La città del legno
(testo a cura dell'Amministrazione Comunale *)
Camporeale è un piccolo centro agricolo di circa
cinquemila abitanti, della provincia di Palermo, posto nella Val
di Mazara. Si trova alle falde delle colline: Cozzo di Cipolla,
Cresta di San Cosimo, Spezzapignatte (m.610), che sovrastano
l'amena pianura di Mandrianuova e lo difendono dai venti nordici.
Il panorama che sì presenta al visitatore è meraviglioso: colline,
monti, pianure, verdeggianti vallate e i paesi di Corleone,
Roccamamena, Bisacquino, Contessa Entellìna, Gibellina e Salemi.
E' situato a cavallo delle due provincie di Palermo e Trapani, che
si sono contese il fertile territorio per circa 150 anni, fino al
I954, anno del passaggio alla circoscrizione amministrativa di
Palermo, di cui costituisce la 181 parte della superficie.
Il fiume Belice, che ha dato il nome alla
vallata, attraversa il suo territorio. Dal cunettone si può
ammirare la ridente vallata costellata da poggi, promontori,
colline e paesi circostanti. Dall'altra parte del paese si può
ammirare la valle detta per la sua bellezza: Valdibella,
dove sorgeva probabilmente l'unica Makella, circondata da
colline caratteristiche e ricca soprattutto di cocci e
vasellame di fattura greco-romana. Continuando su quella
strada si sale sul monte Pietroso, luogo archeologico, passando
dalla zona di Curbici, casale arabo con grotte
caratteristiche. Nel fondo valle sotto il centro nuovo si trova il
ponte di Kalatrasi, ponte del diavolo, sul fiume
Belice, capolavoro arabo normanno del 1162, vicino alla rocca di
Maranfusa e il castello di Kalatrasi, presso Roccamena. A pochi km
ad est si trova monte lato, presso San Cipirello, ricco di reperti
archeologici del VII sec. a.C, mentre andando verso ovest vi sono
i ruderi dei paesi distrutti dal terremoto.
L'antico nome Macellaro, secondo testimonianze
storiche e archeologiche, probabilmente deriva dall'antico nome di
Makella, posta tra Palermo e Segesta, che fu distrutta nel 260
a.C. dai consoli romani Caio Duilio e Gneo Pompeo. Le abitazioni
molto modeste, furono costruite attorno al castello sotto la
collina. L'impianto urbanistico, in parte presente, è di tipo
tardo settecentesco e presenta una regolare scacchiera viaria,
originata dall'incrocio dei due assi principali centrali. A causa
del terremoto del 1968, che ha causato gravi danni alle
abitazioni, sono state fatte demolizioni nell'area della parte
superiore dell'abitato. Il nuovo centro, sorto per il
trasferimento parziale del paese, si estende a Sud di Camporeale,
in contrada Mandrianuova, su una leggera sopraelevazione del
terreno (m. 350) che si innalza di circa m.10 dalla strada di
campagna esistente. Due strade principali dividono il paese in quattro canti
e in quattro quartieri principali: S.
Ignazio, S. Calcedonio, Fornazzo e Triangolo.
Camporeale ha un territorio tra ì meno estesi
della provincia di Palermo, con redditi molto esigui. L'economia
locale è legata all'agricoltura e alla commercializzazione
dei suoi prodotti principali: grano, olio, vino e meloni.
Fiorente è l' industria del legno che con otto falegnamerie
che danno lavoro a molte famiglie, produce infissi e porte
soprattutto per altri paesi. L'opera più antica che si erge sulla
roccia è la grande costruzione rettangolare, costituita dalla chiesa
madre , da abitazioni private, dal municipio e
dal castello. Un ingresso con un arco del 1691 immette nei due
bagli, sede dei magazzini e abitazioni dell'azienda gesuitica. In
fondo al secondo baglio sorge la costruzione monumentale, già
residenza dei Gesuiti e poi del principe di Camporeale, destinata
a diventare museo e luogo di attività culturali e sociali. La
chiesa madre costruita nel 1862-81, in stile neoclassico con tre
navate . Affrescata con pitture nel 1954, e recentemente
restaurata dopo i danni ricevuti dal terremoto del 1968.
Le navate laterali sono adornate da pregevoli
statue in legno; ma su tutto domina dal presbiterio il grande
Crocifisso m legno lasciato dai Gesuiti nel 1767. Un'altra opera
importante è costituita da un bassorilievo in marmo raffigurante
S. Calcedonio, anch'esso proprietà dei Gesuiti. In piazza davanti
la chiesa si erge un maestoso monumento ai caduti nella guerra del
1915-18, opera dello scultore Campini, fatto innalzare dagli
emigrati d'America nel 1934. Interessanti sono pure le fontanelle che davano l'acqua al paese. Alcune, ancora
esistenti, sono sfate restaurate. Sopra il paese è stato costruito
all'inizio del secolo un santuario dedicato alla Madonna dei
Peccatori. In quel luogo caro alla devozione del popolo, oltre ad
ammirare un panorama stupendo, si venera una immagine sacra
costituita da una pietra dipinta del 1622, che raffigura la
Madonna che accoglie sotto il suo manto uomini e donne, ricchi e
poveri, di diverse razze, trovata da Donzè Antonio e Lungaro
Pietro presso Bisacquino e Chiusa Sclafani nel 1855.
* tratto dall'opuscolo
turistico della Provincia di
Palermo