I Saraceni e le meraviglie di oggi
(testi a cura di F. Di Giacinto e dell' Amm.
Comunale *)
In mezzo ad una suggestiva vallata, tra monti,
colline e pianure, con il verde di primavera e l'impareggiabile
giallo oro dell'estate, questo paesino sembra coniugare il grande
feudo con l'agricoltura moderna, i vigneti e i campi di grano con
i mandorleti e i nuovi frutteti.
Baucina, a differenza di molti comuni
dell'entroterra palermitano, conserva ancora gelosamente
tradizioni provenienti da un passato antichissimo e misterioso: lo
testimoniano i recenti scavi archeologici che hanno
riportato alla luce tombe risalenti al VI e V secolo avanti
Cristo, con suppellettili, ceramiche e resti umani. In un
passato relativamente recente la tradizione popolare riporta,
invece, storie e leggende legate a tesori nascosti, briganti,
carrozze d'oro: storie radicate nel popolo baucinese a tal punto
da non far distinguere più il debole confine tra la realtà e la
sua trasfigurazione.
Ma Baucina è anche religione, folclore,
agriturismo, ospitalità gastronomia: è quella voglia di
crescere e di proporsi in maniera diversa e sempre viva al
visitatore. Sintomatico di questa voglia di prosperare, anche in
senso demografico, è il premio alla natalità, istituito qualche
anno fa dall'Amministrazione Comunale. Del resto, nonostante il
calare della popolazione, la cittadina conserva, più d'ogni altra,
un rapporto strettissimo con gli emigrati; lo prova, più di ogni
altro, la cura con cui è tenuta, anche a distanza di tempo e di
luogo, la casa paterna dove ogni baucinese d'oltreoceano sogna di
tornare almeno una volta l'anno, per la festa di Santa
Fortunata.
Lungo la vallata che precede l'agglomerato
urbano, si sviluppa un'economia prevalentemente agricola e zootecnica. Pastori, greggi e mandrie fanno da bucolico
contorno alle bellezze naturali. Presso parecchie aziende locali a
conduzione familiare è ancora possibile acquistare, dal produttore
al consumatore, caciocavallo, primosale, tuma, ricotta, la cui flagranza ci riporta ai sapori di una
volta.
Attraverso antiche strade di campagna, alcune
delle quali di sicuro interesse archeologico, si possono fare
escursioni e passeggiate alla ricerca d'un ambiente naturale ricco
di flora e fauna; e può ancora capitare di scorgere animali in
libertà come rapaci, varie specie d'uccelli, lepri,
conigli, porcospini e piccoli mammiferi. Amiche e
accessibili, si stagliano le "montagne
dalle rosse rocce", ultime propaggini
delle Madonie, pizzo Cane, pizzo Trigna, la grotta delle Leone
con la sorgente sotterranea. Molto accoglienti i casolari
di campagna e le giovani aziende agrituristiche locali
sviluppatesi negli ultimi anni.
Il fascino del territorio è stato solo
recentemente valorizzato; ci troviamo, così, di fronte ad uno
sviluppo turistico graduale e perfettamente in sintonia con
l'ambiente.
La bellezza del paesaggio e l'ospitalità degli
abitanti invitano a gite in campagna, passeggiate,
ed escursioni in montagna, dalle più semplici, la sella, la corsa
dei ladri, a quelle più difficili, come la scalata alla grotta del
leone, nei pressi della quale nidifica qualche raro esemplare di
falchetto.
"A fumata di li torci"
è la
manifestazione folkloristica più antica che si svolge a Baucina.
Essa affonda le sue radici nel culto pagano di Cerere o Demetra,
dea delle messi; esso è un rito propiziatorio primaverile ed un
rito di ringraziamento estivo; infatti i due riti avvenivano, il
primo per l'equinozio di primavera, ed il secondo per il solstizio
d'estate.
Nel sincretismo tra paganesimo e cristianesimo,
nella civiltà contadina, questi riti pagani sono stati inglobati
con manifestazioni di fede popolare nei riti cristiani.
Ed è così che il rito propiziatorio primaverile
viene festeggiato per il Santissimo Crocifisso, simbolo per
eccellenza di sacrificio e quindi, con il suo sangue fecondatore
di nuova vita, e di rito estivo per il Corpus Domini(il sacrificio
di Gesù fatto cibo per salvare gli uomini).
Negli anni 60 quando il nostro legame con la
civiltà contadina andava affievolendosi, questa tradizione stava
per scomparire, anche perché cominciarono a scarseggiare i muli ed
i cavalli, i veri protagonisti del giro della torcia.
Per volontà della confraternita del SS.
Crocifisso e dei cittadini Baucinesi che ogni anno si prendono
l'onere di realizzarla, questa manifestazione è stata rilanciata
raggiungendo, negli ultimi anni, un notevole spessore
folkloristico-culturale.
La manifestazione attuale si svolge nel seguente
modo: un corteo composto da giovani cavalieri ed amazzoni, recanti
le torce (caratteristici bastoni addobbati con fiori finti di
carta, fatti artigianalmente dalle donne del paese), da due rètine
, (due batterie di sei muli guidati da un mulo
cavalcato da un giovane che lancia sulla folla vari dolciumi) che
gira per le vie del paese.
L'avvenimento più importante di Baucina è la
festa di Santa Fortunata che si volge intorno alla seconda
domenica di settembre e vede il paese trasformarsi completamente.
Le bande musicali portano allegria per le vie
del paese, le luminarie che la fanno risplendere a giorno, il
caotico e festoso accalcarsi delle persone, le baracche che
attirano la curiosità dei grandi e la bramosia dei più piccoli,
vari spettacoli d'intrattenimento che occupano ogni momento dei
giorni di festa. Soprattutto, però, c'è la processione della
"vara" contenente le sacre spoglie di Santa Fortunata, cui
assistono migliaia di fedeli che interpretano i vari movimenti
della "vara" come dei messaggi che la Santa invia ai fedeli.
Ma come è arrivato a Baucina il corpo di Santa
Fortunata? L'unico atto ufficiale esiste è la cosiddetta "autentica",
un documento vaticano che testimonia trattasi di una martire
cristiana vissuta alla fine del III secolo dopo Cristo. Ci
dobbiamo quindi aiutare con la tradizione orale che racconta di
come circa due secoli fa la santa sia venuta contemporaneamente in
sonno, per tre notti di seguito, alla madre superiora e al vicario
del Collegio di Maria di Baucina. Nel sogno la santa chiedeva di
essere custodita nella chiesetta del collegio di Maria ed onorata
e pregata dal popolo di Baucina.
L'avvenimento fu riferito alle autorità
ecclesiastiche, e grazie al papa Pio VI, il corpo di S. Fortunata
fu affidato ai Baucinesi che lo accolsero con grandiosi
festeggiamenti il 14 febbraio 1790. Anche il racconto della vita e
del martirio di S.Fortunata è colorato di eventi straordinari e
prodigiosi.
Si narra, infatti, che ella, dopo essersi
convertita al cristianesimo scampò molte volte al martirio, fu
dapprima condannata ad essere bruciata viva, ma le fiamme neanche
la sfiorarono, mentre incenerirono i suoi carnefici; fu quindi
data in pasto alle fiere, ma queste ultime incredibilmente la
risparmiarono.
Si decise, allora, che fosse segata viva, ma le
taglienti lame non scalfirono neppure le sue vesti. Infine fu
condannata ad essere pugnalata sulla nuca; solo così trovò la
gloria eterna.
Dal 1965 Baucina si è arricchita di un nuovo motivo
di attrazione turistica: è il presepe animato
allestito nella chiesetta dell'Immacolata. Ogni anno nel periodo
di esposizione (da Natale a tutto gennaio) circa 5.000 visitatori
rivivono il magico momento della natività incantati dalla
suggestione di uno spettacolo reso incredibilmente dinamico dai
piccoli motori che animano ogni personaggio del presepe. Anche
questi suscitano ammirazione e curiosità, in quanto piccoli
gioielli di lavorazione artigianale per la nitidezza e il realismo
dei particolari riprodotti. Il presepe animato di Baucina ha una
sua particolarità. Accanto alle tradizionali scene della natività
con la piccola grotta, i magi e i pastori, viene riprodotto in
maniera quanto più fedele possibile, il contesto
etno-antropologico e paesaggistico di Baucina con la
rappresentazione dei mestieri antichi e moderni praticati nel
piccolo centro siciliano.
* tratto dall'opuscolo
turistico della Provincia di
Palermo