Terra di mito
(testo di Nico Marino *)
Cefalù è terra del mito: qui Dafni,
poeta cantore della natura, accecato dalla suocera per vendetta,
viene trasformato in roccia dal pietoso Mercurio; qui Ercole nel
1283 a.C, costruisce un tempio al Sommo Padre Giove; qui i
Giganti, discendenti da lavan figlio di lafet figlio di Noè,
vissero le loro grandi avventure.
Della più antica frequentazione
umana di Cefalù troviamo tracce preistoriche nelle due grotte, sul
versante settentrionale della Rocca chiamate "delle giumente" e
"delle colombe". Ras Melkart (promontorio di Èrcole ) è il nome
punico della Città, Kephaloidion quello greco. La Città, pur
vantando antichissime origini mitologiche e leggendarie, sarebbe,
come attestano i ritrovamenti archeologici, un centro indigeno
della fine del V secolo a.C. resosi florido e prosperoso grazie ai
contatti con i popoli che in quel periodo gestivano i commerci in
Sicilia.
Nel 396 a.C. Imilcone, Generale
Cartaginese si allea con gli abitanti di Cefalù. Nel 307 a.C. la
Città viene conquistata dai Siracusani e assegnata al
governatorato di Leptine. Nel 254 a.C. viene presa, con l'inganno,
dai Romani diventando, poi, Città Decumana. Cefalù subisce,
quindi, le dominazioni di quei popoli che si avvicendavano, alla
detenzione del potere: Impero Romano d'Occidente, Vandali e Goti,
Impero d'Oriente, poi gli Arabi e quindi i Normanni.
Tracce del sistema viario
ellenistico - romano sono disseminate un po' dappertutto per la
città, la parte più significativa si trova all'interno della sala
polifunzionale della Corte delle Stelle ( Corso Ruggero),
mentre della cinta muraria megalitica (fine del V sec. a. C.)
oltre a varie piccole porzioni, rimangono solide vestigio lungo la
scogliera della Giudecca ( Postierla ), presso Piazza
Garibaldi (l'antica Porta Terra) e lungo la discesa del Distretto Paramuro.
Dello stesso periodo delle mura è
il cosiddetto tempio di Diana, sulla rocca, edificio
megalitico forse legato ad un culto dell'acqua, come proverebbe la
vicina "cisterna protostorica" (IX sec A.C.) con copertura
di tipo dolmenico.
Il tempio, il castello e le mura di
cinta merlate, casermette, magazzini, cisterne, forni ed altre
costruzioni costituiscono l'attrattiva per una passeggiata sulla
rocca (ml.270 s.l.m.), dalla cui sommità è possibile osservare un
magnifico panorama.
La rocca è costituita dalla lumachella, roccia calcarea di origine organogena, ricca di
fossili (molluschi, gasteropodi, lamellibranchi, e, talvolta
brachiopodi), le cui sezioni spiccano sulla superficie levigata
della roccia come curiosi arabeschi. Poche le tracce lasciate
dagli Arabi che conquistarono Cefalù nell'858, magnifiche e
monumentali quelle lasciate dai Normanni.
Il Gran Conte Ruggero nel 1063
prende possesso della Città, aiutato nella lotta contro gli arabi
da un cittadino di Cefalù, Rodulfo Rufo, alias Raul. Ruggero II,
riconsegna definitivamente alla Cristianità Cefalù, fondando,
prima la chiesa di S. Giorgio (1129) e, poi , la basilica
Cattedrale (1131). Quest'ultima costruzione permetterà al
Re di sciogliere il voto fatto quando, colto da una improvvisa
terribile tempesta, prometteva di costruire, ad onore e gloria del
SS. Salvatore, una cattedrale nel luogo che lo avrebbe visto
salvo.
Altri esempi di costruzione
medievali, ben visibili, sono: il palazzo Maria ( Piazza
del Duomo ) e l'Osterio Magno (Corso Ruggero). Queste due
costruzioni erroneamente, sono state identificate come la Domus
Regia ruggeriana che, invece, fu inglobata dal palazzo Vescovile,
in quella parte adiacente alla Canonico.
L'Osterio Magno è un
complesso monumentale del XIII secolo, accertata residenza, a
Cefalù, dei Ventimiglia Marchesi di Geraci. Questi, che
possedevano in Città vaste proprietà con torri e vigne, svolsero
un ruolo molto importante a Cefalù reggendone, talvolta, il
governo e interferendo spesso con il potere della Chiesa. La loro
presenza rese sempre più solido quel vincolo, oggi ancora vivo,
che ha sempre legato Cefalù al territorio ed ai paesi delle
Madonie.
Ai Ventimiglia si devono varie
altre costruzioni cittadine: la parte più antica di porta
Pescara, la Torre di porta Ossuna, forse, parte della
chiesa di S'Antonio di Padova. Arrigo Ventimiglia , nel 1263,
interveniva nella definizione del tetto della Cattedrale e
Francesco II, nel suo testamento ( 1386), chiedeva di essere
sepolto nel sarcofago della Cappella di famiglia in Cattedrale,
dove oggi riposa.
Il sarcofago, assieme ad
altri mausolei, arricchisce il patrimonio artistico della basilica
di Cefalù: il mosaico bizantino dell' abside (1148), la croce
lignea bifronte dipinta da Guglielmo da Pesaro ( seconda metà
del XV secolo ), gli stucchi barocchi (1650) di Scipione li Volsi
arricchiti dalle pitture di Ignazio dongiovanni, una Madonna con
bambino (1533) di Monello Gagini, l'Altare del SS. Sacramento
(1764-1779), pregevole lavoro degli argentieri palermitani
Gregorio Balsamo, Giovanni Rossi, Giuseppe Russo ed altri. Il
Paliotto fu realizzato su I disegno del pittore cefaludese
Geronimo Cassata ' ( 1714 -? ). Il Tesoro della Cattedrale è arricchito da due Reliquiari quello della Santa
Croce e quello delle Sante Spine. L'interno della Cattedrale, a
tre navate con copertura lignea, è arricchito da un fonte
battesimale romanico con vasca di lumachella grigia. Annesso alla
Cattedrale è il bellissimo chiostro , decorato da colonne binate
con capitelli scolpiti. All'esterno la facciata è opera del
Panittera (1240 ) e il portico di Ambrogio da Comò ( 1473 ).
Il sagrato, antico cimitero
pubblico, sempre secondo la tradizione, fu costituito con la Terra Santa fatta venire, per volontà di Ruggero II, da
Gerusalemme, da quella località chiamata Aceldama che accolse il
cadavere di Giuda in una fossa pagata con i trenta denari, prezzo
del suo tradimento. Il Sagrato oggi,con termine, popolare, viene
chiamato turniali, termine preso in prestito dall'antico
nome del chiostro.
Il patrimonio monumentale della
Città è ricchissimo. Il lavatoio "Medievale", foce del
fiume Cefalino che, nascendo dalle montagne alle spalle di
Gratteri, giunge a Cefalù attraverso un percorso sotterraneo,
rafforzando quel legame ancestrale, mare - monti, che ha permeato
la storia di Cefalù e del comprensorio delle Madonie. Il Barocco è
rappresentato dai prospetti del : Monte di Pietà (1716) e
della chiesa delle Anime Purganti (1668), mentre, tante
altre chiese, ricordano epoche e stili diversi. Una visita a
Cefalù non può escludere una sosta al Museo Mandralisca che
contiene una pregevole collezione archeologica, una Pinacoteca
della quale fa parte il "ritratto d'Ignoto" , capolavoro di
Antonello da Messina, una collezione malacologica e una biblioteca
storica.
A circa 4 Km. da Cefalù, sorge il
placido Borgo di S. Ambrogio, frazione di Cefalù sorta
intorno al 1783, con un bel panorama e tanta simpatica
accoglienza. Ancora a pochi chilometri da Cefalù presso la contrada San Biagio sorge la chiesetta omonima, antica
pertinenza di un Cenobio benedettino. All'interno della
cappella è possibile ammirare magnifici affreschi del XIII secolo,
opera di maestranze della scuola pittorica siciliana.
Tra gli ulivi di Settefrati,
svetta la torre del coltello Ortolani di Bordonaro, antica
dimora della famiglia Duca, donato dal Barone Gabriele Ortolani di
Bordonaro, Principe di Torremuzza, ( 1907- 1992) alla Città di
Cefalù, perché diventasse centro propulsore di attività socio-
culturali. Sul poggio del monte S.Angelo, a 15 Km. da Cefalù, a
800 mt. s.l.m., tra una fìtta vegetazione di castagni, querce e
frassini, sorge il santuario di Gibilmanna, interessante
luogo di culto e meta di pellegrinaggi. All'interno si può
ammirare l'altare barocco con marmi policromi di pregevole
fattura, eseguito per la Cattedrale di Palermo dallo scultore
Baldassare Pampillonia su disegno dell'Archi. Paolo Amato,
acquistato dal guardiano del Convento di Gibilmanna nel 1785.
All'interno dell'antico Convento è possibile visitare un ricco
Museo che raccoglie opere d'arte provenienti da chiese e conventi,
non più attivi, della provincia cappuccina di Messina. Il Museo
contiene anche una ricca collezione etno - antropologica.
Cefalù, oggi, frequentata da un
pubblico internazionale, offre a tutti un mare pulito con una
splendida costa; alberghi e villaggi turistici per tutte le
esigenze; spiagge attrezzate, sicure ed animate; servizi ed
itinerari culturali ricchi di Mito, Storia e Natura.
Il suo territorio propone splendide
passeggiate che permettono di godere della natura circostante che
offre, oltre a tantissime bellezze naturali, le orchidee, che
numerose popolano la campagna cefalutana, e alcuni gasteropodi
quali la Helix Mazzullii , la vermiculata e la cephaleditana. La variegata serie di proposte offerte da
Cefalù fa della Città e del suo territorio una realtà privilegiata
che, l'appartenenza ad un più vasto comprensorio, il Parco delle
Madonie, rende unica sia per la posizione geografica che per le
caratteristiche storico- culturali.
La chiusura al traffico del centro
storico ha dato un nuovo accattivante impulso alla fruizione della
Città e del suo territorio, contribuendo a migliorare
l'accoglienza e a rendere più confortevole il soggiorno.Merita
attenzione la prima domenica di giugno per la festa del Corpus
Domini con la tipica sfilata di carri allegorici.
Tra gli appuntamenti culturali
cefaludesi vanno ricordati, lungo i mesi di luglio, agosto e
settembre, gli spettacoli di musica, folklore, cabaret e teatro di
"Cefalù incontri" e in ottobre la rassegna "le città del cinema'.
Tra le feste religiose è molto sentita quella in onore del SS.
Salvatore il 4,5 e 6 agosto.
* tratto dall'opuscolo
turistico della Provincia di
Palermo
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IL DUOMO DEL SS. SALVATORE di Cefalù,
tra storia e leggenda
È uno dei più imponenti monumenti di età arabo-normanna
ed il più importante di Cefalù. La sua costruzione fu iniziata
nel 1131 e durò per lungo periodo essendo stata interrotta alla
morte di Ruggero II.
Secondo la tradizione, fu innalzato al Salvatore in esecuzione
di un voto fatto da Buggero II che, travolto da una tempesta,
trovò scampo presso la costa di Cefalù.
La leggenda, però, quasi certamente cela la vera motivazione che
è di natura politica e militare come, del resto, lascia supporre
il carattere di fortezza, con due possenti torrioni in facciata
e la stessa mole dell'edificio che domina su tutto l'abitato.
La costruzione
Si tratta di una delle più grandi cattedrali siciliane che,
realizzata su progetto normanno, risente fortemente della
componente
culturale araba, bizantina, latina e nordica. Vi sì accede
attraverso un ampio sagrato al cui centro si trova la Porta dei
Rè. Entrando, si presenta a tré navate di otto colonne per lato
e pavimento a croce latina in pietra grigia locale. Le pareti
laterali oggi sono completamente nude ma alla fine del '500 vi
erano stati inseriti dieci altari. Imponente nello slancio dato
dalle due torri laterali, s'inserisce in un tutto armonico nel
paesaggio della città. Di particolare interesse i mosaici del
catino absidale con la figura del Pantocratore, di pura fattura
bizantina, figura elle sarà ripresa, successivamente, nella
Cattedrale di Monreale e nella Cappella Palatina di Palermo. Un
maestoso altare si trovava al centro, sotto l'abside; al suo
posto oggi insiste una Croce di legno del 1300.
ALTRE INFO
Per chi arriva via mare
IL PORTO NUOVO (PRESIDIANA)
Coordinate di riferimento: 38° 02' 12" N 14° 02' 19" E.
E situato a levante ed è costituito da un molo
foraneo a tre bracci al cui interno si trovano due pontili uno
in cemento armato ed uno in ferro; il primo, con tre pennelli
laterali, è adibito in parte ad ormeggio per imbarcazioni da
diporto.
L'ingresso al porto è consentito dall'alba al
tramonto. Nell'accesso allinearsi con il pontile in cemento o in
ferro, mantenendosi ad almeno cento metri dalla testata del molo
foraneo. Sono presenti massi semisommersi in vicinanza della
testata del molo di sopraflutto e scogli nel bacino portuale.
Il fondo marino è sabbioso con fondali in
banchina da 0,20 a 3,50 m.
Servizi
Le banchine sono illuminate ed il porto dispone di
fontanella e prese d'acqua, prese elettriche, scivolo, scalo
d'alaggio fino a 100 tonnellate, riparazione scafi in legno,
servizi antincendio, parcheggio auto, servizi igienici e
telefono.
Faro e fanali
Faro a lampi bianchi periodo 5 sec., portata 25 m., sulla
punta NE di Capo Cefalù; fanale a lampi verdi periodo 4 sec.,
portata 5 m. sulla testata del molo di sopraflutto; fanale a
luce fissa verde e rossa 2 vert., portata 3 m. sul pontile di
ferro.
IL PORTO VECCHIO
Coordinate di riferimento: 38° 02' 25" N 14° 01' 08" E.
E costituito da un moiette di 70 m. non
segnalato da segnali luminosi e privo di qualsiasi attrezzatura.
E' vietato ormeggiare.
Il fondo marino è sabbioso con fondali in
banchina da 0,30 a 3,50 m.