La “promisione” è il motivo fondamentale che spinge alcune famiglie del comune di Borgetto un paese agricolo sviluppatosi all’interno del declivio contrario ai monti della conca d’oro a continuare una tradizione popolarissima, che da secoli tutti gli anni, per il giorno di San Giuseppe, si ripete: “Le cene di San Giuseppe o Artari o San Giuseppe parati“.

cene9Scopo principale è quello caritatevole verso famiglie povere affinché non manchi mai il pane, si vuole che s’ invitino alla mensa tre bambini poveri, che rievocano la fuga di Gesù, Giuseppe e Maria dall’Egitto, ai quali viene servito il pranzo, tra canti e filastrocche dialettali.

Il ringraziamento al Santo Giuseppe per grazia ricevuta è fatto sotto forma di provviste alimentari e tutto quanto può essere utile ai tre bambini poveri che rappresentano la Sacra Famiglia.

Una consuetudine all’insegna della generosità che identifica il piccolo paese abbarbicato sulle montagne che guardano sul golfo di Castellammare.

I preparativi che iniziano mesi prima impegnano soprattutto le donne della famiglia che aiutate dai loro comparenti destinano una loro stanza di casa affinché si possa impostare l’altarino con la mensa ed il giorno di San Giuseppe possano essere visitate da gente che viene da fuori a cui vengono offerti pezzi di pane fatto in casa con olive.

Il pane, occupa un posto molto rilevante nella storia dell’umanità, esso riveste un significato sociale, religioso e sacro, simbolo fondamentale del lavoro umile del Santo, è preparato in diverse forme: la palma per ricordare la verginità della Madonna, mentre quello di Gesù bambino è a forma di buccellato che è un dolce tipico della gastronomia locale e che si prepara nel periodo natalizio, un cesto con gli attrezzi per il lavoro dei campi per rievocare l’operosità del Santo.

La stanza prescelta è interamente allestita in tutte le parti con del bianco tulle e di raso, è il bianco dei veli da sposa raccolti negli anni dalle famiglie, che intrecciati e arricciati tappezzano le pareti e il soffitto delle stanze creando un effetto luminoso.

Il raso che comunemente è di color bianco, a volte può essere celeste per ricordare bambin Gesù, anch’esso viene raccolto o prestato per l’occasione.

L’angolo che più risalta di bianco candore è l’altare sistemato nella parte centrale al di sopra una pedana contiene il quadro del Santo o la statuetta, dei gradini sempre ricoperti di tulle contengono le forme di pane lavorato dalle massaie alcuni giorni prima.

Ai lati in allegra sequenza di colori e di fantasia si ammirano diversi vasi di fiori bianchi e gialli, i colori che richiamano lo stendardo del comune di Borgetto, abbelliscono l’altare.

Il cibo da offrire ai tre bambini poveri sarà disposto in due lunghi tavoli a due piani addobbati ai lati dell’altare, sono esposte le più svariate pietanze, tre per ognuna di loro: dai dolci ai pomodori fritti, i prodotti dell’orto e generi alimentari di ogni tipo per finire con degli abiti nuovi e del denaro per ogni bambino.

Da un’antica casa del seicento si diparte una processione che si snoda per le vie della piccola cittadina, una piccola iconografia plastica formata da un asinello che trasporta la Madonna e il bambino Gesù tirato dal buon Giuseppe arriva sul sagrato della chiesa madre dove saranno benedetti i gruppi dei tre bambini destinati alle famiglie si recano alle mense precedute da un “tamburiata” mentre recitano delle “parti” in siciliano antico.

“Parti” che furono rimate da un poeta dialettale, Leonardo Errigo,d’allora ogni anno la sua famiglia per tradizione li recita, ad essa si è unita la famiglia Liparoto che per devozione recita le “parti” senza alcun compenso.

Per i Burgitani, le celebrazioni per San Giuseppe sono molto sentite, furono i vecchi progenitori del secolo scorso a volere esprimere gratitudine per intercessione di San Giuseppe a Dio.

Il suo culto è diffuso in moltissimi paesi della Sicilia in alcuni ne è il patrono , egli svolge un ruolo ben determinato, quello di essere il protettore degli orfani e delle ragazze nubili, il santo protegge soprattutto i poveri, ed è per questo motivo che esiste l’usanza di preparare il pranzo sacro offerto ai bisognosi e agli orfani.

Altri elementi rituali si manifestano per la sua devozione:la raccolta delle offerte alle famiglie indigenti, la sacra rappresentazione, l’accensione dei fuochi e la processione, che hanno luogo in diversi periodi dell’anno; la data della sua festa coincide con l’equinozio di primavera e a Borgetto s’identifica con l’inizio delle celebrazioni pasquali.

Egli rappresenta il padre, il patriarca : il saggio con la fluente barba bianca che emana rassegnazione,l’artigiano ma soprattutto il pater familias figura centrale che la tradizione siciliana attribuisce al capo del nucleo più elementare che è la famiglia.

La visita alle mense inizia la sera del 18 marzo e si prolunga fino a tarda notte per proseguire l’indomani, un flusso enorme di gente invade le strade del piccolo paese per visitare le cene di San Giuseppe distribuite in varie case, le persone vengono da ogni parte della Sicilia e i visitatori curiosi distingueranno il più bello e meglio organizzato, all’occorrenza gli emigrati approfittano per rientrare e rivedere le mense.

Gli esuli americani nel quartiere Astoria di New York tengono alla stessa tradizione e ogni anno chi non può ritornare o manda i soldi o ripete con nostalgia le mense in quel lontano continente.

A Borgetto le mense con l’altare possono essere di due tipi: “parati” cioè la stanza in cui è occupata per intero è sfarzosa e ricca di ogni ben di dio, “privati” cioè modesta con l’addobbo di una sola parete della stanza.

Apparecchiata al centro della stanza è la tavola per i tre bambini con la tovaglia più bella dove risaltano tre mezze arance tagliate a stella e tre pani di formato ridotto rispetto alle grandi forme poste sull’altare, il vino e l’acqua.

Ad ogni posto risiedono gli asciugamani ricamati con le frange che verranno utilizzate dai padroni di casa che imboccheranno i bambini “a pasciuta” e alla fine del pasto questi con le loro famiglie possono portarsi a casa tutte le provviste.

Chi organizza le mense le prepara o di tasca propria o con soldi ricavato dalla questua tra parenti, vicini,conoscenti e non, questi possono contribuire anche con cibi di ogni genere anziché con il denaro.

Ogni bambino impersona i personaggi della Sacra Famiglia,i primi tre bocconi di ogni pasto sono assaggiati per primo dopo di che è possibile che i presenti mangino anche loro purché si facciano imboccare e non si servano con le loro mani.

Il primo piatto servito è quello con la pasta con le sarde e la mollica, seguono le polpette di sarde o d’uova, quindi le fritture, in ultimo i dolci e per concludere la frutta fresca e secca.

Questa tradizionale manifestazione folkloristica-religiosa ormai da anni è entrata a far parte dell’itinerario turistico siciliano, si aspettano soltanto le autorità competenti a dar un impulso maggiore.

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