Quella risorsa chiamata bosco
(testo a cura di Nuccio Benanti *)
Godrano è situato alle pendici settentrionali
della rocca Busambra, ai margini del bosco di Ficuzza.
Il suo territorio si estende su una superficie di trentanove
chilometri quadrati, molti dei quali occupati dalla superficie
boschiva. Una ricchezza in patrimonio arboreo e di pascoli che ha
pochi riscontri nella provincia di Palermo e che da sempre
rappresenta per il piccolo Comune alle falde del bosco un
serbatoio di risorse non indifferente. Ci troviamo in un paese ad
economia prevalentemente agro-pastorale. Presso le aziende
zootecniche locali si produce una particolare qualità di caciocavallo, apprezzato ed esportato in tutto il mondo. E'
anche possibile acquistare direttamente dai produttori caciotte,
pecorino e ricotta.
Il territorio è particolarmente predisposto per
un turismo a carattere agrituristico. La straordinaria bellezza
del paesaggio rendono il luogo meta di piacevoli escursioni e
passeggiate, con la possibilità di visitare un ambiente
naturale ricco di flora e fauna. Nelle valli circostanti è
possibile osservare qualche grosso rapace alla caccia di
colombacci e conigli. In primavera lo spettacolo è offerto dalla
fioritura delle orchidee selvatiche e dalla vistosa
presenza di ciclamini dai colori intensi e brillanti; l'autunno è
invece la stagione delle foglie, che nel bosco assumono mille
gradazioni di colore, dal giallo, al rosso intenso, alla calda
tonalità bruna. Nelle aziende agrituristiche visitatore trascorre
una vacanza diversa, fisicamente e mentalmente riposante, a
confatto con la natura e alla riscoperta di ambienti di vita
dimenticati dal tempo.
Alcuni feudi del territorio di Godrano
appartennero al re Ferdinando IV di Borbone, che ne fece la sua riserva di caccia. Fu durante questa permanenza che il bosco
venne curato e popolato di selvaggina. Sul "Pulpito del re",
una sorta di trono scolpito nella dura roccia all'ombra di querce
secolari, Ferdinando si appostava per cacciare cinghiali, lupi,
volpi e caprioli. Questo luogo oggi è stato inserito in uno dei
tanti itinerari turistici disponibili ai visitatori. Il percorso è
chiamato "Sulle orme dei borboni" ed è fruibile in mountain bike,
a piedi o a cavallo. In paese non esistono monumenti di
particolare interesse architettonico tuttavia, all'interno della
chiesa della Immacolata si conserva un pregevole dipinto di scuola
novelliana. E' anche possibile visitare "Godranopoli", un
interessante museo della civiltà contadina ideato e diretto dallo
storico e critico d'arte Francesco Carbone, dove vengono custoditi
gelosamente arredi, suppellettili e utensili d'epoca che
documentano, e non solo al turista, la storia del paese; una
storia raccontata giorno per giorno da generazioni di pastori,
boscaioli e artigiani locali.
Cultura, sport, attività ricreative: sono questi
invece i principali ingredienti dell'Estate godranese, organizzata
annualmente dall'Amministrazione Comunale di Godrano. Un'intera
stagione che permette al visitatore la conoscenza dei sapori del
luogo, grazie all'attenzione dedicata alla gastronomia tipica, al
folklore, attenzione comunque rivolta anche ad intensi momenti di
religiosità. Il culmine corrisponde, infatti, con la festa di
San Giuseppe che ogni anno si svolge il 2 e il 3 settembre.
Due momenti della festa patronale particolarmente attesi sono la
fiera del bestiame e la processione del Santo.
Itinerario natura
Il punto di partenza può essere
raggiunto dal paese di Godrano a piedi o in macchina, attraverso
la strada provinciale che dal centro arriva alla statale 118. Al
km. 3 (cozzo Galleria) si gira a sinistra, poi si prosegue per il
sentiero in terra battuta. Superata la porta in filo spinato, si
va verso sud in direzione della Busambra. Il sentiero immette in
un bosco di querce con sottobosco misto di citisi, biancospino e
grossi cespi di origano. Qui in primavera è facile ammirare
bellissime fioriture di peonie, ciclamini e viole, nelle radure si
sentono frullare gruppi di colombacci. Finita la salita, si
raggiunge un crinale con una area carbonile; si lascia subito la
via principale e si gira a destra, seguendo sempre il crinale.
Finalmente, dopo avere attraversato un fitto cespuglio di
calicotome, si scopre il Pulpito del Re, la poltrona
ricavata sulla roccia utilizzata per le battute di caccia.
Dopo una sosta, si prosegue verso sud, lungo un
sentiero tracciato dal transito delle mucche. Si raggiunge il
crinale, e poi si scende verso valle in direzione est. La strada
da seguire è abbastanza evidente: lungo questo tratto la
vegetazione arbustiva ha preso il sopravvento su quella arborea.
Qui scavano le proprie tane volpi, istricie, gatti selvatici. Attraversato il torrente, appare la
valle della Ficuzza, proseguendo verso monte, lungo il torrente,
si arriva infatti ai laghetti di alpe Cucco.
Poco più sopra si intravede una struttura
ricettiva. Per ritornare a Godrano si può riprendere lo stesso
percorso o scegliere la strada rotabile alternativa.
IL CACIOCAVALLO DI GODRANO:
UN FIORE A
QUATTRO FACCE
Il Caciocavallo, prelibato latticino, uno dei più gustosi e
genuini dell'alimentazione siciliana, senza dubbio come tipicità
del prodotto, rispetto alle altre produzioni casearie delle aree
limitrofe, rappresenta una tradizione le cui origini vanno ben
oltre la stessa data storica riconosciuta dalla costituzione di
Godrano come realtà comunale.
La continuità di popolazioni dedite in maniera
preponderante alle attività silvo-pastorali, non è soltanto
indotta dalle caratteristiche geografiche dei luoghi ed alle
correlate condizioni di produttività, ma anche da una tradizione
culturale frutto di conoscenze tramandate da generazioni in
generazioni che assume nelle nostre contrade un livello di
specializzazione unico e differenziante.
Il prodotto caseario, quindi, diventa
nell'evoluzione dei tempi e nella memoria degli uomini un retaggio
ed una tradizione che cattura nel ventre di una materia, destinata
esclusivamente all'alimentazione, il sapore del bosco, il colore
dei raggi del sole. Dal bianco del latte pian piano abili mani
antiche plasmano un prodotto che diventa arte e folklore, arte per
il modo di farlo, folklore per la ritualità immutabile dei gesti,
della preparazione e di tutto quanto si accompagna alla
produzione.
* tratto dall'opuscolo
turistico della Provincia di
Palermo