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             <<1^parte 
             Il Kent è un relitto
            ingannevole che, a prima vista, sembra essere più facile di quello
            che è in realtà. Si crede di poterlo visitare tutto in un'unica
            immersione, e ci si trova ad aver pinneggiato ininterrottamente
            senza aver potuto fissare l'attenzione su niente e con la riserva
            d'aria in forte diminuzione per via della quota. E' un relitto
            in cui d'estate è facile incontrare persone a corto d'aria per
            non aver bene valutato la tipologia d'immersione. Attenti quindi a
            non lasciarvi trascinare dal desiderio di esplorare tutte le sue
            curiosità in un'unica discesa. Il consiglio è di cominciare
            dalla poppa dove la possibilità di entrare e uscire dai vari
            ambienti vi susciterà emozioni fortissime. Date poi uno sguardo
            alle stive, facilmente raggiungibili al centro della nave perché
            completamente aperte come in un grande hangar e qui no fatevi
            tentare dal desiderio di incunearvi tra i sacchi di polietilene per
            sbirciare dietro, non ne vale la pena. Invece, prima di risalire
            lungo la cima che solitamente è fissata dai diving locali al centro
            del relitto, osservate il cassero di prua con la sua maestosa elica
            di rispetto addossata a una parete. Altra emozione è quella che va
            vissuta scendendo lungo la catena dell'ancora e pinneggiando poco
            più avanti per osservare i resti dei containers e quello che resta
            delle "pile" di corani che ancora vi risiedono all'interno
            e che in gran parte sono stati asportati dai tanti curiosi. Nessun
            rimorso comunque perché non si tratta che di copie di libri editi
            abbastanza recentemente (la copertina è in similpelle, le pagine
            con scritti colorati) e quindi di ben poco valore sul piano
            tipografico. 
            
             Accettate un
            consiglio: occhio al computer e ai tempi di decompressione perché
            la profondità e l'emozione di ciò che vedrete vi faranno perdere
            la cognizione del tempo! 
            Il golfo dove è
            affondato il Kent è un piccolo tratto di mare chiuso tra Punta
            Spadillo e Punta Forbice denominato "il firriato". Pur
            essendo una zona ristretta, questo tratto di mare riserva delle
            immersioni piacevoli e varie: a cominciare dal Laghetto di Venere,
            piccola insenatura formatasi in seguito a una grossa frana, separata
            dal mare aperto da grandi massi, tra i cui incastri sottomarini è
            possibile passare per uscire in mare aperto. Molto vicino al Kent,
            in direzione sud, si trova trova una serie di pinnacoli che da un
            fondo si 40-50 metri si ergono fino a una quota media di 20 metri. 
            La Secchitella della Tonnara, col cappello a 12 metri, cade con
            pareti verticali su un fondale degradante tra i 40 e i 50 metri e
            lì ci sono resti di ancore di tutte le età. Chi avesse voglia di
            avventurarsi da terra, scendendo dallo scivolo della tonnara, potrà
            immergersi lungo un fondale sabbioso in rapida discesa che conduce a
            una paretina attorno ai 42 metri, nella quale si apre una grotta, 
            chiamata Grotta dei Gamberi. 
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