascari: festa di San Giuseppe e degli artigiani con mostra dei prodotti artigianali locali

Lercara Friddi: le Tavulate allestite nelle case con addobbi di alloro e tavole imbandite di pietanze tradizionali

Marineo: festa di San Giuseppe in costume per le vie del paese con la preparazione delle “tavulate”

Mezzojuso: il trapasso del Santo, patrono, è una suggestiva funzione che coinvolge tutto il paese. Nove lenti rintocchi di campana, il suono del tamburo e lo sparo dei mortaretti stanno appunto ad indicare il momento della morte del padre putativo di Gesù. Usanze intrise di grande suggestione che attestano l’importanza attribuita dalla cultura popolare a questo particolare evento. L’echeggiare per le vie del paese dei canti notturni, il “Mire Mbréma” greco il “Popule mee “latino, sono inoltre un costante invito alla preghiera e alla riflessione.

Monreale: le vampe di San Giuseppe per tutta la notte.

Montemaggiore Belsito: il “Padre dei poveri” prevede i “yirginieddi”, un pranzo dalla preparazione laboriosa che si svolge secondo riti e consuetudini “storiche” offerto, all’interno delle abitazioni, prima ai bambini e poi agli adulti attorno a lunghe “Tavolate” al cui capotavola troneggia, minuziosamente curato, l’altare dedicato al Santo. Tra i piatti tipici la pasta con finocchi e sarde, il riso con finocchi e lenticchie, le fritture di carciofi, cardi e broccoli, la “ghiotta”, i cannoli, la pignolata e le “sfince di San Giuseppe”.

Palazzo Adriano: festa di San Giuseppe con rito latino. La sera della vigilia molte famiglie imbandiscono delle tavolate fatte a guisa di altare ricchi di pane di varia forma e diverse pietanze, la cui simbologia è attinente all’attività di San Giuseppe e al suo ruolo di Patriarca.

Palermo, alcune edicole votive del centro storico:

Petralia Soprana: festa di San Giuseppe con il dono di pane tra i vicini di casa.

Prizzi: festa di San Giuseppe

Roccamena: “gli altari di San Giuseppe”, patrono del paese. Sfilata della banda comunale, lauti banchetti originariamente preparati per i poveri. Prevedono la preparazione di piatti tipici dell’arte culinaria siciliana: “pasta chi sardi”, “cassateddi”, “cucciddati” (pane benedetto per i poveri) e dulcis in fundo “cannola”

Roccapalumba: festa di San Giuseppe

San Cipirrello: Virgineddi e festa di San Giuseppe

Santa Cristina Gela: le Vampe e le Tavolate di San Giuseppe. La “tavolata” di San Giuseppe si svolge la sera nella piazza del paese, dove avviene anche il suggestivo rituale dello consumazione del pranzo in pubblico da parte della Sacra famiglia. In mattinata, i devoti usano preparare nelle loro case i pani, la cui particolarità è costituita dalla presenza della velatura di zucchero con ramoscelli di rosmarino. La distribuzione al pubblico avviene subito dopo la benedizione da parte del sacerdote. Il giorno della testa è preceduto dalla tradizionale accensione dei falò o “vampe” di San Giuseppe. Ma il momento di maggiore solennità è sempre quello della processione del Santo per le vie del paese.

Santa Flavia-Porticello: festa di San Giuseppe.

Sciara: festa di San Giuseppe. Una caratteristica tradizione sciarese è rappresentata da “i Virgineddi”. II 19 marzo, giorno di San Giuseppe, le famiglie che hanno ricevuto una grazia dal Santo, offrono nella loro casa, aperta a tutti per l’occasione, un pranzo ai bambini del paese (da qui il termine virgineddì). Tra questi ne verranno scelti tre che andranno a rappresentare la Sacra famiglia. Il pranzo è costituito dalle migliori specialità dell’arte culinaria sciarese: pastelle di broccoli ed asparagi, carciofi in tutte le salse, salsiccia alla brace e ‘ mpurrazzata, scocche e sfinci fritte, cannoli con crema di ricotta, pastigghie, il tutto è accompagnato dal pane cotto a legna e lavorato nelle forme più svariate (canestro, bastone, grappoli d’uva). Tutte queste squisite pietanze possono essere gustate in qualsiasi momento, nei ristoranti e nelle trattorie (quasi tutti a gestione familiare) che da qualche tempo sono divenuti, parte integrante dell’economia locale.

Scillato: processione del Santo e degustazione di prodotti tipici locali.

Sclafani Bagni: i “virginieddi” di San Giuseppe, ex voto per grazia ricevuta. Tavole imbandite per le vie del paese.

Terrasini: le cene di San Giuseppe, alcune famiglie storiche del paese preparano gli altari per questa festa molto sentita in tutto il circondario, da Cinisi a Particnico e Borgetto.

Valledolmo: festa di San Giuseppe.

Villabate: “il bastone di San Giuseppe”, festa del Santo Patrono

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