
      Un invitante "pozzetto" di gelati alla crema
      Composto da un complesso di materie prime quali: il latte, la panna, lo 
      zucchero, i tuorli d’uovo, la frutta, l’acqua e le essenze, che 
      opportunamente mescolate tra loro, e lavorate a bassa temperatura si 
      consolidano assumendo consistenza e pastosità.
		L’acqua, principale ingrediente, è lei ad imporre il nome al gelato per 
      via dell’azione del freddo che la fa congelare.
      Della dominazione araba si tramanda che il gelato sia stato inventato 
      proprio da questo popolo che aveva l’uso di bere nelle giornate d’afa una 
      bevanda zuccherata, in Sicilia nel 827 ci portarono la “canna” in cui si 
      ricavava una sostanza dolciastra, refrigerata con la neve e preparata con 
      latte o acqua, essenza di frutta, vaniglia e cannella.
      La chiamavano “Sciarbat” che vuole dire sorbire, padre del sorbetto, 
      creata con le rare nevi dei nostri monti palermitani, non a caso alcuni 
      rilievi riportano il toponimo dato proprio dagli arabi: pizzo Niviera nei 
      pressi di Giacalone era il luogo più vicino alla città in cui ricavare la 
      neve dalle niviere, una sorta di buche realizzate nel terreno, in cui 
      deposta la neve al suo interno, venivano ricoperte di paglia per mantenere 
      il freddo per essere utilizzata in estate.
      Collocata in ceste, rivestite all’interno di paglia e sale marino, a dorso 
      di mulo e di notte si trasportava in città, qui era deposta in profonde 
      cantine, dove si conservava per diversi mesi.
		A Palermo diversi luoghi erano deputati a questo servizio, in particolare 
      erano due i depositi chiamati comunemente della neve, dove la gente si 
      recava a comprare una piccola scorta di ghiaccio per sé o in esclusivo per 
      deliziare l’aristocrazia di cui era dipendente, in periodo di calura.
      Questo tipo di commercio era regolato con leggi e disposizioni che 
      permettevano da parte dello stato di riscuotere le tasse di trasporto.
      Il barone Don Frabrizio Valguarnera signore di Godrano ne fece una vera 
      industria, a lui in città era riservato il monopolio. 
      Vicolo della Neve a Piazza Marina e vicolo Viola, in una traversa di Via Maqueda erano i più importanti depositi preposti a questo genere di merce.
		I siciliani, ma in particolare i palermitani, ne fecero tesoro di quello 
      che gli arabi, i primi ad accorgersi che una spremuta di fiori odorosi 
      come il gelsomino o una spremuta di frutta, mescolati alla neve 
      diventavano un ottimo sorbetto specie con l’aggiunta di un dolcificante, 
      un binomio perfettamente riuscito che dal medioevo e giunto fino a noi con 
      una piccola variante per inventare il gelato come lo s’intende oggi.
      
		
		
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