Petra di corsi d'acqua e grandi artisti
(testo a cura della Biblioteca Comunale di Petralia Soprana *)
Petralia Soprana è il più alto paese delle
Madonie, domina un ampio paesaggio che spazia dalle cime innevate
dell'Etna, alla città di Enna e ai monti del palermitano e poi le
ampie vallate e i corsi d'acqua delle campagne che la circondano.
E' intensa la suggestione che suscita la vista dall'altopiano di
Petralia, nei giorni in cui le nuvole stratificate alle quote più
basse regalano paesaggi sospesi e struggenti tramonti. Petralia
Soprano è raggiungibile dall'autostrada Palermo-Catania
svincolando a Tre Monzelli e proseguendo per la SS 120.
Le origini di Petralia si suppone che risalgano
all'antica Petra, città fondata dai Sicani per meglio difendersi
dai continui attacchi del nemico. Potrebbe aver conosciuto un
insediamento greco, ma si hanno notizie certe soltanto a partire
dal III secolo a.C. sullo sfondo della guerra tra Romani e
Cartaginesi. Nel 254 a.C. durante la prima guerra punica, i
petrini aprirono la porta ai consoli Aulo Attilio e Gneo Cornelio
passando dal dominio cartaginese a quello romano.
Petra fu inserita tra le civitas decumanae, cioè
tra le città sottoposte al tributo annuo della decima in natura.
Ben presto, infatti, divenne una delle principali tornitrici di
grano dell'Impero Romano. Nel IX secolo fu conquistata dagli arabi
e ribattezzata Batraliah. Nel 1062 fu conquistata dai normanni, il
conte Ruggero ne fortificò il castello, le torri e i bastioni
esistenti. Nel 1067 il conte fece costruire un altro castello,
fuori le mura, e dalla parte nord una chiesa titolata a San
Teodoro; divenne una importante roccaforte e fu ceduta da Ruggero
insieme al suo vasto territorio, al nipote Serlone.
Nel 1258 passo alla contea dei Ventimiglia di
Geraci e nel 1396 alla contea di Collesano. Da allora vide il
susseguirsi dei Centelles dei Cardona e infine dei Moncada e degli
Alvarez de Toledo.
Ancora oggi il paese conserva la struttura
urbanistica di tipo medievale con le tipiche stradine che si
snodano tra palazzi nobiliari e chiese, con le piazze circondate
da suggestive costruzioni o prospicienti un belvedere, e, poi, i
piccoli cortili interni vivacizzati da fiori.
Ricco è il patrimonio architettonico conservato,
la chiesa Madre dei S S Apostoli Pietro e Paolo, in piazza
del Duomo, è probabilmente di costruzione tardo-medievale, poi
riedificata subì modifiche nell'interno che divenne a due navate
vide altre trasformazioni e ampliamenti all'inizio del 700, quando
venne impreziosita da stucchi barocchi, alla fine del 700 venne
aggiunto il portico esterno, opera dei Serpotta, e il campanile ad
oriente. Il portale di ingresso e quattrocentesco, mentre
l'interno, oggi a croce latina e diviso in tre navate, custodisce
la "Madonna dell'Udienza" di Antonello Gagini, la "Madonna della
Catena" di Giorgio da Milano, una Pietà di Giuliano Mancino, un
tabernacolo ligneo di Pietro Bencivinni e il primo dei 33
crocifissi lignei di Fra' Umile da Petralia, per non parlare di
una delle opere realizzate in paese dallo Zoppo di Gangi, Gaspare
Bazzano, La Madonna degli Angeli con i Santi Chiara, Francesco,
Antonio e Pietro d'Alcantara del 1620. La chiesa custodisce
inoltre il più grande organo del comprensorio, risalente al 1700,
e opera di D. lacobus Andronico.
Interessante, anche la chiesa di S. Maria di
Loreto, edificata sui resti del Castello, riedificata
nel XVIII secolo sui resti di un'altra chiesa sempre con pianta a
croce greca, ha nel prospetto due campanili sormontati da cuspidi
policrome, l'interno con pianta a croce greca conserva un'ancona
di Giandomemco Gagini. Lungo la via di Loreto che conduce alla
chiesa e al belvedere e ben visibile una tabella in
ceramica che fungeva da segnavia per la processione. La chiesa
di San Giovanni Evangelista consente di ammirare la tela
secentesca della "Crocifissione" e una statua marmorea di Antonino
Vanelli, proveniente dall'antica chiesa del Carmelo, non più
esistente.
La chiesa del SS Salvatore ha pianta
ellittica con otto pilastri che sorreggono la cupola, molto
probabilmente una moschea in periodo arabo, fu consacrata ai riti
cristiani dal conte Ruggero fuori dal paese nel 1611 venne
costruito il convento dei Frati Minori Riformati, in cui rilevante
e l'applicazione dell'intarsio a basso rilievo sulle pietre della
facciata.
L'arte scultorea ha avuto a Petralia Soprana a
partire dal XVI secolo una sua fiorente tradizione, dai Ragona a
frate Umile e Frate Innocenzo-Miserendino, fino a Vincenzo Gennaro
affermato artista a livello internazionale del quale troviamo una
sua opera "la Cometa" sul piazzale del belvedere del Carmine.
Gli abitanti di Soprana sono residenti in ben 32
borgate alcune delle quali distanti parecchi chilometri.
Disseminati nel territorio nella vallata segnata dal fiume Salso,
i borghi e tracce di acquedotti, piccoli insediamenti rurali,
sorsero tra il XVI e il XVIII secolo, per effetto della politica
di ripopolamento delle campagne e per l'esigenza di espandere le
colture agrarie. Vere e proprie comunità autonome si sono
caratterizzate per la semplice ed equilibrata organizzazione
urbanistica ed architettonica. Vale la pena di visitare i borghi dì Miranti, Salinelle e Fiscelli, mentre a poca
distanza dal centro abitato, in contrada Cerasella si trovano i
resti di un acquedotto romano. Alle porte di Petralia
Soprana si trova, ancora, villa Sgadari, una delle più
interessanti residenze suburbane delle Madonie, dalla quale
traspare pur nel cattivo stato di conservazione, l'eleganza delle
linee architettoniche inserite con sapienza nel contesto
ambientale.
L'ambito territoriale di Petralia Soprana ha una
superficie di 56,86 kmq., prevalentemente montana percorsa dal
fiume Salso, che va da un'altitudine di 1657 m. s.l.m. con pizzo
Corvo a quote più basse di 600-700 metri, ricoperta per una esigua
parte da bosco o macchia mediterranea e da pascoli perenni
nella zona nord, e poi da terreni seminativi a cui si alternano
colture arboree verso sud-sud est man mano che si scende a valle.
Un ambito territoriale fortemente antropizzato,
caratterizzato da una stanzialità accentrata oltre che nel centro
storico (con quasi 1400 abitanti) in numerosi borghi che per la
loro espansione negli ultimi ventanni, hanno assunto fisionomie
completamente diverse (almeno per alcuni come Fasanò - Raffo -
S.Giovanni - Pianello - Madonnuzza) assimilabili più a modelli di
piccoli centri urbani che a borghi - che lo rendono un'unicum nel
panorama insediativo del mezzogiorno.
Un susseguirsi - a partire dall'arroccato centro
storico - di campi in cui le stagioni ne campiscono le superfici,
ora brune - ora verdi, ora dorate, in un adattamento della specie
produttiva alla decorazione che ben raramente n'è dato trovare,
che si alternano a piccoli e medi centri urbani, alcuni arroccati
su piccole colline altri sparsi a gruppi di nuclei familiari fra
la campagna ubertosa, altri ancora costeggianti in espansione
grande vie di comunicazione.
Una presenza umana stanziale nel territorio che
ne fa una delle zone più vive del comprensorio madonita, che dal
centro storico a vari centri disseminati lungo il percorso
fluviale del Salso o lungo le SS 120 e 290 si è sempre
caratterizzato per un tortissimo legame alle sue antiche
tradizioni, pur al contempo aperto e sensibile ai cambiamenti
sociali e culturali della nostra società contemporanea, in un
ritmo di vita pieno di voglia di fare, di muoversi e di vivere. Ne
sono testimonianza il fiorire di associazioni culturali e
sportive, di circoli in tutti i centri del territorio che insieme
a quelle di antica data svolgono un'intensa attività
socio-culturale e sportiva.
Mostre d'arte, concerti di musica - dalla
classica al jazz - al rock alla leggera, convegni, spettacoli
teatrali, rappresentazioni folkloristiche non come mere
rappresentazioni fine a se stesse ma come racconti vivi tramandati
da padre in figlio - sagre, feste, attività ricreative e sportive
illuminano e ravvivano le stagioni estive e le varie ricorrenze
annuali dei centri di tutto il territorio comunale.
Varie sono le sagre che offrono i prodotti
genuini del territorio, il sale con la sagra del salgemma a
Raffo - in uno scenario ambientale caratteristico, con convegni -
teatro in vernacolo. Nel Centro Storico nel mese di agosto si
svolgono spettacoli e manifestazioni tra cui spicca il matrimonio baronale, rievocazione storica nei costumi
settecenteschi del matrimonio dei nobili, con dame riccamente
vestite, cavalli e cavalieri che sfilano tra le antiche vie verso
la suggestiva Piazza Duomo, con la cerimonia dello sposalizio
culminante con il coreografico Ballo della Cordella
eseguito dal Gruppo Gurafo e la giostra degli stendardieri
eseguita magistralmente dagli abilissimi giovani del Gruppo
Stendardieri Sopranesi.
Tra le feste religiose molto sentita è
quella di San Giuseppe, si soleva un tempo imbandire banchetti
pubblici per i poveri, ma ancora oggi chi vuole tenere viva la
tradizione prepara del pane che dona nel vicinato.
Attraverso le molteplici manifestazioni delle
tradizioni, dei riti, del folklore, si conserva memoria storica di
lontane dominazioni, di antiche espressioni pagane agresti.
Molto suggestive le celebrazioni della Settima Santa: la domenica di Pasqua si celebra
"u ncuontru".
Sbucando da strade opposte, le due statue portate a spalla dai
componenti delle antiche confraternite in costume, corrono l'una
verso l'altra. La Madre abbraccia il Figlio perdendo il velo nero
di lutto mentre una spontanea commozione pervade il pubblico. I
motivi di salvezza della Pasqua cristiana fanno riemergere e
rivivere un remoto trionfo solare della vita, il delicato rapporto
madre-figlio, la grandezza storico-culturale della Donna-Madre
nella civiltà contadina. Suggestiva la notte del Sabato Santo,
caratterizzata dalla "Calata d'a tila".
Le feste a Petralia costituiscono momenti
privilegiati di aggregazione sociale, di espressione di fede, di
manifestazione legate a tradizioni avite. La più importante è
quella dei SS. Pietro e Paolo, caratterizzata dalla
processione che vede sfilare i simulacri dei Patroni assieme a
quelli di tanti altri Santi. Seguono altre festività, tra cui
quella del Salvatore e dei Santi Cosma e Damiano molto sentita, in
cui affluiscono moltissimi fedeli dei paesi vicini, nonché infine
la "Nuvena" natalizia.
* tratto dall'opuscolo
turistico della Provincia di
Palermo