L'Isola nell'Isola
(testo a cura dell'Amministrazione Comunale*)
Delimitata da alte montagne e da una ricca
cornice di verde, Piana degli Albanesi si specchia su uno splendido lago.
Particolarmente interessante è il tessuto
urbanistico tardo medioevale del paese con le tipiche fontane
in pietra locale e l'architettura urbana del centro storico con
case e stradine ancora pressoché intatte.
Fondata nella seconda metà del XV sec., quando,
a seguito dell'invasione turca della penisola balcanica, gruppi di
profughi albanesi (Arbëreshë) cercarono rifugio nelle
vicine coste dell'Italia meridionale, Hora e Àrbèreshévet, dopo
cinque secoli, ha conservato la propria identità etnico -
linguistica, ed è la più importante colonia albanese di
Sicilia.
Gli Arbëreshë di Piana hanno attivamente
partecipato alle vicende storiche regionali e nazionali, dal
Risorgimento italiano al movimento dei Fasci dei Lavoratori
(1892-1894). Importanza di rilievo storico e politico nazionale ha
Portella della Ginestra, il luogo in cui, il 10 maggio del
1947, la banda di Salvatore Giuliano eseguì l'omonima strage. A
perenne ricordo vi è stato realizzato nel 1979, un importante monumento di land art opera di Ettore De Concilis.
Dal punto dì vista paesaggistico il lago ha
un'attrattiva notevole ed è meta costante di numerosissimi turisti
e sportivi. Annualmente vi si svolgono diverse manifestazioni
(gare di canoa e canottaggio) e diverse società sportive vi
svolgono le loro attività invernali di preparazione. Vi sono
inoltre percorsi per passeggiate a cavallo, in bicicletta e
jogging.
Interessanti escursioni si possono effettuare su
appositi itinerari verdi nella riserva naturale della Pizzuta,
in località Argomëzit
Di particolare interesse sono le numerose masserie dislocate nel territorio.
Di rilievo naturalistico è seguire l'itinerario
Argomëzit, lungo la strada provinciale Piana degli Albanesi,
appena fuori dall'abitato poco dopo il ristorante La
Montagnola, si lascia la strada asfaltata e ci si immette,
sulla sinistra, in una stradella sterrata in ripida salita. Dopo
circa 150 mt. ci si inerpica per un sentiero battuto dal quale si
gode la vista panoramica del lago di Piana degli Albanesi. Il
sentiero sì trova in un impluvio ricco di vegetazione (pini
d'Aleppo, cedri, querce, eucaliptus) con un foltissimo e
profumatissimo sottobosco (felci, ginestre, ecc). Dopo un altro
centinaio di metri si perviene ad una pineta, da dove il sentiero
conduce ad una piccola radura denominata Jardini i Mucunit (Giardino di Muzuni), dal nome della famiglia originariamente
proprietario di questi luoghi nonché dei locali denominati
Mallaxeni i Argomëzëvet che si trovano a cento metri sulla
sinistra. La radura è ricca di alberi di frutta selvatica:
nespoli, gelsi, ulivi ecc... Sulla destra della radura un sentiero
delimitato da grossi massi conduce in un'area aperta
caratterizzata da lastroni di pietra circondati da una rigogliosa
vegetazione sulla quale spiccano maestosi abeti, cipressi e pini.
Lasciata quest'area, si prosegue attraverso un altro piccolo
sentiero che si inoltra in un boschetto fitto di piante e fiori
selvatici. L'edera verdissima abbraccia gran parte degli alberi:
pini, eucaliptus, lecci. Attraverso questo sentiero si giunge al
pozzo Pizzillo con abbeveratoio e da qui, proseguendo a
sinistra, si giunge al Mallaxeni i Argomëzëvet riparo di mandrie
bovine. Un piccolo viottolo sulla destra porta sulla via del
ritorno nella zona impluviale e riconduce sulla strada sterrata.
Alcuni prodotti tipici della gastronomia
pianese hanno fatto il giro del mondo. Si parla del rinomato pane
(prodotto con farina di grano duro e cotto nelle tradizionali
forme rotonde in antichi forni a legna), dell'olio d'oliva, dei
rinomati prodotti caseari (ricotta, formaggi) e delle carni
prodotte da allevamenti del luogo. Ma il prodotto locale più
rinomato è senz'altro il cannolo ripieno di ricotta condita.
Il patrimonio artistico è costituito
principalmente da chiese di stile barocco, nelle quali si
conservano preziose testimonianze artistiche quali gli affreschi
del Novelli presso la chiesa di S. Demetrio e le icone della
chiesa di S. Nicola, alcune delle quali risalenti al sec XVII.
L'icona è una pittura su tavola raffigurante immagini sacre. Il
patrimonio iconografico dell'Eparchia di Piana degli Albanesi è
uno dei tesori dell'arte e della spiritualità bizantina
che arricchiscono la Sicilia fin dal secolo XVII. Nella chiesa di
S. Nicola, si trovano le icone di loannichios, l'iconografo
di maggiore interesse artistico: S.
Nicola in cattedra, la serie dei Padri della Chiesa, Cristo sommo
sacerdote e re dei re.
Al buon gusto dell'arte e alla spiritualità
bizantina si ricollegano gli iconografi del nostro secolo,
mantenendo così, a distanza di alcuni secoli, ancora viva una
tradizione ancora ben radicata nella realtà ecclesiale e sociale
dell'Eparchìa.
I preziosi costumi tradizionali
femminili, interamente ricamati in oro e adornati da
gioielli tipici della gioielleria siciliana del '600 e '700 (fra
cui la cintura in argento, brezi, sono la più significativa
espressione dell'artigianale artistico locale e costituiscono uno
dei motivi di maggiore interesse turistico. I costumi vengono
tuttora indossati nelle cerimonie nuziali e durante le principali
manifestazioni religiose come l'Epifanìa, la Domenica delle Palme
e la Settimana Santa che culmina nella sfarzosa sfilata del
giorno di Pasqua.
La chiesa di Piana, cristiana e cattolica, si
distingue per il rito greco-bizantino. Nelle celebrazioni
liturgiche vengono utilizzate sia la lingua greca che la lingua
albanese. Il rito, solenne e ricco di simbolismi, deriva dalle
sacre liturgie scritte dai padri della chiesa greca: S. Basilio e
S. Giovanni Crisostomo. Dal 1937 è stata istituita l'Eparchia di
Piana degli Albanesi che comprende cinque paesi siculo-albanesi.
Il 6 gennaio, festa della Teofania, presso la
fontana dei tre cannoli, il vescovo e i sacerdoti dopo aver
celebrato in cattedrale la liturgia eucaristica rievocano al canto
NëJordan la discesa dello Spirito Santo nel Giordano il
giorno del battesimo di Cristo, nel rito della benedizione delle
acque. Il Vescovo immerge nell'acqua della fontana per tre volte
la croce, reggendo con l'altra mano il candelabro a tre ceri e un
rametto di ruta. Alla fine della cerimonia una simbolica colomba
viene fatta scendere dal tetto dell'antistante chiesa dell'Odigitrìa.
Il Carnevale è una
delle feste laiche più interessanti. Oltre alle tradizionali
sfilate e cortei in maschera, soprattutto di bambini, la
peculiarità più interessante è costituita dalle sale da ballo dove
le donne in maschera, ogni giovedì, sabato e domenica, si recano
ad invitare gli uomini.
Particolarmente significativa e coinvolgente è
la celebrazione della Domenica delle Palme che ricorda
l'ingresso di Gesù in Gerusalemme. Ha inizio nella chiesa di S.
Nicola ove si svolge il rito della benedizione delle palme e dei
rami d'ulivo e prosegue con una processione guidata dall'Eparca
che a dorso di un asinello attraversa, avvolto nel manto (mandìas),
il corso principale del paese fino alla Cattedrale dove si celebra
la Divina Liturgia
Per la Domenica di Pasqua, l'inno della
Resurrezione viene cantato ripetutamente durante l'Officio
dell'Aurora (órthros) dell'innografo bizantino Giovanni Damasceno.
Segue la liturgia di S. Giovanni Crisostomo officiata dai
Concelebranti avvolti nei preziosi paramenti sacri. Dopo il
solenne Pontificale uno sfavillante corteo di donne avvolte nei
sontuosi costumi tradizionali si avvia dalla Cattedrale verso la
piazza principale dove viene impartita la benedizione seguita
dalla distribuzione delle uovo rosse.
Le manifestazioni estive, denominate Estate arbëreshë, propongono al visitatore numerose
iniziative di cultura, spettacolo e sport (mostre, cinema, musica,
teatro, sport).
* tratto dall'opuscolo
turistico della Provincia di
Palermo
CATTEDRALE DI SAN
DEMETRIO in Piana degli Albanesi
Posta nel corso G. Kastrìota e dedicata a San Demetrìo M. dì
Tessalonica, la Cattedrale è una costruzione del tardo
quattrocento (1498) con l'abside principale, nella ricostruzione
del '500, rivolta verso occidente mentre in origine era rivolta
verso oriente secondo il canone bizantino. Vi si accede mediante
una scalinata di stile tardo barocco. La facciata è abbellita da
due mosaici di scuola monrealese del 1728 raffiguranti Cristo in
trono affiancato dai santi militari Giorgio e Demetrio e la Madre
di Dio in trono.
L'interno, a tre navate separate da due file di sette colonne
di marmo ed archi a tutto sesto, contiene un'imponente iconostasi
lignea (Manusakis 1975) che ricopre le tre absidi.
Tra il 1641 ed il 1644 il monrealese Pietro Novelli eseguì gli
affreschi delle absidi. In quella centrale è rappresentato
l'Eterno Padre circondato da schiere di Angeli e La Resurrezione
del Cristo con Evangelisti e i padri della chiesa greca e latina
mentre in quella destra vi è la Cappella del Sacramento in cui è
rappresentato Cristo che ascende al Cielo.
Nella navata sinistra si trova un grande dipinto ad olio su
tela (1845) di Andrea D'Antoni, raffigurante S. Nicola che aiuta i
poveri. L'opera più antica e di maggior rilievo artistico è
l'icona della Madre di Dio con il Cristo di scuola senese (1500),
dipinta con tempera all'uovo. Sulla parete destra dell'entrata
principale si trova una pala raffigurante San Demetrio e San
Nestore (Frascettì, 1978) e il sepolcro del servo di Dio Padre G.
Guzzetta (1682-1756) fondatore del seminario, uomo illustre dell'Eparchia
di Piana.
In seguito ai restauri del 1728 il coro venne allargato e la
"volta a botte della navata centrale sostituita con un tetto a
cassettoni con decorazioni in oro. Evidenti sono nella chiesa la
presenza di due culture, l'occidentale rappresentata dagli
affreschi del Novelli e l'orientale identificata dall'iconostasi e
dalle icone collocate nelle navate laterali e dalla navata
centrale impreziosita da nuovi affreschi (Katzaras, 1993)
raffiguranti feste Despotiche.