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I finestroni di Isola

I fondali di Isola delle Femmine non smetteranno di stupirvi. Vi immergerete decine di volte attorno a questo grosso scoglio e ogni volta farete nuove scoperte... ovvero fascino del mondo sommerso che concede poca visibilità per costringerci a scoprirlo metro dopo metro, che impone permanenze brevi per non esaurire mai la nostra voglia di scoprirlo.

Ecco, uno dei tratti più belli di questi fondali che necessariamente per via della quota richiede più immersioni per essere interamente esplorato è quello dei cosiddetti "Finestroni", un gradino di roccia a -32 che guarda verso il golfo di Carini e si protende verso il largo correndo parallelamente al versante occidentale dell'isolotto da cui dista circa 1300 metri. Anche qui non si potrà fare a meno dell'ecoscandaglio per individuare il punto esatto in cui il gradino precipita a -47 m. mentre per essere sicuri di scendere sul tratto più bello della parete occorrerà allineare l'estremità meridionale dell'isolotto con l'ingresso delle gallerie sull'autostrada PA-TP.

Accettate infine un suggerimento: non abbiate fretta a immergervi sino a quando non sarete sicuri dell'ancoraggio; eviterete di ritrovarvi con l'ancora "penzoloni" sul blu quando avete già iniziato la discesa solo perché la corrente l'ha trasportata oltre il bordo della parete, ovvero vi troverete troppo lontani da quel prezioso limite perché un moto ondoso in senso inverso l'ha spostata in direzione dell'isolotto.

Ok, giunti al fondo, se non siete stati bravi ad ancorarvi proprio a pochi metri dalla "cigliata" seguite le bussola che avrete impostata prima di scendere e via in direzione della caduta dove vi aspetta uno spettacolo affascinante. Guardate oltre il bordo e avrete la sensazione di sporgervi su un giardino fiorito: il muro di roccia che si perde quindici metri più giù su un fondale di sabbia bianca interrotto a tratti da grossi scogli è interamente ricoperto da ventagli di gorgonie rosse (paramuricea clavata) e da piccoli rami di gorgonie gialle (eunicella cavolini) tra i quali si muovono nuvole di castagnole rosse (anthias anthias).

Cominciate a scendere lentamente senza lasciarvi prendere dalla voglia di toccare il fondo; mantenetevi entro i -40 e godrete il massimo dello spettacolo con la più lunga permanenza consentita da queste profondità. Scegliete inoltre di seguire la parete procedendo verso nord perché è in questo tratto che il fondale è più ricco, badando come di prassi a svolgere l'immersione dal basso verso l'alto (in questo caso in senso obliquo) in modo da ritrovarvi gradatamente e con margini adeguati dal limite di non decompressione sul bordo della parete nel punto dal quale siete partiti (un altro consiglio: lasciate un sacchetto di plastica pieno d'aria a segnalarvi questo punto prezioso e abbiate l'accortezza di recuperarlo prima di risalire).

Garantito che nei dieci minuti o poco meno che trascorrerete in parete avrete percorso il tratto più suggestivo dopo il quale la vegetazione si dirada, i colori si stemperano, l'animazione del paesaggio perde la vitalità dell'inizio. Sfruttate bene quindi quei pochi minuti di sospensione nel vuoto per scrutare con le lampade sotto i piccoli tetti di roccia, tra i fili delle reti ancora impigliate tra i massi del fondo e le rientranze; vi troverete cespugli di margherite di mare (parazoanthus axinellae), stelle marine rosse, piccole aragoste e la testa imbronciata di qualche murena che non vuole essere infastidita nemmeno dai raggi delle torce. Agli appassionati di fotografia diciamo di programmare più di una discesa in questo punto per coglierne le occasioni di immagini ravvicinate e non, macro, e avendo un/a modello/a disponibile le possibilità di ritratti e di foto d'insieme. Insomma ce n'è da poter accontentare tutti ma… occhio agli strumenti perché qui il tempo passa veloce e la risalita richiede il ritorno all'ancora se si vuol fare le cose come si deve.

Ok allora? Sognate gente, sognate e ancora una volta se la voglia vi prende e gli amici giusti vi mancano, noi di SUB Dive Adventure siamo qui pronti a darvi compagnia.

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