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MONDELLO WEB: L'AMP di Capo Gallo

AREA PROTETTA: QUATTRO MIGLIA DI MARE

di UMBERTO TRAPANI

Non diremmo nulla dì nuovo se ricordassimo che Mondello e il suo mare sono diventati ormai un binomio di scoperte inesauribili e più ancora di bellezze naturali e non solo naturali da difendere e valorizzare.

Quanto si è detto su questa realtà ha avuto sino ad oggi il merito di riproporre all'attenzione di tutti il valore di un patrimonio che ci appartiene e soprattutto per questo merita rispetto anche a costo di qual-che sacrificio o limitazione. L'osservazione è d'obbligo quando si parla di una delle più recenti iniziative ambientalistiche destinata a modificare non poco la fruibilità e l'evoluzione di quest'area di mare tanto cara.

Parliamo dell'istituzione dell'area marina protetta denominata "'Capo Gallo - Isola delle Femmine" sancita dal decreto ministeriale 24 luglio 2002 divenuto operante dal 1 ottobre dello stesso anno. Essa segue la creazione della riserva naturale orientata di Isola delle Femmine voluta dalla Regione Sicilia nel 1997 e costituisce in ordine di tempo la penultima delle aree marine protette istituite in Sicilia, preceduta da quelle di Ostica (prima in assoluto tra le riserve nazionali dal 1986). delle Isole dei Ciclopi e delle Egadi e seguita a pochi mesi di distanza da quella dell'arcipelago delle Pelagie (decreto del 21 ottobre 2002). Mondello e il suo mare siglano pertanto quindici anni di politica ambientalista siciliana e aprono un nuovo capitolo nella storia dello sviluppo naturale, turistico ed economico di questo tratto di costa regionale.

Si tratta di poco più di quattro miglia di mare frequentatissime poiché in esse transita l'intero parco imbarcazioni del capoluogo palermitano che, com'è noto, ha alcuni dei suoi approdi turistici più affollati (Barcarello, Sferracavallo e Isola delle Femmine) compresi proprio nello specchio d'acqua interessato dalla nuova area protetta: discorso a parte ma strettamente connesso è quello dell'escursionismo subacqueo che sempre in questa zona conta il maggior numero di centri e di mete di immersione.

Si è indotti a pensare che proprio l'intenso sfruttamento di questo tratto di mare così suggestivo abbia indotto a tutelarne l'integrità; lo si è fatto, come si vedrà, con misure severe e gravando di compiti molto impegnativi l'ente - al momento da nominare - che gestirà l'area. Inutile dire quindi che i sacrifici chiesti ai diportisti trovano ragione in una prospettiva di difesa e di valorizzazione ambientale a cui bisogna credere ma che andrà compensata con il miglioramento di quella "funzionalità" dell'area che in atto, e sotto diversi profili, manca.

Ma vediamo cosa cambierà in dettaglio.

Divieti generalizzati di accesso, navigazione e sosta sono previsti per le zone "A" di riserva integrale in cui viene interdetto inoltre qualunque tipo di immersione e di pesca sportiva. La prima area interessata è quella prospiciente Capo Gallo (dalla Puntazza ad ovest del faro sino a quest'ultimo) corrispondente a un tratto di costa di poco meno di 1 km e un'estensione massima a mare di 700 m.
E' uno degli angoli più suggestivi dell'intera area, riparata dalle alte pareti della montagna, impreziosita dalla limpidezza delle acque della Baia del Silenzio, meta di escursioni subacquee per la presenza tra l'altro della grotta sommersa della Mazzara.

La seconda area è costituita dal tratto di mare nord-occidentale e nord-orientale dell'Isola delle Femmine, una sorta di ferro di cavallo che circonda per metà l'isolotto con un'estensione dalla terra ferma variabile da 300 a 500 m. e sino a una batimetrica di 57 m.
Qui può dirsi che trovano riparo e motivo di sosta quasi tutte le numerose imbarcazioni in escursione dai porticcioli vicini a motivo del fatto che l'isolotto "copre" sia dal maestrale, che dal grecale, oltre ad essere lambito da un mare cristallino. Anche i subacquei sono affezionati a queste acque sotto cui si stendono gradini di roccia fioriti e popolati.

Ovviamente più estesa la zona "B" di riserva generale che comprende tre aree: il tratto di mare tutt'intorno Capo Gallo circostante la zona A, in pratica una L che dal lato di Mondello gira e si estende sino quasi a Barcarello in prossimità di Sferracavallo per un totale di circa 3,5 km e una distanza massima dalla costa di 500 m.; inoltre il tratto di mare tutt'intorno l'Isola delle Femmine e circostante anche la zona A; infine il piccolo tratto tra Punta della Catena e Punta Matese. In tutte queste zone la navigazione sarà consentita ai soli natanti, purché a velocità non superiore ai 5 nodi e in rotta verso gli ormeggi appositamente predisposti; permane il divieto per qualunque tipo di pesca e le immersioni sono ammesse solo previa autorizzazione concessa dall'ente gestore. Come si vede anche qui i diportisti non avranno vita facile ma la normativa sottintende obblighi precisi anche per Famministrazione della riserva.

Infine la zona "C" di riserva parziale che comprende il residuo tratto di mare all'interno del perimetro dell'area marina protetta (di fatto una specie di trapezio rivolto verso terra con il lato più lungo di 9 km e una distanza massima dalla costa di 4 km) dove tutte le imbarcazioni, natanti e non, potranno transitare a una velocità non superiore ai 10 nodi, potranno ancorare in zone individuate e ormeggiare a gavitelli appositamente predisposti. Saranno consentite le immersioni ma non la pesca sportiva eccetto quella effettuata dai residenti con "canna e lenza senza mulinello".

Difficile prevedere quando tutte queste limitazioni diverranno operanti non esistendo al momento né gli organismi preposti alla gestione della riserva, né alcuna segnalazione a mare dei confini delle varie zone. Prudenza impone tuttavia che, a stagione estiva iniziata, ogni diportista si informi presso la Capitaneria competente sui possibili sviluppi del progetto per verificarne gli effetti più immediati.

Ciò per sottolineare che l'istituzione della riserva di Capo Gallo-Isola delle Femmine persegue finalità diverse che vanno molto oltre la semplice regolamentazione della fruibilità dello spazio-acqua individuato; esse riguardano la valorizzazione delle risorse biologiche attraverso anche la diffusione della conoscenza dell'ecologia dell'ambiente marino, l'effettuazione di programmi di ricerca scientifica, la promozione dì uno sviluppo socio-economico compatibile con la rilevanza naturalistico-paesaggistica dell'area. Visti in questa prospettiva si è certi che anche i vincoli imposti a ciascun appassionato navigatore o subacqueo diverranno più facilmente accettabili.

L'opinione del biologo
Le riserve devono essere viste come uno strumento capace di promuovere lo sviluppo economico nella salvaguardia della natura attraverso interventi razionali contenenti le giuste soglie dimensionali per tenere elevata la qualità dell'ambiente e in esso dei servizi. Penso ad esempio ai porticcioli turistici che, presi in se, possono essere un intervento inquinante e quindi contraddittorio con le riserve ma il divieto puro e semplice di costruirli non serve a nulla, anzi. In mare inoltre imporre divieti totali in determinate aree da risanare o da proteggere senza aver predisposto ai margini o in seno ad esse punti di approdo o di raccolta delle imbarcazioni con tutti i servizi ecologicamente compatibili significa non voler tutelare l'ambiente anche perché è praticamente impossibile controllare chilometri e chilometri di costa. In definitiva una riserva è utile o è meglio non farla e se si fa deve esserlo seriamente.
Carlo Enrico Bazzani

L'opinione dell'esperto di didattica subacquea
Proteggere non vuoi dire "congelare" un'area di mare.
In altri termini mettere in vetrina uno specchio d'acqua più o meno grande non deve comprometterne la fruibilità e questo in altri paesi è già stato compreso e risolto creando delle riserve in grado di attirare la nautica da diporto e la subacquea ricreativa al punto da trasformarle nei migliori utenti di queste zone altrimenti difficilmente raggiungibili. Il problema nel caso di Capo Gallo-Isola delle Femmine assume un rilievo particolare considerata l'ampiezza delle aree di riserva integrale. Tutti vogliamo una natura protetta ma nel rispetto di una società viva, quindi di un ambiente non precluso all'uomo, se l'applicazione delle norme sarà letterale e restritttiva non ci troveremo di fronte ad un parco naturalistico, quanto, piuttosto, ad un giardino privato.
Marcello Vinciguerra



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