La “promisione” è il motivo fondamentale che spinge alcune famiglie del comune di Borgetto un paese agricolo sviluppatosi all’interno del declivio contrario ai monti della conca d’oro a continuare una tradizione popolarissima, che da secoli tutti gli anni, per il giorno di San Giuseppe, si ripete: “Le cene di San Giuseppe o Artari o San Giuseppe parati“.
Il ringraziamento al Santo Giuseppe per grazia ricevuta è fatto sotto forma di provviste alimentari e tutto quanto può essere utile ai tre bambini poveri che rappresentano la Sacra Famiglia.
Una consuetudine all’insegna della generosità che identifica il piccolo paese abbarbicato sulle montagne che guardano sul golfo di Castellammare.
Il pane, occupa un posto molto rilevante nella storia dell’umanità, esso riveste un significato sociale, religioso e sacro, simbolo fondamentale del lavoro umile del Santo, è preparato in diverse forme: la palma per ricordare la verginità della Madonna, mentre quello di Gesù bambino è a forma di buccellato che è un dolce tipico della gastronomia locale e che si prepara nel periodo natalizio, un cesto con gli attrezzi per il lavoro dei campi per rievocare l’operosità del Santo.
Il raso che comunemente è di color bianco, a volte può essere celeste per ricordare bambin Gesù, anch’esso viene raccolto o prestato per l’occasione.
Ai lati in allegra sequenza di colori e di fantasia si ammirano diversi vasi di fiori bianchi e gialli, i colori che richiamano lo stendardo del comune di Borgetto, abbelliscono l’altare.
Da un’antica casa del seicento si diparte una processione che si snoda per le vie della piccola cittadina, una piccola iconografia plastica formata da un asinello che trasporta la Madonna e il bambino Gesù tirato dal buon Giuseppe arriva sul sagrato della chiesa madre dove saranno benedetti i gruppi dei tre bambini destinati alle famiglie si recano alle mense precedute da un “tamburiata” mentre recitano delle “parti” in siciliano antico.
Per i Burgitani, le celebrazioni per San Giuseppe sono molto sentite, furono i vecchi progenitori del secolo scorso a volere esprimere gratitudine per intercessione di San Giuseppe a Dio.
Altri elementi rituali si manifestano per la sua devozione:la raccolta delle offerte alle famiglie indigenti, la sacra rappresentazione, l’accensione dei fuochi e la processione, che hanno luogo in diversi periodi dell’anno; la data della sua festa coincide con l’equinozio di primavera e a Borgetto s’identifica con l’inizio delle celebrazioni pasquali.
La visita alle mense inizia la sera del 18 marzo e si prolunga fino a tarda notte per proseguire l’indomani, un flusso enorme di gente invade le strade del piccolo paese per visitare le cene di San Giuseppe distribuite in varie case, le persone vengono da ogni parte della Sicilia e i visitatori curiosi distingueranno il più bello e meglio organizzato, all’occorrenza gli emigrati approfittano per rientrare e rivedere le mense.
Gli esuli americani nel quartiere Astoria di New York tengono alla stessa tradizione e ogni anno chi non può ritornare o manda i soldi o ripete con nostalgia le mense in quel lontano continente.
Apparecchiata al centro della stanza è la tavola per i tre bambini con la tovaglia più bella dove risaltano tre mezze arance tagliate a stella e tre pani di formato ridotto rispetto alle grandi forme poste sull’altare, il vino e l’acqua.
Ad ogni posto risiedono gli asciugamani ricamati con le frange che verranno utilizzate dai padroni di casa che imboccheranno i bambini “a pasciuta” e alla fine del pasto questi con le loro famiglie possono portarsi a casa tutte le provviste.
Chi organizza le mense le prepara o di tasca propria o con soldi ricavato dalla questua tra parenti, vicini,conoscenti e non, questi possono contribuire anche con cibi di ogni genere anziché con il denaro.
Ogni bambino impersona i personaggi della Sacra Famiglia,i primi tre bocconi di ogni pasto sono assaggiati per primo dopo di che è possibile che i presenti mangino anche loro purché si facciano imboccare e non si servano con le loro mani.
Il primo piatto servito è quello con la pasta con le sarde e la mollica, seguono le polpette di sarde o d’uova, quindi le fritture, in ultimo i dolci e per concludere la frutta fresca e secca.
Questa tradizionale manifestazione folkloristica-religiosa ormai da anni è entrata a far parte dell’itinerario turistico siciliano, si aspettano soltanto le autorità competenti a dar un impulso maggiore.