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MONDELLO WEB: i fondali di Capo Gallo

di Umberto Trapani

Una delle realtà biologiche più apprezzate del mare di Mondello
Diciamo pure che il mare di Mondello è una delle poche realtà locali che il tempo e l'uomo non sono riusciti a cambiare. Il suo patrimonio naturale e storico può dirsi immutato come inalterato è il fascino che la sua scoperta sa procurare a chi ami l'attività subacquea intesa nelle sue espressioni più costruttive. Nel sottolinearlo è spontaneo il riferimento alle decine di immersioni che si possono effettuare in grotte, lungo pareti, su distese rocciose o di sabbia, su relitti o su fondali in cui ancora si conservano vestigia archeologiche della zona e si è certi che gli itinerari possibili non riuscirebbero ad esaurire l'esperienza subacquea di un comune appassionato di mare.

Questa volta però ci sia consentito di non soffermarci su particolari tratti dei fondali per rendere omaggio a una delle realtà biologiche più apprezzate e fotografate del mare di Mondello. Parliamo delle gorgonie, presenza diffusa e suggestiva di questa piccola perla del sesto continente, soggetto ricercato dei fotografi, materia di studio e - oggi ancora di più con l'istituzione della Riserva Marina di Isola delle Femmine e di Capo Gallo - obiettivo di tutela per il significato particolare che la sua presenza determina nell'ecosistema di cui fa parte.

Con il termine gorgonie si intendono comunemente quegli animali (anche se molti neofiti pensano appartengano al mondo vegetale) con aspetto arborescente e ramificato che si diversificano tra loro, oltre che per le dimensioni, per il colore. Tutti le chiamano gorgonie rosse, gialle e bianche, a volte non sapendo esattamente che ai vari colori corrispondono specie diverse. Il nome scientifico della gorgonia rossa è "paramuricea clavata", quello della gorgonia gialla è "eunicella cavolini" mentre esistono due tipi di gorgonie bianche: "eunicella singularis" e "eunicella verrucosa". Appartengono tutte alla classe Entozoi, sottoclasse Ottocoralli e all'ordine Gorgonacei. A quest'ultimo ordine appartiene anche il notissimo e raro "corrallium rubrum" che pure è presente nei fondali ad occidente dell'Isolotto di Isola delle Femmine a una quota di circa 50 m.

La "paramuricea clavata" è la gorgonia per antonomasia, che sviluppa grandi colonie arborescenti con molte ramificazioni disposte su un unico piano. Lo scheletro è spesso e corneo, può arrivare al metro e cinquanta di altezza se le condizioni ambientali sono favorevoli. La sua presenza è minimo di immersione impegnativa, considerato che solitamente la si trova oltre i 30 metri di profondità, spesso su pareti verticali che sprofondano nel blu. Il colore varia dal rosso al viola ma in alcune zone esiste una variante con le estremità gialle. I sub più esperti avranno certamente fatto il suo incontro lungo i "finestroni" dell'Isolotto di Isola e più ancora lungo le pareti e i cosiddetti canyon ad ovest dello stesso.

"Eunicella cavolini" è la gorgonia che si trova a profondità minore (da pochi metri fino a 50-60), probabilmente la più nota alla maggioranza dei subacquei. Anch'essa ha forma arborescente ma non supera i 30-40 cm di altezza. Il colore della colonia varia dal giallo pallido sino all'arancione. Anche i subacquei alle prime armi l'avranno potuta ammirare facendo le prime esperienze sui bassi fondali di Capo Gallo o girando attorno al "picco" della Secca Palidda. Meno facili da ammirare invece restano l' "eunicella singularis" di colere bianco-verdastro, e l' "eimicella verrucosa" di coire bianco candido con ramificazioni corte e polipi molto sporgenti che ama le profondità tra i 25 e i 50 metri.

Le gorgonie sono animali coloniali, ovvero formati da moltissimi individui, l'unità strutturale è il polipo, di forma cilindrica; la parte inferiore è chiamata disco basale, mentre l'apice è circondato da una corona di tentacoli che delimitano la bocca, al di sotto della quale abbiamo la cavità gastrovascolare. I tentacoli sono in perenne movimento, nel tentativo di catturare le particelle di cibo sospese nell'acqua.

Non sembra, ma questi bellissimi ventagli rossi o bianchi, sporgenti dalle pareti delle "cigliate" di Isola o

emergenti dai più alti fondali della Baia del Silenzio sono animali "sospensivori", forme esclusivamente bentoniche saldamente ancorate al substrato, soprattutto in zone scarsamente illuminate e battute dalla corrente, fondamentale per il trasporto del plancton e delle parti-celle organiche di cui si nutrono. Le colonie si accrescono per gemmazione, gli individui che si trovano ai margini delle ramificazioni proliferano e "allungano" la colonia. Frequentemente sui rami delle gorgonie vivono altre specie animali (il bivalve Pteria hirando, l'echinoderma Astrospartus meditterraneeus, briozoi tunicati) oppure sono deposte le uova da pesci (gattucci ad esempio), nubibranchi o cefalopodi.

L'attrattiva fotografica di questi organismi è tale che ci si permette di soffermarci brevemente su questo argomento. Le gorgonie sono soggetti statici, semplici e molto coreografici che si prestano a ogni tipo di immagine. Per la foto ambiente i grandangoli più spinti vanno benissimo, consentendo di ridurre al minimo la "spessore" di acqua tra la pellicola e il soggetto, e quindi di avere maggiore nitidezza e incisività.

Per la macro è ottimo un 100 macro, che consente di stare più lontani rispetto al 50 mm e quindi illuminare più facilmente il soggetto avendo profondità di campo maggiore. Preferite pellicole a bassa sensibilità che esaltano i colori e i dettagli ma attenzione alle paramuricee che assorbono molta luce e tendono a risultare troppo scure mentre le eunicelle si comportano in modo esattamente opposto.


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