PalermoWeb, il portale di Palermo
dal 1999 on line  [Sei su: La Città del Sole] Facebook Twitter YouTube Instagram
HOME PAGE
CHI SIAMO
TECNICA
ARTICOLI
ITINERARI
MAPPA
PALERMOWEB

Qualche consiglio per divertirsi ...seriamente

Se pensate che l'esperienza abbia un peso anche nella subacquea, allora dovete credermi se vi confesso che  praticando questa entusiasmante attività da tanti anni ho imparato a divertirmi seguendo alcune piccole regole su cui adesso vi invito a riflettere.

Immergetevi in pochi.

Sott'acqua meno si è e più ci si diverte. Non bisogna esagerare scendendo sotto il livello della coppia, ma trovarsi in un gruppo di 8/10 subacquei contemporaneamente non aiuta il divertimento. Pensate poi se il gruppo è al seguito di una guida, magari in una riserva: se si è in pochi tutti possono seguire le indicazioni mentre in un "plotone" i primi due o tre riescono a vedere ma gli altri possono solo immaginare o si fanno raccontare quando salgono in barca. In fondo poi anche scegliere i compagni giusti è segno di esperienza e un buon metodo per svagarsi meglio.

Non cercate la profondità ad ogni costo.

Riconosco che le prime immersioni profonde sono motivo di soddisfazione oltre che un traguardo guadagnato. Ma col tempo si impara che si va in profondità solo se c'è una ragione che lo rende necessario quale può essere la presenza di un relitto o di situazioni che si possono osservare solo a certe quote. La profondità in sé non dà felicità, anzi più spesso diverte di più una lunga immersione su bassi fondali senza difficili calcoli o il computer che ti dice di salire.

Non abbiate fretta.

Andare piano non vuol dire essere cattivi subacquei ma saper fare le cose ragionando. A partire dalla vestizione quando dimenticare qualcosa significa spesso dover rinunziare all'immersione magari per non aver guardato il manometro dell'aria che segnava solo 50 atm o aver trascurato di "sentire" eventuali perdite da una rubinetteria difettosa. Prendete quindi il tempo che vi serve e se sapete di essere lenti, poco male, basta iniziare un po' prima degli altri per non sentirsi la pressione addosso. Sott'acqua poi vale la regola che ci si adegua alla velocità del più lento, ma vale anche la regola che chi va piano vede più cose e con un ritmo lento anche i risparmi di aria sono maggiori e si gusta più ogni esplorazione dei  fondali.

Occhio all'assetto.

I risparmi d'aria a cui prima si accennava sono anche il risultato di una padronanza dell'assetto a cui ognuno dovrebbe tendere per sapersi muoversi senza peso in ogni circostanza, dalla immersione in parete all'esplorazione in grotta, dalle visite ai relitti alle soste di decompressione. Vanno raffinate le tecniche che si imparano già nei corsi di primo livello fino al punto di sapere compiere un "hovering" in automatismo, bilanciando la spinta del gav e il volume dei polmoni in modo ottimale. Non si deve pensare che sia una cosa per istruttori o per "sfigati"; al contrario deve divenire bagaglio indispensabile di ogni sub, qualunque siano i motivi per cui ci si immerge.

Riducete la zavorra al minimo.

Si diceva della sensazione di libertà; ebbene non essere sovraccarichi, ovvero raggiungere la giusta pesata, riduce la fatica, diminuisce il consumo d'aria, aumenta la durata dell'immersione. E' chiaro che molto dipende dal tipo di muta che si usa e dall'attrezzatura che si ha con sé ma vale la pena modificare se il caso la quantità di pesi che si utilizzano per godersi un'immersione in tutto relax.

Sappiatevi orientare.

Quante volte vi siete chiesti come ha fatto l'istruttore o la guida a ritrovare la cima dell'ancora da cui eravate partiti? Sviluppare quindi la capacità e il senso di orientamento è fondamentale per sentirsi più tranquilli e per far questo occorre da un lato migliorare la propria capacità di osservazione, dall'altro fare sempre più frequentemente uso della bussola in modo da imparare a consultarla come oggi si fa con gli onnipresenti, indispensabili  telefonini.

Preparatevi a ciò che vedrete.

Sott'acqua le cose si complicano rispetto alla terra ferma dove bene o male sappiamo riconoscere le cose che osserviamo. Forse sappiamo identificare alcuni pesci ma certo per tutto il resto  siamo di fronte a forme di vegetazione, di fauna, in breve a un ecosistema completamente sconosciuto. Allora un buon briefing dell'istruttore o della guida fa le differenza: una mappa di riferimento, i diversi ambienti ben segnalati, le zone più interessanti e magari anche gli eventuali pericoli evidenziati prima di mettere la testa sott'acqua rendono più piacevole, più costruttiva l'immersione, aumentano la capacità di partecipazione e stimolano lo spirito di ricerca. E a quest'ultimo riguardo ricordiamo che molto sta anche a noi  se sapremo trovare cose interessanti, nel senso che dovremo imparare cosa cercare a seconda dei luoghi; ad esempio non dovremo aspettarci di trovare gorgonie rosse in un punto in cui non ci sono segni di corrente ovvero sbirceremo tra le lamiere di un relitto certi o quasi di trovare dei gronchi e o delle mustie.

Sapere cosa cercare significa anche sapersi orientare sui diversi organismi che si incontrano e distinguere quelli banali, individuabili dappertutto, da quelli più rari oppure le cui abitudini li rendono più difficili da osservare.

Non c'è nulla di trascendentale come vedete nelle strade appena suggerite ma state certi che non tenerne conto rischia di trasformare le vostre  immersioni in esperienze scialbe e soprattutto poco stimolanti. Viceversa se a distanza di settimane dalle vostre prime scoperte sarete ancora lì ogni fine settimana con l'ansia di rimettervi la muta, allora avrete capito come va coltivata questa meravigliosa passione.

 PalermoWeb - Reg.Trib. Pa. n.26-17/09/07 - 1999-202x ©Copyright PalermoWeb - Direttore: Rosalinda Camarda - Hosting Aruba