
Il territorio luminoso
(testo di Antonio Catalfio *)
Il nome Terrasini, secondo lo storico Gioacchino
Di Marzo, deriva da capo Rama, che con l'opposta capo San Vito dà
origine al golfo di Castellammare, l'antico "sinus aegestanus".
Il territorio iniziò quindi ad essere chiamato Terra sinus,
terra del golfo. Un'altra interpretazione, forse più appropriata,
fa derivare Terrasini da terra sìnorum, terra delle insenature,
per la meravigliosa costa sinuosa e frastagliata, ricca di
approdi, di grotte naturali, che inizia dal lido della Ciucca, nel
golfo di Terrasini, si alza a trenta e più metri dal livello del
mare in un'esplosione di colori ora candidi ora rosso bruciato, e
termina ancora con un lido sabbioso: la spiaggia di san
Cataldo.
Il mare e la costa sono le peculiari attrattive
della cittadina; dal porto terrasinese, che possiede una flotta
peschereccia di tutto rispetto, l'itinerario marino incontra
la spiaggia della Praiola dai suggestivi faraglioni, subito
dopo la grotta Perciata, che ispirò al poeta Giovanni Meli
le più belle pagine sul mare. Il punto dove il poeta soleva
rimirare le onde che s'infrangevano nell'antro è chiamato "seggia
di l'Abati Meli", sedia dell'Abate Meli. L'itinerario costiero
prosegue con la cala Palazzolo, l'antica cala bianca,
vigilata dalla cinquecentesca torre Alba, futura sede del
museo del mare. Grotte marine e insenature spettacolari si
susseguono in un mare di cristallo: la grotta Monachelle,
la famosa cala Rossa e, oltrepassata la punta Catalana,
la grotta Madonna, cala Porro e capo Rama con la
caratteristica torre senatoria circolare del XV secolo.
Tre celebri grotte, dei Nassi, dei
Palombi e la grotta Grande ci portano alla torre Paternella
(XVI sec). Cala Corallo, grotta dei Parrini e della Stella, cala
Sciaccotta, cala dei Muletti e l'arenile San Cataldo concludono lo
splendido itinerario della costa, forse la più bella della Sicilia
Occidentale.
Terrasini fu terra feudale dei La Grua -
Talamanca, principi di Carini che hanno lasciato il segno del loro
dominio, oltre nello stemma comunale, nel castello settecentesco,
oggi residenza municipale, edificio assai rimaneggiato che
conserva le antiche vestigie nelle sale interne del piano terra;
altro edificio costruito dai La Grua è palazzo Cataldi,
sede della prestigiosa biblioteca Comunale "Claudio Catalfio ". Il
Barone Gazzara fece costruire alla fine del seicento la chiesa
dì Maria SS.delle Grazie, ampliata nella prima metà del
settecento dai La Grua. La cattedrale, a tre navate, all'interno
custodisce preziose tele della scuola di Vito D'anna, del
Martorana e numerose statue lignee di Girolamo Bagnasco.

Da vedere la settecentesca piazza Duomo,
l'ottocentesco palazzo D'aumale-D'Orleans, sul lungomare,
oggi sede di un museo regionale e antico stabilimento
enologico del Duca D'àumale che dalla sua tenuta dello Zucca
esportava in tutto il mondo un finissimo e rinomato vino
liquoroso.
La festa di li Schietti [clic
qui] è festa unica nel
suo genere, ha luogo il Sabato santo e la domenica di Pasqua,
richiamando migliaia di appassionati visitatori. La manifestazione
è organizzata da una dubbitazione, un comitato locale spontaneo di giovani
schetti, celibi, del paese, e consiste nell'alzata col
palmo di una mano, di un
albero di melangolo (cioè arancio amaro) di circa cinquanta
chili, addobbato con nastrini colorati, fazzolettini rossi,
sonagli e aineddi, piccoli formaggi a forma di agnellini.

L'alzata sotto il balcone della
zita,
la fidanzata, è la prova di forza e di virilità. Vince chi
nelle due prove "di alzata" previste riesce a mantenere più a
lungo in equilibrio l'albero. La piazza, dove si svolge la
caratteristica manifestazione, viene addobbata a festa e riempita
di ''bancarelle" dove si vendono gli oggetti più svariati.
Nell'occasione, vengono esposti anche alcuni
stupendi carretti siciliani con i rispettivi cavalli.
Gruppi folkloristici siciliani ballano e cantano per tutta la
giornata, fino alla premiazione serale e ai conclusivi giochi
pirotecnici. La prova di virilità si conclude con la
tradizionale mangiata, il pasto collettivo a base di
carne di crasto e di pesce, il tutto innaffiato con il
forte e aromatico vino locale. La festa rivela antichissime
connessioni con i riti
agrari pagani. L'albero è il simbolo della primavera, della
vita che si rinnova.

Tra i monumenti citiamo anche la
villa
Fassini, in contrada Paternella, attribuita all'architetto
Ernesto Basile, meravigliosa residenza liberty appartenuta ai
Florio. Nella verde contrada Gazzara - Bagliuso meritano
un'escursione il seicentesco castello di Gazzara e la senia,
antico strumento irriguo usato dagli arabi.
La cittadina del Golfo merita una visita per il
suo importante museo civico di Palazzo D'Aumale [clic
qui]. La sezione
Etno-antropologica, via Carlo Alberto Dalla Chiesa, Palazzo D'aumale,
custodisce la più importante collezione di carretti siciliani del
mondo, il cui nucleo originario fu raccolto dal terrasinese
Salvatore Ventimiglia. La sezione naturalistica, è il più
importante museo di storia naturale dell'Italia meridionale, con
le importanti collezioni ornitologiche Orlando, Trischitta e
Jannizzotto, le collezioni entomologiche Alliata e Mariani, la
collezione paleontologica, mineralogica, geologica ed entomologica
De Stefani e la raccolta malacologica Orlando.

La sezione archeologica, è costituita dall'antiquarium
dove è esposto uno spaccato di una nave oneraria romana naufragata
nel mare di Terrasini; nella sala delle anfore sono esposte
reperti punici, italici, romani e medievali. Nell'antiquarium si
può inoltre vedere la bella collezione dei modelli di barche da
pesca, con relativo corredo di attrezzi, del terrasinese Filippo
Castro.
La produzione artigianale offre un
variegato complesso di prodotti artistici. Importante è la
fabbrica del vetro soffiato e di candele artistiche in
Contrada Paterna, della ceramica, Via Cala Rossa, del
ferro battuto. Un posto d'onore meritano i prodotti agricoli
biologici, soprattutto limoni esportati in tutta Europa.
Chi visita Terrasini non dimentica il suo pesce freschissimo
e l'eccezionale produzione dolciaria, che sa offrire al
palato più esigente il gusto della tradizione siciliana, unito
all'elaborazione di nuovi intriganti sapori.
Nel territorio terrasinese infine è ubicato uno
dei più grandi villaggi turistici del Sud Italia.
* tratto dall'opuscolo turistico della Provincia di
Palermo