Le ossa infine potrebbero essere anche quelle
dei malcapitati abitanti dell'isola vittime di numerose razzie da
parte dei corsari saraceni e dei pirati barbareschi. Ustica rimase
comunque dimenticata e abbandonata ai pirati per quasi quattro
secoli finche nel 1759 un decreto imperiale di Ferdinando di
Barbone non impose una progressiva colonizzazione del isola da
parte di volontari palermitani, trapanesi ed eolici. Ma anche
questa esperienza si rivelò fallimentare: massacrati dai pirati
turchi, gli abitanti costruirono nel 1761 due torri di
avvistamento per poter prevedere le incursioni future.
Lo schema urbanistico della cittadina non è
molto differente da quello pianificato nel 1795 dall'ingegnere
Giuseppe Valenzuola.
Da visitare assolutamente la chiesa di
Ferdinando Re che si trova nella piazza centrale e la
chiesa di Maria SS. dei sette dolori.
Ma la vera ricchezza dell'isola di Ustica è
costituita dal suo patrimonio naturale soprattutto sottomarino.
Si possono in fatti ammirare particolarissime
specie di pesci: triglie, murene, tonnetti, violette, e cernie
di cui si praticava la pesca fino a qualche anno fa, alici,
polpi ecc. In superficie troviamo una ricca cornice di
euforbie e fiori di cappero. Ed è d'obbligo una visita alle
numerose grotte che offrono uno scenario suggestivo e ricco di
particolari giochi cromatici. Tra le grotte da visitare, la
grotta dell'Accademia, la grotta dell'Acqua (conosciuta anche col
nome di grotta Azzurra) con un giacimento dell' Eneolitico la
grotta delle Barche, la grotta Segreti.
La superficie di Ustica, 9 kmq, è in realtà la
piccola parte di una più vasta barriera vulcanica sottomarina che
si estende per decine di chilometri nell'azzurro degli abissi
marini e che custodisce gelosamente i segreti di un passato che ha
visto susseguirsi eroi, poeti, storici e marinai.
Dal 1986 è stata istituita la Riserva
Naturale Marina [vedi
sito]costituita da tre zone diversificate per
possibilità di pesca, escursioni e fotografia.
La Riserva integrale Zona A:
si estende dalla Caletta a Cala Sidoti in Loc.tà Spalmatore.
E' vietato fino ad una distanza di 350 m. dalla costa ogni forma
di pesca, di navigazione, la caccia e la raccolta di ogni specie
vegetale.
La Riserva generale Zona B:
si estende da Punta Cavazzi a Punta Omo Morto. E' consentita
con autorizzazione comunale entro tre miglia dalla costa la
fotografia subacquea e la pesca con lenza da fermo e da traino.
La Riserva parziale Zona C:
si estende da Punta Orno Morto a Punta Cavazzi. Sono possibili
attività di escursione come nella precedente Zona B, mentre ogni
altra forma di pesca sportiva, compresa quella subacquea senza
autorespiratore non richiede autorizzazioni.
Ma le attrattive non si limitano allo scenario
marino.
Dal 1959 ogni estate si svolge la rassegna internazionale delle
attività subacquee. Un evento mondiale organizzato
dall'Azienda Autonoma Provinciale per l'Incremento Turismo di
Palermo, un polo d'attrazione non solo per ricercatori,
scienziati, e subacquei di tutto il mondo, ma anche per i
residenti estivi. La rassegna è un insieme di attività che vanno
da gare agonistiche a convegni e mostre di archeologia e
fotografia sottomarina, nonché di cinematografia e televisione
subacquea, editoria specializzata ed arti figurative settoriali,
corsi specialistici subacquei.
La Rassegna assegna inoltre il prestigioso "Tridente
d'Oro" per tutte le personalità del mondo che si sono
contraddistinte per il loro particolare amore per il mare. Tutti i
tridenti d'oro dal 1984 danno vita all'Accademia Internazionale
delle Tecniche e Scienze Subacquee con sede ad Ustica e
produttrice di attività interdisciplinari.
Si consigliano una visita alla Torre Santa
Maria, oggi Museo Archeologico, e un pellegrinaggio al monte della Falconiera
per le rovine del Castello Saraceno.
Numerosi sono i siti archeologici
distribuiti in circa venti località: un villaggio dell'età del
Bronzo in contrada da Tramontana, abitazioni romane in località
Tiro a Segno, dodici tombe databili tra il III e il I sec. e una
grande necropoli del V-VI sec. con numerosi ipogei paleo-cristiani
costituiscono il complesso preistorico della Falconiera,
insediamenti preistorici anche nelle contrade della Colombaia e di
Santa Maria. Tra i prodotti tipici dell'isola si consiglia
soprattutto d'inverno la zuppa di lenticchie che è
possibile gustare presso qualsiasi ristorante o trattoria. Le
lenticchie si possono inoltre acquistare presso le famiglie di
contadini.
* tratto dall'opuscolo
turistico della Provincia di
Palermo