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Il
manifesto del 376 festino di S. Rosalia...
LA
DESCRIZIONE DELLA FESTA DA UN CRONISTA QUI>>
DI
SEGUITO UN ARTICOLO tratto da "Informa
Palermo" rivista del Comune di Palermo - Agosto 2000
Una
lunga emozione di fede e di festa
Oltre 500.000 persone, la notte del 14
luglio, per il 376° Festino di Santa Rosalia. Ideato da Roberto De Simone, Goran Bregovic e Vincenzo Consolo, "Rosa del ciel" si è svelata
fra tradizione e modernità, musica sacra e contemporanea, cori e cortei
multietnici.
Affluenza record, oltre 500.000 persone, una
fiumana di gente che ha attraversato il Cassaro, dalla Cattedrale al Foro
Italico, quasi quattro ore di musica e canti che hanno portato nella Palermo
cuore del Mediterraneo gli echi suggestivi di culture lontane, dalla
Slovenia a Salonicco. Palermo non è mancata al tradizionale appuntamento
con la sua santa, ma alla devozione popolare, alla fede e al sentimento
religioso, si è unita quest'anno l'inesauribile ricchezza di un evento
multietnico: un Festino forse più religioso e più sobrio rispetto agli
ultimi anni, ma non per questo meno emozionante. L'edizione n. 376, chiamata
Rosa del del (festa di ringraziamento in onore di Santa Rosalia,
realizzata da SET Artisti Associati), ha portato la firma di tré maestri
contemporanei: il musicologo e regista napoletano Roberto De Simone, il
musicista montenegrino Goran Bregovic e lo scrittore siciliano Vincenzo
Consolo.
La notte del Festino (14 luglio) ha preso il
via dal piano della Cattedrale trasformato in un gigantesco altare, prima
buio, poi illuminato dai bellissimi effetti cromatici ideati da Franco
Ferrari: i colori dal viola al rosso; risuonavamo le note del complesso
vocale e strumentale Media Aetas (80 elementi) e la calda voce solista di
Antonella Morea, mentre Glauco Mauri, bianco dalla barba alla tunica,
recitava testi di Nostradamus, Paracelso, Borges, Consolo. Si è svelato,
così, agli occhi di centinaia di migliaia di persone il primo atto del
Festino 2000, una sacra rappresentazione che, senza rinnegare la tradizione,
ha voluto legarsi alla modernità, con sonorità antiche e ritmi moderni,
come quelli proposti dal jazz del Francesco Villani Septet. Disposti sopra
la Cattedrale, i 90 bambini del Coro delle Voci Bianche del Teatro Massimo e
i 75 componenti il Coro del Massimo; otto erano i fiati del Gruppo Ottoni
"Rosa del Ciel". Le musiche di Di Lasso, Orff, Monteverdi e dello
stesso De Simone.
Il corteo con cento figuranti (fra cui due
bellissimi gruppi di spose e sposi, tamburi e bande zigane e i Tamburinai
della Famiglia Aucello) è iniziato, subito
dopo il primo quadro, lungo corso Vittorio Emanuele, con musiche
tradizionali balcaniche e dell'Italia meridionale: a contendere alla
Santuzza il fasto del tradizionale carro (opera di Fabrizio Lupo, con
l'immagine di Santa Rosalia circondata dalle riproduzioni in miniatura dei
più importanti monumenti della città), trasportato da 12
"portatori", l'imponente macchina scenica dei bottari, ovvero la Pattuglia della Pastellessa di Portico
di Casella: 30 percussionisti sotto archi di palme, oltre mille chili di
vegetazione. Con i carri hanno sfilato i gonfaloni: quello della città, ma
anche quello di Campofelice di Roccella, Comune gemellato con Palermo nel
culto di Santa Rosalia, e di Francesco Paolo Gravina, il Pretore vissuto
alla fine del '700, "in odore" di beatificazione.
Ai Quattro Canti, il
Prodigio e la Liberazione
secondo Vincenzo Consolo, scandito dalle percussioni di Alfio Antico e dalla
voce recitante di Virgilio Villani. Quindi, la tradizionale acchianata
sul carro del sindaco Orlando, con l'omaggio floreale alla santa al grido di
: "Viva Palermo e Santa Rosalia".
A Porta Felice, sulla scalinata delle Mura
delle Cattive, è stato il momento del Triunfo, componimento di tema
religioso con le musiche di De Simone eseguite dal Gruppo Sinfonico
dell'Orchestra del Teatro Massimo (tenore Antonio Murro). L'epilogo con le Grandi
Nozze per Santa Rosalia al Foro Italico - finalmente liberato dalle
giostre, nell'ampio tratto prospiciente il mare davanti a Porta Felice - lo
ha raccontato in musica l'orchestra di Goran Bregovic, presentato sul palco
da Pippo Baudo, che ha condotto la serata da un grande schermo,
commentandola anche nella "diretta" televisiva di Tgs. Allo
scoppiare dei fuochi d'artificio - particolarmen-te belli e raffinati - la
città si è fermata con gli occhi verso il cielo. Poi, ha ripreso Bregovic,
con il Coro di Voci Bulgare del Teatro Nazionale di Sofia, il Coro di
Belgrado, l'Orchestra di Poznam, la Karandilja Brass Band, la Milan
Miadenovic Orchestra, il Balletto del Teatro Nazionale Sloveno di Maribor e
il Balletto del Teatro di Salonicco: di scena, musiche balcaniche, ora
popolari e festose, ora struggenti, con migliaia di spettatori a ballare
fino alle primissime ore del mattino.
Insieme al grande pubblico di ogni ceto,
giovani, bambini e anziani, curiosi, intellettuali e turisti, quest'anno ha
seguito la serata anche il popolo di Internet: un'altra novità del Festino
2000, infatti, è stata la presenza di "Kataweb" e di "Brava
Italia", "portale" di informazione on line dedicato
alla comunità italiana all'estero; su "Kataweb" sono state
immesse in rete le immagini della rappresentazione, consentendo così ad un
milione circa di persone di assistere virtualmente al Festino, segno di
un'ulteriore commistione, quella della tecnologia con la tradizione, della
contemporaneità con un rito antico di quattro secoli. Entusiasti i numerosi
giornalisti delle testate nazionali e internazionali: «dei colori e del
temperamento tutto siciliano che si respirava lungo le strade del Cassaro»,
«dell'atmosfera sacra a profana che assumeva la Santuzza raccontata da ogni
palermitano», «dello straordinario gioco di luci che ha trasformato la
Cattedrale in una enorme cassata». Un coro unanime: il Festino edizione 376
è piaciuto a tutti, a chi lo ha visto per la prima volta e a chi è stato
felice di rivivere questa esperienza sempre diversa.
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