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                   Recenti ricerche hanno verificato che gruppi di uomini 
					vivevano in Sicilia già 500.000 anni fa dal 
					paleolitico (20.000 a.c. circa) e in seguito col mesolitico, 
					essi lasciarono le prime tracce di tecnologia litica e di 
					abitazioni concentrate in particolare sulla costa 
					settentrionale tra Palermo e Trapani.   
					La loro arte ci è testimoniata a Levanzo nella grotta 
					di Cala dei Genovesi da graffiti rupestri raffiguranti 
					animali e figure umane (10.000 a.c. circa) riprodotti con 
					eccellente naturalismo e prospettiva, e sul monte Pellegrino 
					a Palermo nella grotta dell'Addaura, dove si trovano esempi 
					di particolare interesse che rappresentano, tra l'altro, 
					scene di sacrifici umani. Ritrovamenti sepolcrali e resti 
					scheletrici sono stati invece rinvenuti nella grotta di San 
					Teodoro tra Palermo e Messina.   
					Dopo il 5000 a.c. col neolitico si ebbe una lenta 
					generale trasformazione che vede la nascita dell'agricoltura 
					e della pastorizia (in notevole ritardo rispetto al vicino 
					oriente): la più antica cultura neolitica in Sicilia sembra 
					essere quella nota come civiltà di stentinello. Adesso 
					un'altra importante attività umana fa la sua prima comparsa: 
					il commercio. La straordinaria diffusione dell'ossidiana di 
					Lipari in Sicilia e in Italia meridionale ne è una prova.
					
					 
					Intorno al 3000 a.c. compaiono la metallurgia (che 
					determina l'abbandono dell'uso dell'ossidiana) e le tombe a 
					camera scavate nella roccia. L'età del rame fu in Sicilia 
					un'età in cui la pietra e l'osso continuarono comunque ad 
					essere il materiale duro più in uso. L'età dei metalli ebbe 
					veramente inizio in Sicilia con l'uso del bronzo intorno al 
					1900-1800 a.c. che causò una ripresa di prosperità in 
					diverse isole dell'arcipelago eoliano.   
					Dal 1800 a.c. circa, si ebbe un importante evoluzione 
					culturale a Castelluccio, cultura caratterizzata dalla ti 
					pica ceramica dipinta e dalle tombe a grotticella.
					
					 
					Sin dal 1600 a.c. giungevano al villaggi eoliani 
					considerevoli quantità di prodotti dall'Egeo. Finalmente, 
					dal 1400 a.c. circa, la ceramica egea giunse anche in 
					Sicilia insieme ad altri oggetti ed influenze culturali, in 
					particolare nella penisoletta di Thapsos da cui deriva 
					l'omonima cultura.   
					Poco prima del 1200 a.c. si verificò però un declino 
					delle importazioni dall'oriente che comportò per le isole 
					Eolie un periodo di abbandono quasi definitivo. Solo a 
					Lipari la vita continuò importando dall'Italia nuovi stili e 
					un nuovo tipo di sepoltura: la cremazione.   
					Siamo già intorno al 1000 a.c.: questo potrebbe essere il 
					momento in cui i siculi penetrarono in Sicilia nella zona 
					orientale, mentre i Sicani, i più primitivi tra questi 
					popoli, occupavano la zona centro meridionale dell'isola con 
					centro egemone nella zona dell'attuale Sant'Angelo Muxaro; 
					gli Elimi si stanziarono invece nei territori nord 
					occidentali. Contemporaneamente i villaggi della zona 
					costiera tra Siracusa e Ragusa furono abbandonati e la 
					popolazione si rifugiò sulle colline in agglomerati 
					relativamente grandi, a giudicare dalla vastità dei cimiteri 
					(Pantalica). Per 400 o 500 anni la storia culturale 
					siciliana appare molto complessa e varia. La Sicilia 
					proseguì la sua strada fino all'ottavo secolo, quando greci 
					e fenici (che già da tempo frequentavano le coste siciliane) 
					cominciarono a migrare nell'isola, introducendola finalmente 
					nell'età storica. 
					Le colonie greche  
					
					I greci cominciarono a frequentare le coste della 
					Sicilia orientale sin dall'VIII sec. a.c. e dopo un breve 
					periodo vi stabilirono i loro primi insediamenti. sebbene la 
					tradizione dei greci sia unanime nell'affermare che i fenici 
					li avevano preceduti in occidente, l'archeologia non ha 
					potuto dimostrare in modo sicuro la presenza di greci o 
					fenici nel mediterraneo occidentale in tempi molto anteriori 
					all'850 a.c.; dopo questa data vediamo le tracce dei due 
					popoli comparire più o meno contemporaneamente. Naxos, 
					Siracusa, Zancle, Catania, Megara Iblea, Lentini, Milazzo e 
					Gela furono il risultato della prima ondata migratoria 
					proveniente dall'egeo.  
					L'arrivo dei greci determinò una radicale trasformazione 
					nella vita economica e culturale dell'isola già dal VII sec. 
					a.c., in particolare per quanto riguarda lo sviluppo delle 
					città.   
					Parallelamente nella Sicilia occidentale, i punici 
					(fenici d'occidente, fondatori della città di Cartagine) 
					potenziarono i loro capisaldi di Palermo, Sòlunto e, 
					soprattutto, Mozia con lo scopo di contrastare l'espansione 
					ellenica: si delinearono così gli elementi del conflitto che 
					nei secoli successivi caratterizzò la vita politica e 
					militare dell'isola. Attraverso gli scambi commerciali con i 
					greci, il mondo punico-elimo e indigeno subì una profonda 
					influenza culturale, artistica e sociale. Ciò che resta 
					delle rovine di questi popoli mostra una profonda 
					ellenizzazione dei costumi anche sociali e religiosi.   
					Periodo arcaico  
					
					Questa profonda grecizzazione dell'isola si completò nel 
					corso del VI sec. a.c. dell'assetto urbanistico di questo 
					periodo resta poco a causa delle successive distruzioni. 
					Oggi, a Selinunte ed, in parte, ad Agrigento è possibile 
					vedere l'assetto arcaico delle strade, della città e 
					dell'acropoli. E' questo il periodo in cui sorsero i grandi 
					templi dorici policromi in pietra, come l'apolloion di 
					Siracusa, e la grande scultura arcaica, caratterizzata dalla 
					solenne fissità delle forme con cui era rappresentato il 
					corpo umano (metope del tempio "C" di Selinunte). Alla ricerca 
					d'equilibrio e d'armonia che caratterizza la scultura, 
					corrisponde la ricerca di proporzionalità e di razionalità 
					dell'architettura e dell'urbanistica. Le nuove città erano 
					basate sugli schemi dettati da ippodamo damileto, 
					consistenti nella divisione ortogonale degli assi viari (plateiai 
					e stenopoi) con grandi spazi dedicati alla vita sociale 
					della collettività. L'assetto generale della città era 
					caratterizzato da un'ampia piazza (agorà), fiancheggiata 
					spesso da portici (stoai), e da una zona destinata al culto 
					(acropoli) dove sorgevano santuari ed edifici 
					rappresentativi. La città era protetta da una cinta muraria 
					che aveva vari accessi ed era solitamente situata su alture 
					che permettevano un migliore controllo per la difesa. 
					Periodo classico  
					
					Nel V sec. a.c. Siracusa ottenne due grandi vittorie 
					militari contro i cartaginesi (una a Himera nel 480 a.c., e 
					l'altra contro gli ateniesi nel413 a.c.), confermandosi come 
					potenza egemone sull'isola e completandone il processo di 
					ellenizzazione. La scultura greca raggiunge il massimo 
					dell'equilibrio e della naturalezza, e, nell'architettura, 
					forme più eleganti si sostituiscono a quelle potenti e 
					massicce del periodo arcaico. la Sicilia occidentale fu 
					anch'essa influenzata dall'architettura e dalla scultura 
					greca classica: lo stile dorico fu adottato pienamente nel 
					famoso tempio che si trova nel sito elimo di Segesta, e la 
					bellissima statua di giovane auriga ritrovata 
					nell'insediamento punico di Mozia è in perfetto stile 
					classicheggiante.   
					Il secolo si concluse con una nuova offensiva dei cartaginesi (409 -405 a.c.) contro 
					Siracusa, ma, nonostante 
					la distruzione di numerose città siceliote, i siracusani 
					riuscirono a sferrare una controffensiva che si concluse con 
					la conquista di mozia nel 397 a.c. e con la disfatta dei 
					cartaginesi nel 386 a.c. nella seconda metà del IV secolo 
					a.c., sotto la guida di timoleonte, la Sicilia visse un 
					lungo periodo di stabilità e di ricostruzione in cui 
					rifiorirono le città che i cartaginesi avevano di strutto 
					(Gela, Camarina, Agrigento, Sòlunto): uno splendido esempio 
					di questo rinnovamento sono le mura in mattoni crudi di capo 
					soprano a gela, che ancora resistono nel tempo malgrado 
					siano di difficilissima conservazione.   
					Periodo ellenistico  
					
					Nel passaggio dal IV al III sec. a.c. l'architettura 
					siciliana comincio a ricalcare i modi dello stile 
					ellenistico. Le città assunsero un aspetto generalmente più 
					scenografico e spettacolare, movimentato da terrazze, agorà 
					e monumenti vari. In questo periodo si affermò la forma 
					classica del teatro per il quale i greci amavano scegliere 
					spettacolari posizioni naturali aperte sul mare o sui monti. 
					Nel modo di costruire i teatri si coglie una delle 
					principali caratteristiche della cultura greca: la ricerca 
					di un rapporto armonico tra uomo e natura. L'architettura 
					non si contrapponeva mai all'ambiente naturale, ma al 
					contrario vi si inseriva con elementi che mantenevano un 
					perfetto equilibrio con lo spazio circostante. I siti di 
					Siracusa, Eraclea minoa, Segesta, Sòlunto, Morgantina, 
					Palazzolo Acreide, Taormina e Catania mostrano ancora questa 
					tipologia edilizia nella sua forma originaria o, in qualche 
					caso, nei rifacimenti e riadattamenti d'epoca romana (arene 
					per spettacoli gladiatori).   
					I romani  
					
					Nel III a.c., i romani, dopo aver sconfitto i 
					cartaginesi, conquistarono anche Siracusa, mettendo così 
					fine alle contese greco-puniche e riducendo la Sicilia a 
					provincia romana. Essi, come nel resto delle province, 
					intervennero nell'architettura ma in tono molto minore, 
					limitandosi a potenziare infrastrutture civili come 
					acquedotti, strade, viadotti e porti. Le città siciliane 
					mantennero però invariato il loro carattere ellenistico. Con 
					l'avvento dell'impero, i romani vollero sfruttare l'isola 
					per le sue potenzialità agricole. Le campagne cominciarono 
					così a popolarsi di piccoli villaggi, fattorie e ville 
					private che avrebbero dato luogo in epoca più tarda al 
					latifondo. Nella tarda età imperiale, nelle campagne 
					dell'isola furono edificate sontuose ville come quella del 
					casale a Piazza Armerina, da visitare soprattutto per le sue 
					incomparabili decorazioni musive.   
					Con i romani l'isola accentuò sempre più il suo ruolo di 
					importante sito di approvvigionamento cerealicolo 
					alimentare, fino a diventare il "granaio di Roma". 
					  
					Nel III sec. d.c., con diocleziano, la 
					Sicilia, 
					dipendendo direttamente da Roma come "regio suburbicaria", 
					acquistò nuova forza.   
					La politica amministrativa dei secoli seguenti si basò 
					sulla formazione di immensi latifondi che resistettero, dal 
					medioevo sino all'inizio di questo secolo. dopo i romani, 
					infatti, l'isola subì diverse dominazioni (bizantini, arabi, 
					normanni e spagnoli) che nei secoli successivi ne segnarono 
					la storia. l'attuale aspetto dell'isola è il risultato dello 
					stratificarsi delle culture che si sono sovrapposte sul suo 
					territorio, ciascuna con le proprie caratteristiche.   
					Isole Eolie  
					
					La storia delle Eolie, nella fase insediativa pregreca è 
					caratterizzata da una forte autonomia. La frequentazione di 
					Lipari inizia nel IV millennio a.c. quando popolazioni del 
					neolitico, interessate allo sfruttamento dell'ossidiana per 
					la fabbricazione di armi e utensili da taglio o da 
					incisione, approdano nel sito di castellaro vecchio.   
					Si succedono diverse culture, che con varie testimonianze 
					si ricollegano ad altre civiltà coeve del mediterraneo. Tra 
					i momenti più importanti vanno menzionati lo stile di serra 
					d'alto e quello di diana. Con l'inizio della metallotecnica 
					ci fu un periodo di crisi per il commercio dell'ossidiana 
					che aprì una fase di decadenza economica.   
					Poco prima della metà del III millennio a.c. si affermò a 
					Lipari la cultura di piano conte, una facies piuttosto 
					povera per la diminuita importanza dell'ossidiana in seguito 
					al diffondersi del rame.   
					Con la cultura di piano quartara a Panarea (ultimi secoli 
					del III e inizio del II millennio a.c,) l'arcipelago ebbe 
					una notevole ripresa e iniziò a gravitare nell'area 
					culturale della Sicilia.   
					L'età del bronzo eoliana è rappresentata a 
					Filicudi dalla 
					cultura di capo graziano (dal XVIII fino al XV secolo a.c., 
					contemporanea a quella di Castelluccio nella Sicilia 
					orientale), caratterizzata da intensi scambi con il mondo 
					egeo. Fra il 1400 e il 1270 a.c. a Panarea si svolge la 
					cultura del milazzese, dove la ceramica assume forme e 
					decorazioni simili a quella contemporanea di thapsos. alla 
					fine di questo periodo i villaggi sono completamente 
					distrutti e a Lipari si sostituisce una nuova popolazione 
					proveniente dalla Campania: gli ausoni. Con l'Ausonio I 
					(1270-1125 a.c.) e l'Ausonio II (fine 1125-850 a.c.), che 
					segna il passaggio all'età del ferro, le capanne sono 
					costruite con tetti a capriate e le ceramiche sono lavorate 
					al tornio.   
					In seguito le isole furono colonizzate da superstiti 
					della spedizione di pentatlo che spartirono la terra con gli 
					abitanti del posto.   
					Il museo eoliano è diviso in sezioni che raccolgono 
					importanti reperti di tutti questi periodi.   
					Thapsos  
					
					Nei pressi di Siracusa si trova uno dei siti chiave per la 
					ricostruzione della protostoria siciliana. Thapsos fu il più 
					importante ed esteso emporio commerciale tra oriente e 
					occidente della media età del bronzo, collocato al centro 
					della penisoletta di magnisi. L'influenza orientale 
					trasformò il modo di concepire gli spazi: la tipologia a 
					capanna fu rimpiazzata con strutture simmetriche costituite 
					da più vani organizzati attorno ad un cortile centrale (megaron) 
					con un disegno programmato e più unitario. Come nei palazzi 
					micenei. Nelle tombe a grotticella e dromos sono stati 
					ritrovati vasi, ornamenti e bronzi provenienti dall'egeo.
					
					 
					Pantalica  
					
					Tra i paesi di Ferla e Sortino, in mezzo alle valli del cava 
					grande e dell'Anapo, si trova il promontorio di pantalica. 
					L'antica hybla, capitale del mondo siculo. Questo è il più 
					importante sito protostorico della Sicilia orientale. Dalle 
					ricche necropoli oltre 5000 tombe distribuite lungo le 
					pareti della collina prendono nome due periodi della protostoria sicùla: quello di 
					Pantalica nord (tardo xiii-xi 
					a.c.) e quello di Pantalica sud (850-730 a.c.). Un'altra 
					testimonianza ci è data dal monumentale edificio detto anaktoron o sede del principe. 
					  
					Sant'Angelo Muxaro  
					
					Il paese di Sant'Angelo Muxaro sorge su un colle che 
					probabilmente, insieme con altri vicini, costituiva il regno 
					sicano di kamikos, tra la tarda età del bronzo e quella del 
					ferro. Oggi è possibile vedere la necropoli che sforacchia 
					la collina di Sant'Angelo. I reperti contenuti nelle tombe 
					mostrano evidenti collegamenti col mondo miceneo.   
					Mozia (700 a.c.)  
					
					Con Panormo e Sòlunto, Mozia rappresenta uno dei tre 
					insediamenti fenici della Sicilia occidentale. Essa ebbe 
					un'importanza notevole, strategica e commerciale, confermata 
					dalle rilevanti emissioni di monete.   
					L'isolotto, della laguna dello stagnone di 
					Marsala, è 
					interamente ricoperto dagli scavi che hanno portato alla 
					luce i resti della cultura fenicio punica: il luogo dei 
					sacrifici umani (tophet), le quattro porte nella cinta 
					muraria che lambisce il mare, la necropoli, il santuario di 
					cappiddazzu, il kothon (porto artificiale), la scala che 
					scende al mare e le abitazioni con mosaici.   
					Interessantissimo è il museo Whitaker dove, tra gli altri 
					reperti, si trova la bellissima scultura di giovane auriga.
					
					 
					Nel 397 a.c. Mozia fu distrutta da Dionisio 
					II di 
					Siracusa.   
					Sòlunto  
					
					Fu fondata su una città più antica d'origine punica, ma 
					presenta l'aspetto tipico degli insediamenti ellenistici. La 
					pianta ortogonale mostra oggi le antiche vie ben conservate.
					
					 
					L'antiquarium ricco di reperti, alcune case ellenistiche 
					con interessanti dipinti, i resti di un teatro e di un bouleuterion sono le testimonianze che questo sito ci offre. 
					Fu conquistata dai romani nel 250 a.c.   
					Panormo  
					
					Fu, probabilmente, con quello di Mozia, lo scalo navale 
					cartaginese più importante, che in origine doveva essere 
					assai più arretrato rispetto all'attuale (500 metri) e 
					circondava per tre lati la città (Panormo vuol dire tutto 
					porto)   
					Nel IV sec. a.c. fu interamente fortificata in funzione 
					antigreca. Fu conquistata dai romani nel 254 a.c.   
					Il 
					museo archeologico regionale è uno tra i più 
					importanti di tutta l'area del mediterraneo. Tra gli altri, 
					i reperti più importanti di questo museo sono le sculture 
					provenienti dai templi di Selinunte (alcune metope dei 
					templi "C" ed "I" e l'Efebo bronzeo del V sec. a.c.), il famoso 
					"ariete da Siracusa" del III sec. a.c. e da Pompei il gruppo 
					di Ercole che abbatte un cervo di epoca romana.   
					Lilibeo  
					
					Dopo la distruzione di mozia, le popolazioni fenicie, sicane 
					ed elime si concentrarono qui costruendo, nel 397 a.c. una 
					fortificazione che ne fece un'importante base punica.   
					I romani la conquistarono nel 241 a.c. e la sfruttarono 
					come scalo navale per l'africa. importante per la conoscenza 
					della cultura fenicio-elima è il museo archeologico. Tra i 
					ruderi si noti l'edificio termale del III sec. d.c. 
					Erice  
					
					Fu fondata, secondo la mitologia da Erige, re degli elimi, 
					figlio di Venere. Oggi la cittadina si presenta ai 
					visitatori con un carattere più spiccatamente medioevale, e 
					di quella storia antichissima mostra soltanto le sue 
					ciclopiche mura elimo-puniche dell'VIII sec. a.c.   
					Il tempio dove si praticava il culto di venere ericina 
					era situato dove oggi è visitabile il castello di venere 
					raggiungibile dal giardino del balio, splendido punto 
					panoramico sulla pianura sottostante e sul mare.   
					Segesta  
					
					Con Erice ed Entella, Segesta fu uno dei tre centri 
					principali del popolo elimo di cui divenne presto la città 
					guida.  
					Centro internazionale, per quei tempi, era popolato da elimi, sicani, fenici, ionici e anatolici.
					 
					Rappresentò un ostacolo all'espansione di Selinunte verso 
					il Tirreno e per questo fu la prima città siciliana ad 
					allearsi con Roma durante le guerre puniche.   
					Vi si trova il famoso tempio dorico del V sec. a.c. e, 
					sulla sommità del monte barbaro, i resti della città antica 
					ed il teatro del III sec. a.c., sotto il quale sono state 
					trovate tracce di costruzioni che dimostrano che il sito era 
					già attivo dall'XI sec.   
					Naxos (734 a.c.)  
					
					E' la più antica città greca in Sicilia. Gli scavi condotti 
					all'estremità di capo schisò, hanno portato alla luce parte 
					del tracciato urbano, le mura megalitiche, tempietti e 
					sacelli.   
					l'antiquarium ospita resti del neolitico (cultura di 
					stentinello, iv-iii millennio), dell'età del bronzo (cultura 
					di thapsos 1400 a.c.) e della cultura sicùla sino all'arrivo 
					dei greci. vi sono conservati, inoltre, reperti greci, 
					romàni e bizantini.   
					Siracusa (733 a.c.)  
					
					Siracusa fu fondata un anno dopo Naxos dal corinzio 
					Archia. 
					I coloni corinzi si sostituirono agli abitanti indigeni del 
					sito, fondando il nucleo originario di quella che divenne 
					subito la più importante città dei greci d'occidente. In 
					poco tempo, infatti, l'espansione della città rese 
					necessaria là fondazione di altre colonie (Camarina, Eloro,Casmene). 
					I tiranni siracusani dettero impulso allo sviluppo 
					urbanistico della città e a Dionigi il vecchio deve la 
					fortificazione di Ortigia e le mura che circondano la città, 
					culminanti nel castello di Furialo. a Ierone II si devono il 
					teatro e l'altare che sorgono nella zona di neapolis.   
					Siracusa inizia il suo declino con la caduta in mano dei 
					romani nel 212 a.c.   
					Nell'isola di Ortigia si possono osservare il tempio di 
					Apollo (VI sec.), il duomo costruito sul tempio di Atena (V 
					sec.), le fondazioni di un tempio ionico nel palazzo vermexio e la fonte aretusa. 
					Sulla terra ferma, in zona neapolis, si trova l'anfiteatro romano, le famose latomie, 
					il teatro greco e l'altare di Ierone. Il 
					museo regionale Paolo 
					Orsi a villa Landolina, oltre ad una sezione dedicata 
					alla preistoria e alla protostoria, ospita opere famose come 
					l'afrodite anadiomène, il kouros di sombroditas (VI) e la kourotrophos, 
					un kouros dello stile severo (V sec.a.c.) e, 
					inoltre, tre rarissime xoana (statuette lignee in stile 
					dedalico del VII sec. a.c.) 
					Megara Hyblaea (729 a.c.)  
					
					Nelle vicinanze del porto d'Augusta, nonostante la 
					contraddittoria presenza degli impianti petroliferi, merita 
					una visita Megara Hyblaea. Sorta in un sito abitato già in 
					epoca neolitica. Prosperò e s'ingrandì, ma non poté 
					espandersi perché circondata dai territori occupati dalle 
					altre colonie. Nel VI sec. a.c. ebbe il suo periodo 
					migliore, testimoniato dalla quantità di opere d'arte 
					ritrovate: nel 483 fu distrutta dai siracusani e 
					abbandonata. Fu rifondata nel 340 e conquistata dai romani 
					nel 213 a.c..   
					Tra le rovine s'incontrano le mura arcaiche e quelle 
					ellenistiche, l'agorà, un tempietto in àntis e infine il 
					tempio di Era, nelle cui vicinanze sorge un piccolo museo. 
					  
					Gela (688 a.c.)  
					
					Già nel 1900 Paolo Orsi iniziò scavi sistematici che, ancora 
					oggi, continuano a riportare alla luce testimonianze della 
					presenza dell'uomo fin dai tempi preistorici. Nel 668 a.c. i 
					coloni rodio-cretesi fondarono la città sulla parte 
					orientale della collina, controllando ben presto la costa e 
					la pianura.   
					In prossimità del museo si estende l'acropoli, con i 
					resti del tempio dorico (sec. v a.c.) e del tempio arcaico 
					dedicato ad Atena (sec. vi a.c.). A nord della collina sono 
					affiorati un quartiere della città timoleonteà e un tratto 
					delle mura arcaiche.   
					Attraversata la nuova espansione urbana, si raggiunge 
					capo soprano dove le alte dune sabbiose hanno conservato le 
					mura che chiudevano l'abitato ad ovest: il tratto (circa 
					mt. 300) è in conci di pietra arenaria per la parte 
					inferiore, e mattoni crudi, delicati e di difficilissima 
					conservazione, in quella superiore; poco distante si può 
					esplorare il complesso termale del periodo timoleonteo. 
					  
					Palazzolo Acreide (664 a.c.)  
					
					Dell'antica colonia siracusana di Akrài (664 a.c.), tra ciò 
					che gli scavi hanno portato alla luce, è da notare il teatro 
					greco ed il complesso di sculture (i santoni) del III 
					secolo, dedicato alla dea Cibele.   
					Himera(650a.c.)  
					
					Fu il luogo della battaglia in cui i greci fermarono i cartaginesi nel 480 a.c.
					 
					Presenta oggi da vedere due diversi impianti urbanistici. 
					Nell'area sacra sorge il basamento del tempio dorico della 
					vittoria.  Fu distrutta dai cartaginesi nel 409 a.c. 
					  
					Selinunte (630 a.c.)  
					
					fondata da coloni megaresi, rappresentò l'avamposto 
					occidentale dell'espansionismo greco d'occidente, creando, 
					con Himera, un asse contro il mondo punico. suoi coloni 
					crearono eraclea minoa.  
					Proprio sul mare sorge l'emozionante acropoli che mostra 
					ancora la cinta muraria con porte ben conservate e i resti 
					di alcuni templi in stile classico ed ellenistico, tra i 
					quali il famoso tempio c.  
					Fuori dall'acropoli, verso ovest un importante santuario 
					dedicato a Demetra (o della malophoros). Era destinato al 
					misterioso culto che vi si praticava.  
					Ad oriente sorgono i templi più rilevanti, tra i quali il "tempio 
					G" del VI secolo.   
					Camarina (600 a.c.)  
					
					Il parco archeologico di Camarina si trova sopra un altura 
					tra due bellissime spiagge protette da un bosco. Oltre al 
					museo archeologico, vi si possono osservare i resti del 
					tempio di Athena, i ruderi dell'antico abitato e vaste 
					necropoli.   
					Eraclea minoa  
					
					e' uno dei siti archeologici più belli della sicilia situato 
					com'é, su un promontorio d'argilla bianca (capo bianco), tra 
					la macchia mediterranea e il mare. l'insediamento iniziale 
					risale al neolitico, divenne poi colonia fenicia, micenea, 
					quindi passò a sparta e infine a selinunte vi si trova un 
					bellissimo teatro col proscenio rivolto verso il mare e i 
					resti del quartiere residenziale d'epoca ellenistico-romana.
					
					 
					Akracas (580 a.c.)  
					
					Fu fondata da coloni gelesi. L'area archeologica, 
					particolarmente vasta, si estende tra le valli di due 
					torrenti (akragas e hypsas), formando un quadrilatero 
					circondato dal perimetro della cinta muraria.  
					Nella famosa "valle dei templi" si trovano i resti 
					spettacolari delle vestigia greche: il tempio di Giunone, il 
					tempio della concordia (meglio conservato), il tempio d'Ercole, 
					il tempio di Giove olimpico (il più grande, sorretto da 
					telamoni), mai completato, il tempio dei dioscuri con 
					l'annesso santuario di Demetra e kore e, infine, il tempio 
					di Vulcano.   
					Importante è il 
					museo archeologico regionale che conserva 
					reperti di grande importanza: la famosa scultura 
					greco-romana dell'efebo del v sec. a.c., un telamone 
					originale, la statua di guerriero accasciato, crateri. 
					Ceramiche e svariato materiale preistorico e protostorico.
					 
					Di particolare importanza è il sarcofago di Fedra, 
					conservato nell'adiacente chiesa di S. Nicola.  
					Il quartiere ellenistico-romano mostra pezzi di abitato 
					di epoca romana.  
					Ai margini della valle si trova il santuario rupestre di 
					Demetra (extraurbano).  
					Nel cuore della città medioevale le fondazioni della 
					chiesa di Santa Saria dei greci sono costituite dalle 
					colonne del tempio di atena.
					
					 
					Morgantina (4s9 a.c.)  
					
					Sorge vicino al paese di Aidone. Nell'antichità divenne 
					importante per la sua posizione strategica nei commerci con 
					la costa tirrenica. Prende nome da morges, il re di una 
					delle popolazioni che occuparono la Sicilia in epoca 
					proto-storica (i morgeti). Le rovine risalgono però in gran 
					parte, al periodo ellenistico-romano, epoca in cui 
					Morgantina raggiunse il suo maggiore sviluppo. Gli scavi 
					hanno portato alla luce l'agorà, il bouleuteiron, il 
					gymnasium, il macellum, le fornaci, il granaio, i quartieri 
					residenziali e, soprattutto, il teatro del iv sec. a.c. 
					  
					Tindari (396 a.c.)  
					
					Colonia siracusana, ci appare oggi nell'aspetto assunto in 
					seguito al rimaneggiamenti operati dai romani: le mura, il 
					teatro, la basilica, le strade con un' "insula", mosaici, 
					terme e terrazze. 
					Taormina (396 a.c.)  
					
					Celebre per il suo teatro d'epoca ellenistica, poi 
					trasformato dai romani per ospitarvi i giochi circensi. Da 
					una apertura nella scena del teatro si ammira l' Etna che 
					domina sul mare.  
					Inoltre sono visibili le potenti strutture murarie 
					costruite dai romani per raccogliere le acque sorgive 
					(naumachie)  |