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Ville e Giardini
Ospedale di Villa Sofia

Dove si trova
Piazza Salerno, vicino Viale del Fante
Interni visitabili parzialmente - Parco e giardino aperti al pubblico.

 

(foto ©PalermoWeb)

Fu costruita dai Whitaker a metà dell'800.

Ernesto Basile progettò parte dell'edificio che attualmente pur essendo sede di uno dei più grandi ospedali di Sicilia, conserva integralmente in talune parti la sua originale fisionomia.

Interessante il giardino con un gazebo in stile "liberty" come dello stesso stile vi sono la scala interna e una vetrata.

All'inizio dell'ottocento arrivò in Sicilia un imprenditore di nome Ingham. Visto che gli affari andavano bene, Ingham richiamò dall'Inghilterra i suoi nipoti William e Joseph Whitaker come aiutanti. Quest'ultimo acquistò nel 1850 dai marchesi Mazzarino una tenuta ai margini della Favorita e costruì, o meglio trasformò, una casetta già preesistente e la chiamò "Villa Sofia" dal nome di sua moglie. Grazie a Joseph ed al figlio Robert, il giardino della villa si arricchisce di bellissime piante esotiche.

Villa Sofia è stata costruita secondo i cationi del nuovo stile "Liberty"; confina con la villa Bordonaro e col parco dei Principi di Castelnuovo.

La villa si trova nella piana dei colli in cui sorgevano le ricche ville dei nobili palermitani impreziosite spesso all' interno da affreschi e all'esterno da scalinate.

Dopo la morte dei genitori, Robert Whitaker eredita Villa Sofia e procede alla ristrutturazione con l'aiuto del cognato, l'architetto Gardner. Vengono aggiunti graziosi padiglioni tra cui: una portineria, un'officina, una torre, un gazebo, una fontana, un porticato con bifore, serre e casine di cui alcune attribuite al Bellafiore ed ai Basile.

Bob amava la caccia, le orchidee e le palme, e nel giardino vi erano aiuole, boschetti, palmizi ed anche un laghetto oggi prosciugato. All'interno della villa si trova una pregiata scala in legno ed una vetrata firmata da E. Basile, il soffitto è a cassettoni, vi sono scaffalature in noce e, nel piccolo salone, un delizioso caminetto decorato con ceramiche dipinte a mano.

Ai due ingressi troviamo dei cancelli in ferro battuto di cui uno disegnato da Basile.

Il complesso non è stato danneggiato dai bombardamenti delle due guerre, purtroppo la cementificazione ha danneggiato l'antico splendore della villa. Addirittura è sorto un condominio in una zona del parco.

Questa importante testimonianza dell'arte ottocentesca è stata ceduta alla Croce Rossa, diventando un ente ospedaliere.


Il Quartiere Resuttana - San Lorenzo

Prima del diciottesimo secolo la piana dei colli era un ampio territorio per lo più incolto e disabitato. Nonostante se ne conoscesse la fertilità, la precaria sicurezza per la presenza dei briganti, costringeva i proprietari a fortificare le ville.

Durante il regno di Carlo III, questi ne garantì le condizioni di sicurezza e tranquillità, ed il territorio esercitò una forte attrattiva per i nobili del tempo.

Soprattutto fra l'aristocrazia palermitana si diffonde la moda della villeggiatura in campagna, specialmente nella piana dei colli.

Ed è in questo periodo che iniziano a sorgere le prime importanti ville, con numerosi affreschi all'interno, tra cui Villa Amari.

In generale, le ville hanno tutte un aspetto rustico e i principali elementi che le accomunano sono: lo scalone esterno, le terrazze e grandi giardini, arredati di statue, fontane e sedili in pietra in stile rococò.

Le zone più edificate furono Leoni- Pallavicino, Partanna, Resuttana e Tommaso Natale.

Il quartiere Resuttana-S.Lorenzo è molto esteso.

In passato era diviso nelle due grandi borgate di S. Lorenzo e Resuttana. La prima era una zona agricola con qualche fabbrica mentre l'altra era una zona più industrializzata. I nobili andando in villeggiatura, trasformarono i bagli in casene e poi in ville.

Oggi il quartiere è molto cambiato a causa dell'eccessiva espansione edilizia. Il viale Strasburgo è diventato uno dei più importanti centri residenziali e commerciali di Palermo, viale Regione Siciliana è diventata un'area prettamente industriale. Una nota dolente è la mancanza di centri aggregativi al di fuori delle parrocchie.


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