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Monumenti
L'Arsenale Militare Borbonico

Dove si trova
Museo del Mare
via dell'Arsenale, 142

Orari di visita
mar-dom 9.30 - 12.00

Info
Tel. 091 361309
www.arsenaledipalermo.it

Da vedere nelle vicinanze
Palazzo De Gregorio del 700
Palazzo Montalbo del 700


(foto ©PalermoWeb)

L'Arsenale si trova ubicato nella parte terminale dell'attuale Via Cristoforo Colombo e confina ad est con la sede della Fincantieri ed ad ovest con la splendida villa dei Marchesi De Gregorio.

Dal lato meridionale è separato dal mare da un padiglione demaniale adibito ad officina del cantiere  navale.

Nella parte retrostante dove attualmente si lavorano le lamiere, esisteva una zona coperta, (bombardata durante l'ultima guerra) che veniva utilizzata per la costruzione delle imbarcazioni della Real Marina o di armatori privati.

La Via del Molo, antico nome dell'odierna strada, era molto importante per la vita di tutta la città anche perché da essa doveva necessariamente passare,  chi arrivava o partiva da Palermo in quanto tutte le navi di una certa stazza, ormeggiavano in prossimità dell'Arsenale.

Il molo era noto a tutti, in quanto denominato " La Muraglia d'argento ", poiché, l'opera , colossale della costruzione del nuovo porto di Palermo, realizzata  fra il 1567 e il 1590, era costata tanti scudi d'argento (circa 6  milioni)

Tutta la zona circostante il monumento dovrebbe essere valorizzata in quanto oggi costituisce una naturale area museale. Infatti nelle vicinanze si , trovano il Palazzo Montalbo, Villa De Gregorio, il Cippo Smiriglio, il Bacino in pietra dei Florio, i Cantieri Florio, il Cimitero Inglese, il Lazzeretto, la Nave di Pietra, lo Stabilimento Termale dellAcquasanta.

L'Arsenale è stato eretto nel 1621-30 su progetto dell'architetto palermitano Mariano Smiriglio che anche in altre sue opere ha interpretato  il manierismo italiano.

L'edificio occupa uno spazio rettangolare. Al piano terra vi sono sei arcate che  proseguivano nell'atrio retrostante oggi non più coperto. Le arcate, attualmente tompagnate, ospitavano gli scafi in costruzione che su scivoli venivano poi  varati.

Il piano superiore è distinto dal piano terra tramite una cornice a marcapiano che  funse da appoggio, per un ballatoio  sul quale montava la guardia armata e dove si aprono sei grandi finestre ad edicola classica.

Nella parte superiore della facciata, al centro, sormontata dallo stemma borbonico a testa d'aquila, si trova una iscrizione marmorea che riporta la seguente scritta: Philippi IV Hispan, utriusque Siciliae regis III, auspiciis  augustis navale armamentarium, inchoatum, pefectum MDCXXX.

L'uso attuale dell'Arsenale è condizionato dai prossimi lavori di restauro e il provvisorio allestimento di mostre, convegni e  manifestazioni culturali da parte del Comitato pro Arsenale Borbonico ha come scopo principale, senza fini di lucro quello di tenere sempre alta l'attenzione verso il completo utilizzo del seicentesco edificio.

L'Arsenale oggi è sede del Museo del Mare.


L'Arsenale della Real Marina Borbonica viene costruito secondo il piano politico della Monarchia Spagnola di quei tempi di rendere autosufficienti per la difesa, ma anche per la costruzione del naviglio militare, le più importanti piazze militari del Regno di Spagna.

L'iniziativa della costruzione dell'Arsenale più che al Viceré Francesco De Castro, fu dovuta, secondo il Villabianca, a Diego Pimentel, Generale delle squadre delle galee di Sicilia; la prima pietra, benedetta dal cardinale Doria, fu buttata dalla Vice-regina la domenica 24 gennaio del 1621, al tempo del Viceré Conte Francesco De Castro e del Pretore di Palermo Antonio Raquesens Conte di Buscemi; l'opera fu portata a termine nel 1630 quando regnava Filippo IV di Spagna e III Re delle Due Sicilie; ed era Viceré Francesco Fernandez De la Cueva, Duca D'Albunquerque.

L'Arsenale si trova ubicato nella parte terminale dell'attuale Via Cristoforo Colombo, che prima era chiamata "la Vìa del Molo", dove ormeggiavano, in prossimità dell'Arsenale, le navi di una certa stazza; la "Via del Molo" era molto importante, perché da essa doveva necessariamente passare chi arrivava o partiva da Palermo; del resto il Molo era noto a tutti, in quanto era denominato ''la Muraglia d'Argento", perché era costata tanti "scudi d'argento", circa sei milioni di allora, quando fu costruito (nel 1567- 1590) il nuovo porto di Palermo.

L'Arsenale, costruito su progetto dell'architetto palermitano Mariano Smeriglio, si articola su pianta quasi quadrata, occupa uno spazio triangolare, il corpo principale è prospiciente il mare; questo corpo si sviluppa su due livelli: il pianterreno che si articola su quattro alti fornici [arco con funzione di passaggio e anche come sostegno di una struttura architettonica], coperti da volte a botte e da altri due portici laterali (oggi solo uno di questi appare coperto da una volta a crociera, però di dubbia originalità).

Le arcate ospitavano gli scafi in costruzione, che su scivoli venivano poi varati. Il piano superiore è distinto dal piano terra da una cornice a marcapiano [striscia in rilievo sulla parte esterna come limite tra un piano e l'altro], che serve da appoggio per un ballatoio sul quale montava la guardia armata e dove si aprono sei finestre ad edicola classica.

Il piano superiore è composto di quattro grandi ambienti centrali e da due ambienti di più ridotte dimensioni; nel primo piano erano situati gli appartamenti dell'Ammiraglio (prima la dimora del "Generale delle galee" era nel palazzo del Marchese Emanuele Viallabianca alla Cala).

Il piano terra si articolava pure su grandi gallerie, che partendo dagli archi di prospetto, erano coperti, nella parte sottostante il palazzo, da volte a botte, e nella parte più consistente da volte a crociera: il sistema consentiva un attraversamento sia longitudinale che ortogonale (perpendicolare).

Sui due lati e sul retro gallerie e locali più bassi, coperti da tetti ad una falda (strato largo e sottile), che erano occupati da officine e da magazzini. Ai due angoli, della parte ora demolita, c'erano le garitte delle sentinelle.

Il prospetto principale è scandito da sei archi, più alti quelli centrali, e anche da lesene [risalto decorativo a forma di pilastro sulla superficie del muro] e da grandi finestroni; sulla lesena centrale c'è Io stemma Borbonico con una grande aquila e con l'iscrizione in latino: "Phlippi IV Hispan, utriiusque Siciliane regis III, auspiciìs faustis navale armamentarium inchoatum, perfectum an. Salutis MDCXXX" (con i fausti auspici di Filippo IV di Spagna, III re delle Due Sicilie, l'incompiuto arsenale navale fu ultimato nell'anno della Redenzione 1630).

La parte retrostante, oggi demolita, era delimitata da muri di minore altezza rispetto alle dimensioni del primo ordine del prospetto, ma esprimeva una grande qualità architettonica, come dimostra l'unico muro superstite sul lato meridionale; questo muro infatti ha grandi finestre con fasce a rilievo ed è abbellito dal concio [pietra squadrata] dell'arco; all'interno venti grandi pilastri reggevano un imponente sistema di colte a crociera che copriva un unico immenso ambiente. 

I bombardamenti del 1943 produssero gravi danni; oggi si prevede il restauro di questo importante monumento. Nell'Arsenale venivano costruiti gli sciabecchi, la feluca, il bertone, l'alalungara, le berche cannoniere, ecc. (vds. NOTA). Oltre che per la costruzione delle galee, l'Arsenale era un punto di riferimento per le flotte che nel mare di Sicilia potevano avere avarie che venivano riparate da maestranze qualificate.

All'interno dell'Arsenale sono custoditi due cannoni che nella parte retrosuperiore hanno lo stemma borbonico; questi cannoni quasi certamente erano posti a guardia della parte settentrionale della Città. Nell'Arsenale negli ultimi anni del secolo XVIII (fino alla rivolta a Palermo del 1848) venivano asserragliati i condannati alla pena del remo cioè i rematori nelle galere (le galee).

L'Arsenale oggi, in via di restauro, è sede di provvisori allestimenti di mostre, di convegni e di manifestazioni culturali, promossi dal Comitato pro Arsenale Borbonico.

Intorno all'Arsenale c'è un'area monumentale:
Villa De Gregorio (i Marchesi De Gregorio);
Palazzo Montalbo (oggi sede del Centro Regionale del Restauro);
Quinta Casa - dei padri Gesuiti (oggi Scuola Media "Antonello da Messina");
Cantieri Florio; II Lazzaretto (ospedale);
Lo Stabilimento Termale dell'Acqua Santa (santa perché eliminava i disturbi digestivi e curava la stipsi).

NOTA:
- lo sciabecco (fra 150 - 200 tonnellate di stazza) aveva un armamento di circa 20 cannoni; era molto veloce: aveva tre alberi;
- la feluca imbarcazione a bassa sponda, molto leggera, senza ponte,aveva due alberi e la vela latina (cioè triangolare):
- il bertone bastimento tondo, molto utilizzato per il trasporto costiero delle merci: aveva tre alberi e la vela quadra (a forma di trapezio);
- l'alalungara da allunga, pesce delle coste palermitane) lunga circa 12 metri con la prora (prua) svasata leggermente in fuori e con la poppa a rientrare, era a quattro remi e con la vela latina;
- le barche cannoniere barche lunghe circa 12 metri, avevano un solo albero e vela latina, era armata con un cannone leggero, messo a proravia (cioè verso la prua).


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