ROSA DEL CIEL
di Giulio Artioli 376° FESTINO DI SANTA ROSALIA A PALERMO
Il Festino
di quest'anno è stato una macchina teatrale mastodontica, che dalla
Cattedrale alla Marina, ha macinato musica, danze, parole, suoni e
suggestioni per il popolo dei devoti di Santa Rosalia. Novanta i bimbi che hanno cantato nel Coro di voci bianche del
teatro Massimo, nel primo atto della rappresentazione: oltre 75 le
voci adulte del Coro del
Massimo, 80 i musicisti del gruppo
"Media Aetas", sette i componenti dell'ensemble di Francesco
Villani, otto i fiati del gruppo "Rosa
del Ciel". Poi il corteo, un lungo dispiegarsi di coreografie animate da spose,
sposi e bande zigane, protagonisti e comparse della "strana
favola" ideata da Goran Bregovic: 100 in tutto i figuranti che
hanno percorso il Cassaro fino a Porta Felice, il più giovane dei
quali ha appena compiuto 18 anni. Con loro hanno sciamato lungo il Corso i 12 componenti della
Karandilja Brass band, i 13 musicisti dell'Orchestra di Milan
Mladenovic, i 25 ballerini del Teatro di
Salonicco, i 10 tamburini della Famiglia Aucello. Hanno completato il "cast" del
376° Festino di Santa Rosalia i 70
orchestrali della Sinfonica del Teatro
Massimo, che hanno suonato nel quarto atto a Porta Felice, e i 90
musicisti di Goran Bregovic, che si sono esibiti nell'epilogo alla
Marina. Sul versante operativo, 80 persone sono state impegnate per il lavoro
tecnico, 40 sono i macchinisti, 30 hanno gestito e coordinato la
regia, dislocati nei punti nevralgici. Ci sono stati gli artisti, ma ci sono anche gli splendidi apparati
realizzati da Fabio Lupo e Nicola Rubertelli, veri e propri
"impianti della meraviglia". Il carro dei bottari che ha accolto 30 musicisti, pesa 15 tonnellate;
è alto 7 metri, lungo 12 e largo 5; è interamente realizzato in
legno e ferro, ed è rivestito di palme del
peso di 1 tonnellata. Altrettanto spettacolare il carro della Santa che, trasportato da 12
portatori, è realizzato in legno, ferro e vetroresina, pesa 4
tonnellate, è alto 7 metri, lungo 8 e largo 5. Ospita il simulacro
della Patrona, alto circa 3 metri, un'autentica selva di foglie in
lamina d'oro e d'argento e una Palermo in
miniatura, cittadella della devozione popolare, costruita in
polistirolo. L'affluenza è stata da record. Una fiumana di gente ha attraversato
il Cassaro, dalla Cattedrale alla Marina. Quasi quattro ore di musica,
canti, affabulazioni, che hanno portato nel cuore del
Mediterraneo gli echi suggestivi di culture lontane, dalla Slovenia a
Salonicco. Palermo, quindi, non è mancata al
tradizionale appuntamento con la sua Santa, ma alla devozione
popolare, alla fede e al sentimento religioso, si è unita quest'anno
l'inesauribile ricchezza di un vero e proprio evento "multietnico",
che ha regalato alla città una "lunga emozione meticcia". Il piano della Cattedrale è un gigantesco altare, prima buio, poi
illuminato dai bellissimi effetti cromatici ideati da Franco Ferrari:
i colori virano dal viola al rosso, sulle note di "Media Aetas",
con la calda voce solista di Antonella Morea. Glauco Mauri sta appollaiato al leggio, e recita i testi di Consolo,
Nostradamus, Paracelso, Borges. Sembra Omero, tutto bianco, dai capelli alla tunica, una sagoma
candida che si staglia contro uno sfondo che muta, e non nasconde
l'emozione: "Ogni volta che vengo a Palermo
scopro una città bellissima, animata dalla passione e dall'entusiasmo
di moltissimi giovani". Poi, a margine della sua esibizione al leggio, nella magica cornice
della piana della Cattedrale, ha raccontato le prime impressioni sul Festino
e sulla città: "Questa vostra tradizione esercita un fascino
indescrivibile. E' l'apoteosi di un sentimento popolare che ogni anno
è sempre più fertile e pieno di tenerezza". Inedite e bellissime le luci della Cattedrale, che per una sera si
spoglia del suo rigore normanno e sembra
un caleidoscopio di forme e architetture. Si è svelato così agli occhi di centinaia di migliaia di persone il
primo atto del Festino delle
contaminazioni, Santa Rosalia 2000, che non rinnega e anzi nobilita la
tradizione, ma con un omaggio dovuto alla modernità, con sonorità
antiche e ritmi moderni, come quelli proposti dai jazzisti di
Francesco Villani. Un'affluenza record di spettatori ha salutato la pièce di De Simone,
abile a fondere i temi tipici della tradizione e le sonorità moderne
evidenziate dagli interventi del Francesco
Villani Septet. Il prospetto della Cattedrale in ogni suo spazio è diventato così il
palco ideale per uno spettacolo che ha fatto della fusione e della
contaminazione il tema dominante. "La contaminazione del resto è una
delle caratteristiche di una città moderna e mediterranea quale è Palermo
- ha sottolineato il Sindaco Leoluca Orlando -. Il motto del
Festino 2000 per noi è sempre stato, sin da quando abbiamo
cominciato a progettarlo, meticcio è bello. La dimensione culturale di Palermo è
perfettamente rappresentata dallo stile dal suo Festino,
simbolo ormai di una crescita sociale e di quel rinascimento culturale
che tutto il mondo ci riconosce. La dimensione religiosa si intreccia con la ricerca delle radici
mediterranee di Palermo. Una città dove la diversità rappresenta un valore e dove vivono e
convivono, come del resto accade in tutta
la Sicilia, diverse culture, diversi colori, diversi odori del
Mediterraneo. Ecco perché il Festino, con la sua
struttura, con la sua spiritualità, con la sua capacità
spettacolare, ci aiuta a far coglier la nostra dimensione
mediterranea, una delle più grandi risorse di cultura e di economia
della nostra isola".
***
Con il corteo lungo il Cassaro a contendere alla Santuzza il fasto
del
tradizionale carro, avanza l'imponente macchina scenica dei bottari,
ovvero della pattuglia della Pastellessa di Portico di Caserta, trenta
suonatori che battono sulle loro percussioni sotto archi di palme,
oltre mille chili di vegetazione in tutto. Una delle curiosità maggiori del Festino
2000 è stato il corteo di sposi che ha attraversato il Cassaro al
ritmo degli ottoni di due fanfare balcaniche (la Karandjlia Brass Band
e la Mladenovic Orchestra). Con i carri sfilano i gonfaloni: quello della città, ma anche quello
di Campofelice di Roccella, comune gemellato con Palermo
nel culto di Santa Rosalia, e di Francesco Paolo Gravina, il Pretore
della Città, vissuto alla fine del
Settecento, "in odore" di beatificazione. Ai Quattro Canti, ecco il "prodigio e la liberazione"
secondo Vincenzo Consolo, scandito dalle percussioni da Alfio Antico e
dalla voce recitante di Virgilio Villani. Alle 23,54 il Sindaco sale sul carro "Viva Palermo
e Santa Rosalia", urla a squarciagola, chiamando a raccolta il
boato del pubblico. E' un urlo di gioia
che sancisce il legame tra sacro e laico, tra devozione religiosa e
passione popolare. Subito dopo il Primo Cittadino omaggia il simulacro della Patrona di
un grande mazzo di fiori. Al maestro De Simone, invece, il compito di "premiare" con
il suo apprezzamento la travolgente partecipazione della città:
"Ho visto un pubblico attentissimo che ha seguito con grande
tensione tutta la rappresentazione, applaudendo i singoli numeri degli
artisti - ha commentato il maestro - Una piazza gremitissima, con una
perfetta distribuzione della musica. Suggestiva quanto l'illuminazione
splendida della Cattedrale. Ho voluto dare un'interpretazione colta ma
semplice, per niente intellettualistica, ma nemmeno dal facile
consenso". Trionfa la tradizione sul carro dei bottari: "Questa nostra
esibizione fa parte di un preciso rituale liturgico dedicato a S.
Antonio Abate, tipico di Portici e Macerata. Il suo significato è
duplice, da una parte allontana il male, dall'altra rappresenta
l'iniziazione sessuale degli uomini". Il Festino di quest'anno ha segnato anche
il battesimo di fuoco per l'attore Alessandro Haber, per la prima
volta presente ai festeggiamenti in onore della Santuzza: "E'
un'esperienza unica, una festa popolare senza pari. Non solo ha il
grande merito di valorizzare il patrimonio artistico di Palermo,
ma riesce a tirar fuori tutta la passione".
***
Alla Marina è il Trionfo. Lo racconta in musica l'orchestra di Goran Bregovic, acclamato sul
grande palco dal mattatore della serata Pippo Baudo, gran maestro di
cerimonia e primo spettatore del Festino.
Ha infatti attirato un grande pubblico davanti al palco della Marina
dove era installato un maxi schermo, ma ha anche centrato un successo
televisivo senza precedenti per una diretta dedicata alla
manifestazione. "Amo questa città - dice il maestro Bregovic rivolto alla folla
- e ringrazio Palermo per avere dato la
possibilità di suonare la mia musica". Sul palco salgono anche il Sindaco Leoluca Orlando e l'assessore alla
Cultura Giusto Catania. "Ancora una volta - dice il Primo Cittadino - il Festino
ha rispecchiato in un continuo crescendo il cammino di una città che
vuole liberarsi da mali vecchi e nuovi, e prepararsi ad un futuro
migliore. Per i palermitani è un'occasione per guardarsi allo specchio e
chiedersi qual è la nostra anima. E' multietnica e la musica di
Bregovic parla alla testa, colpisce il cuore e fa muovere le
gambe". Quando scoppiano i fuochi d'artificio la città si ferma con gli occhi
in su verso il cielo. La notte si conclude lungo le vie e i vicoli della città, nel
tradizionale giro gastronomico dei palermitani, che per una sera
riscoprono i sapori veraci della "cucina di strada". Finisce la bellissima notte del 376° Festino,
graziata da una piacevole brezza leggera, ma per altri continua
1'avventura. Sono i giornalisti italiani e stranieri che hanno seguito la serata,
ma anche il popolo di Internet. Tra gli "inviati" illustri, infatti, quest'anno sono
arrivati "Kataweb" e "Brava Italia", portale di
informazione "on line" dedicato alla comunità italiana
all'estero. Su "Kataweb" e su "Brava Italia" le immagini della
rappresentazione sono in rete, così come nel sito "infosicilia.net".
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In totale, tra gli spettatori in diretta e il pubblico virtuale, si
può calcolare che il Festino 2000 è
stato fruito da 1 milione di persone, segno di un'ulteriore
commistione, quella della tecnologia, con la tradizione della
contemporaneità con un rito vecchio di quattro secoli. Dall'apprezzamento per "i colori ed il temperamento tutto
siciliano che si respira lungo le strade del
Cassaro", "all'atmosfera sacra e profana che assume la
Santuzza raccontata da ogni palermitano", "allo
straordinario gioco di luci che ha trasformato la Cattedrale in una
enorme cassata", ad un semplice quanto emblematico
"entusiasmante", il coro è unanime: il Festino
edizione 376 è piaciuto a tutti, giornalisti italiani e stranieri
alcuni in città per la prima volta, altri felici di rivivere
"questa esperienza sempre diversa". Conclusasi al Foro Italico, con le note di Goran Bregovic, la parte
dedicata alle manifestazioni "civili", é iniziata il giorno
dopo la parte religiosa delle celebrazioni per il 376° Festino
di Santa Rosalia, patrona di Palermo.
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Il Sindaco Leoluca Orlando ha partecipato, il giorno successivo, in
Cattedrale al solenne Pontificale in onore della "Santuzza"
presieduto dal Cardinale Arcivescovo di Palermo,
Salvatore De Giorgi. Il rito, al quale hanno partecipato oltre a numerosi fedeli, il
Ministro della Difesa Sergio Mattarella e le massime autorità civili
e militari della città, è stato concelebrato dai Vescovi di Acireale
e Piazza Armerina, Monsignor Salvatore Gristina e Monsignor Vincenzo
Cirrincione, e dal Vescovo Emerito di Cefalù, Monsignor Rosario
Mazzola. Al termine del Pontificale, il Sindaco si
è recato al Santuario di Santa Rosalia a Montepellegrino. Tenendo fede ad una tradizione da lui stesso avviata qualche anno fa,
Orlando ha deposto, a nome di tutti i palermitani, un mazzo di fiori
ai piedi della statua argentea della "Santuzza" che è
quotidianamente meta di moltissimi pellegrini. Nel pomeriggio dalla Cattedrale è partita la processione con la
"vara", l'urna contenente le reliquie di Santa Rosalia. Alla processione hanno preso parte tutte le Confraternite locali della
Chiesa palermitana e migliaia di fedeli che hanno formato due ali di
folla festante ed in preghiera. Dietro l'urna, il Cardinale Arcivescovo di Palermo,
Salvatore De Giorgi, accompagnato dal Sindaco Leoluca Orlando, dal
Presidente della Provincia Francesco Musotto e dalle massime autorità
civili, militari e giudiziarie della città. Al termine della processione, in Piazza Marina, il Cardinale De Giorgi
ha impartito la solenne benedizione a quanti hanno partecipato al
rito, soffermandosi nella sua omelia sui mali che affliggono la nostra
città, ma anche manifestando apprezzamento per "l'avviato
cammino di rinascimento" di Palermo. Sul piano della Cattedrale, alle 21,30 ha avuto, quindi, luogo
l'ultima manifestazione del Festino: Viva
la Rosa dell'Ercta, concerto di Sara
Cappello, con la partecipazione degli attori Stefania Sperandeo,
Francesco Catania e Marco Feo, per mescolare insieme "voci, canti
e suoni di festa". Il lavoro è frutto di due anni di studio sulle fonti della tradizione
popolare, ai quali la cantautrice si è dedicata per ricostruire la
storia terrena della Santa. "Una figura ancora poco conosciuta - spiega la Cappello - e alla
quale vogliamo rendere omaggio cantando la dolcezza della sua figura
femminile e la scelta coraggiosa di abbandonare la società
civile". Nel frattempo, nella chiesa di San Francesco Saverio all'Albergheria,
è stato presentato "Santa Rosalia e Petru Fudduni", il
nuovo lavoro del laboratorio teatrale
Femmine dell'Ombra. Lo spettacolo è stato articolato in tre momenti, che hanno visto
protagonista Franco Scaldati: un omaggio al poeta palermitano ormai
quasi dimenticato, con la riduzione de "La Rosalia"; con due
frammenti da "Santa e Rosalia" dello stesso Scaldati:
"La piccola Rosalia" e "Le Visioni di Pietro", con
Francesca Cognato, Aurora Falcone e Nunzio Pace: il vecchio Pietro
scrive una poesia dedicata a Santa Rosalia, nel desiderio che questa
possa ascoltarlo.
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"La straordinaria partecipazione dei palermitani e la capacità
di coniugare la gioia con la devozione hanno caratterizzato il Festino
di quest'anno". Con queste parole il sindaco Orlando ha reso il
significato della festa in onore della Santuzza. "E' una grande
emozione gridare "viva Palermo e
Santa Rosalia", e cerco sempre di superarla gridando molto
forte". Nel manifestare soddisfazione per la riuscita del
Festino, Orlando ha anche espresso ringraziamento a tutti gli
artisti che hanno dato vita alle rappresentazioni, all'orchestra e al
coro del Teatro Massimo, agli ideatori
Roberto De Simone, Vincenzo Consolo e Goran Bregovic, alle forze
dell'ordine e alla Polizia Municipale. Un particolare ringraziamento
il sindaco ha inoltre rivolto al personale dell'AMIA, che già alle
prime ore dell'alba aveva completato la pulizia delle strade del
Cassaro e del Foro Italico.
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