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PANORMUS - USANZE

GLI ARCHI DI LUCE, LE LUMINARIE

Nelle più apprezzabili feste popolari e nella vasta schiera di quelle rionali, dedicate in prevalenza a carattere religioso, le luminarie, “l’airchi” come li chiamano i "fascinescion" Palermitani, hanno un ruolo fondamentale per la loro profusione di luce che emette dalla pluralità dei colori che più delle volte rischiara il passaggio del Santo patrono.

Oggi questa tipica usanza di vivacizzare un determinato luogo o prodotto non è solo specifico per l’impronta devozionale, ma si è diffusa anche nei rituali civili, per le decorazioni natalizi (all’occasione illuminano particolari vie dove si svolge la frenetica corsa al regalo), Carnevale, Ferragosto e ogni qual volta abbisogna diffondere un prodotto commerciale.

Palermo, città dalle mille sfaccettature vanta dal punto di vista tradizionale una celebrata consuetudine artigianale di luminaristi che da sempre li distingue per lo sfolgorio dei decori di luce che esaltano il periodo della festa destando le meraviglie e l’orgoglio degli abitanti del rione che le ha commissionato.

Creati dall’ingegno di questi artigiani che applicano la loro manualità alla fantasiosa forma che viene ispirata dalla natura del luogo.

A Palermo questo tipo di tradizione si mantiene già da parecchio tempo, i nonni hanno trasmesso ai figli, i papà alla nuova generazione di conseguenza dodici aziende si contendono il territorio palermitano creando sempre nuovi accorgimenti.

Tra di essi da tre generazioni e precisamente dal 1940 la ditta Riolo ha saputo mantenere questa costumanza realizzando reali e particolari prodotti artistici “vaporose” utilizzando materiale tradizionale come l’umile legno e aggiornandosi sui nuovi materiali pur sul rispetto delle norme vigenti in materia di elettricità con una magnificenza scenografica tale essere riconosciuta la più importante della Sicilia.

 

Costituiti essenzialmente da uno scheletro formato da assi di legno “staggietti”, piallati e tutti dalla medesima dimensione, tinteggiati di un colore neutro prevalentemente bianco vengono assemblati per sagomare una figura con pezzi di legno di betulla, avvitati o spillati tra di essi.

In cui sono fissati ad intervalli dei portalampada che successivamente conteranno delle lampade colorate o bianche.

 Lo scheletro di legno assume la forma voluta in base ad un disegno che sarà ripetuto per tutta una serie secondo la richiesta.

A rosone, motivo circolare raggiante raggruppato attorno ad un cerchio centrale, usato il più delle volte per illuminare il prospetto di una chiesa, accompagnato da semplici segmenti retti che vanno a ricoprire lesene, trabeazioni e colonne.

Inserito alla decorazione della facciata, non manca quasi mai l’inneggio o “l’insegna” rivolto al Santo o alla Vergine o al Crocifisso, realizzato con la formazione delle lettere “W” viva ecc., inserito all’interno di una intelaiatura di legno dalla forma quadrata, rotonda o comunemente rettangolare.

A fiore o ventaglio curvo e semicurvo con il supporto e le fronde, magari ripetuto più volte fino a modellare una figura, l’abilità è data dall’inserimento dei portalampade nella struttura circolare, che debbono essere una serie in parallelo di sedici lampade definite.

A fontanina, con una base rettangolare a cui s’innalzano quattro assi rette di cui due più bassi, chiudono la figura due semicerchi, illuminazione a volte non è fissa, con una certa intermittenza si crea l’effetto acqua.

Le losanghe costituiscono comunemente le parti terminali di una figura o quantomeno assieme ai cerchi vengono inseriti nella configurazione per realizzare la struttura.

A “cartoccio” listelli di legno curvati e semicurvati creano l’accartocciamento che serviranno per le composizioni, lampadari e fanali sono la soluzione a questo tipo di realizzazione.

La composizione allegorica, molto complessa, è composta da una serie di archi e cupole, dove sono presenti diverse colonne e tendine con tappeto come se fosse una scala, diversi lampadari, fontanine intermittenti che danno il movimento come se fuoriuscisse a acqua.

Il tutto, uniti in una sola figura, servono a realizzare grandi strutture che si prestano a comporre “gallerie” per viali o “spalliere per piazze”.

Tutto nasce dall’estrosità e dalla manualità dell’artigiano che da uno schizzo eseguito su carta millimetrata sa trasmettere ad un foglio di legno compensato la propria idea traendo gli assi necessari per realizzarla.

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