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 Lo "Zingaro"

L'essenza della natura in Sicilia: questo è lo Zingaro... un territorio che rispecchia le caratteristiche di una terra e di un mare che si integrano in un ambiente unico.

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La costa dello Zingaro è una delle pochissime, in Sicilia, senza strada litoranea.

Non è una nota irrilevante; e non è un caso, ne (tanto meno) una dimenticanza di coloro che ritengono chiave di sviluppo e di progresso l'apertura di nuove strade. Non è una nota irrilevante, perché un carattere importante della Riserva è la continuità di suolo e di acque, di piante e animali, dallo spartiacque montano fino alla riva e ancora più giù, nelle profondità del mare. Non è un caso, perché una strada litoranea era stata «prevista» fin dai primi anni 70 ed effettivamente iniziata nel 1976. Per ottenere la sospensione dei lavori e la revoca del finanziamento, dal 1980 al 1981 le Associazioni na-turalistiche, organizzando la marcia di protesta di migliaia di persone e simbolica «presa di possesso» dell'area, coinvolgendo la stampa regionale e nazionale, trascinarono i cittadini siciliani in un entusiasmante «crescendo» di opposizione, fino a ottenere la legge che istituisce la Riserva.

Per apprezzare quanto è stato salvato dall'asfalto e dalla lottizzazione bisogna arrivare alla Riserva da Nord, da San Vito cioè, e osservare il chilometro circa di strada già aperta prima che si riuscisse a bloccare i lavori. Le ferite di Monte Acci, ben visibili e ancora per molto tempo, da Cala Grottazza a poco prima della Tonnarella dell'Uzzo, da sole esprimono il miglior commento.

Aderendo al movimento di opinione contro l'apertura della strada costiera, l'Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana nel 1980 dichiarava l'impegno di espropriare l'area dello Zingaro in quanto, anche se non boscata, di grande interesse ambientale: un importante passo verso l'istituzione della Riserva, poi formalmente definita «Riserva Naturale Orientata» con la Legge della Regione Siciliana n. 98 del 1981. La medesima Legge — che prevede altre 19 riserve, ma solo come toponimi — ne delimita il perimetro, ne definisce la normativa di massima e ne affida la gestione all'Azienda Foreste Demaniali. Il Termine «Orientata» precisa che la gestione dell'area dovrà dirigere e favorire l'evoluzione della flora e della fauna verso la loro massima potenzialità, attraverso opportuni interventi quali rimboschimenti, ripopolamenti, prelievi di specie in esuberanza, ecc... Negli ambiti comunali di S. Vito lo Capo e Castellammare del Golfo, in prov. di Trapani, la Riserva, estesa circa 1620 ha, è stata quasi interamente demanializzata nel 1982, tranne piccole aree tuttora coltivate (in gergo locale «oasi») e le relative case in uso.

Inizia, da allora, l'attuazione di un preciso piano di sistemazione e gestione finalizzato: al recupero naturalistico dell'area con piantagioni e ripopolamenti, entrambi esclusivamente con specie autoctone; alla regolamentazione del pascolo; al restauro degli immobili esistenti nel rispetto delle tipologie tradizionali; alla ricerca scientifica tramite collaborazioni con istituti dell'Università di Palermo; alla pubblica fruizione mediante il ripristino dei sentieri esistenti, l'allestimento dei centri di visita, didattici e ricreativi. Dentro la Riserva non entrano, per regolamento, veicoli. Il materiale da costruzione deve essere trasportato con muli e asini, ogni lavoro va eseguito a mano, come un tempo. Voglia, quindi, comprendere il visitatore se parte delle strutture di pubblica fruizione indicate nella mappa a tergo ancora non saranno ultimate. Occorreranno parecchi anni per la totale realizzazione del progetto illustrato a mezzo dei vari simboli.

Lungo un percorso di oltre 7 Km. di costa, con strapiombanti falesie che da un'altezza massima di 913 mt. portano rapidamente al mare, lo Zingaro, vissuto a piedi, incanta per la sua aspra bellezza, per i colori intensi in ogni stagione: il profumato mare turchese, le bianche calette, le onnipresenti verdi palme nane, i rigogliosi lentischi e terebinti, i tenaci olivastri e carrubi, gli sgargianti colori dei fiori primaverili e autunnali nei pascoli, il dorato mantello estivo delle falde dei monti, le armoniose forme delle casette rurali... Infatti, lo Zingaro è anche e soprattutto una «riserva del paesaggio», un antico sodalizio dell'uomo con la Terra. Sul piano strettamente naturalistico non gli si attribuisce un eccezionale valore, però questo lembo di terra - miracolosamente sopravvissuto quasi integro e probabilmente esempio unico in tutta la fascia costiera siciliana - permette di approfondire, attraverso le indagini sui suoi contenuti floristici e faunistici, le conoscenze scientifiche dei popolamenti biologici del ben più vasto areale della Sicilia Nord-Occidentale (a cui esso appartiene) oramai sconvolto da una pesante e disordinata antropizzazione.

In sintesi, i fini istituzionali di Riserva Naturale consistono nel voler custodire per le future generazioni un frammento di memoria di questa parte della Sicilia, con il suo contenuto paesaggistico, biologico e antropologico, quest'ultimo soprattutto come «cultura materiale».

Preferibile, comunque, sarebbe stata l'istituzione dello Zingaro in «Riserva Naturale Costiera», poiché mare e terra rivestono ruoli equivalenti, in quanto componenti diversi di un unico «sistema biologico». Attualmente, invece, l'area protetta si limita alla terraferma. Per questo motivo è stato richiesto allo Stato (che conserva la competenza in questa materia) di tutelare anche il mare, istituendo il «Parco marino dello Zingaro». Nel frattempo, sensibile alle istanze avanzate, con propria ordinanza la Capitaneria di Porto di Trapani ha provveduto a regolamentarvi la navigazione. Le prerogative essenziali della Riserva sono fondate sulla tutela della quiete e tranquillità dei luoghi. Essa, come ogni altra area protetta, ha un limite massimo di carico di visitatori. Queste motivazioni devono far riflettere ad entrare nello Zingaro con rispetto, per scoprirne i valori, gli itinerari, gli insegnamenti. Purtroppo, in questi anni di gestione, lo scopo della maggior parte dei visitatori è stato rivolto alla balneazione. Se in futuro l'afflusso dovesse aumentare fino all'incompatibilità con i fini istituzionali della Riserva, non ci si stupisca se si sarà costretti a regolamentarne l'accesso.

Per la concreta e quotidiana gestione ed amministrazione della Riserva sono previsti uno specifico «Ufficio» e un «Direttore», entrambi con sede sul posto, mentre l'Azienda Foreste, che opera a livello regionale, si riserva il compito della programmazione degli interventi nell'area. Nel frattempo, in attesa che venga reperito tutto il personale occorrente per il funzionamento del suddetto Ufficio, l'Azienda si avvale dell'Ispettorato Dipartimentale delle Foreste di Trapani.

Prima del «Progetto Zingaro», non era possibile basarsi su precedenti esperienze siciliane riguardanti la delicata e complessa gestione di riserve e parchi. Da questo punto di vista, la Riserva dello Zingaro va considerata una vera scuola, un laboratorio di verifica della politica ambientale in Sicilia: un fondamentale riferimento -positivo si spera -per le scelte gestionali di tutte quante le altre riserve siciliane che, dopo una serie di difficoltà, stanno per decollare.

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