Salvo le debite eccezioni, a Palermo oggi di antiquari ne esistono ben pochi, il fascino degli oggetti di pregio che meritano tale collocazione se ne vendono pochi ed in negozi qualificati per fortuna da poche persone veramente competenti.

Ad attivare questo florido mercato sono stati sempre un folto gruppo di operatori nel settore del “trovarobato” che anticamente avevano un loro punto di riferimento che era il cortile “cascino”, ubicato in appezzamento di terreno all’interno di via D’Ossuna.

Ma in questo settore un posto meritevole di questo appellativo è da sempre il “mercato delle pulci” impiantato negli anni cinquanta in un slargo venutosi a creare dopo la sistemazione ottenuta con la demolizione del reticolo murario cinquecentesco, oggi piazza Domenico Peranni, intitolata all’ex sindaco di Palermo che governò verso la fine dell’ottocento, dopo che i rigattieri facevano mercato a piazza Marmi.

Limitrofo ad esso si ritrovano tra il corso Alberto Amedeo e la via Papireto tutta una serie di negozi di antichità, che come una grande fabbrica concentra il suo prodotto in unico centro, ed attorno ad esso gravita il suo indotto, in questo caso: restauratori, antiquari veri e propri, falegnami ebanisti e tutto quel piccolo mondo che gira intorno all’antiquariato.

Il periodo bellico ha favorito la nascita di questo mercato che ha continuato fino ai nostri giorni, per arrangiarsi e sbarcare il lunario la gente si vendeva gli oggetti trovati tra le macerie e quelli di casa propria.

La piazza composta da una strada centrale ad attraversamento con ai lati due marciapiedi alberati, ha dato la possibilità a questi rigattieri di stazionare sopra le banchine, i propri oggetti all’interno di casupole in legno e lamiera utilizzando come principale sostegno la presenza degli alberi, prestando così a poco a poco corpo a quello che ormai tutto il mondo conosce come il mercato delle pulci di Palermo.

L’attraversamento stradale, consente ai visitatori di scrutare, cercare, mercanteggiare e acquistare di tutto: pezzi autentici, anticaglie, patacche, quadri, libri e soprattutto mobilio antico e ristrutturato con pezzi vecchi secondo un certo stile.

“Lavamanu” di ferro smaltato con “vacili e bucali” che a volte era anche in pesante maiolica, di solito completava l’arredamento “d’u ritre”, quando nelle case non c’era ancora l’acqua corrente, oggi si utilizza per decorare le camere da letto.

Si trovano cassapanche (casciabbancu), mobile composto dalla cassa e dal sedile, o semplicemente “cascia” che anticamente contenevano la biancheria da corredo, “bastunieri”(attaccapanni) di legno tornito, tavoli “tunni” e “mizzini” quest’ultimi costituiti da due mezzi tondi, alle volte resi ovale con l’inserimento di un tavolino rettangolare.

Quadri con cornici dorate, statuette di bisquì, orologi di ogni tipo e d’epoca, lumi antichi, già a petrolio trasformati con tanto di portalampada e filo per la luce elettrica, “ducesse” (poltrone), librerie, “siggie” (sedie) di Vienna, lampadari, “sufà” (divano) foderati di “damasco”, angoliere, “funografi”, “scritturi” (studio) dove era sistemato “u scagnu” che in tre dei lati, i due corti e quello lungo posto lontano da chi si sedeva per scrivere, era cinto da una balconatina a colonnine tornite, “guardaroba” dove si conservavano i vestiti delle stagioni passate, stoviglie di uso giornaliero, letti di rame o di ottone con quattro “puma” dello stesso metallo o di vetro colorato, prevalentemente azzurro e ornato “ o capizzu” di angeli, nastri e fiori dello stesso metallo, fuso.

Letti di lamiera smaltati con intarsi di madreperla, tipici dei primi del novecento siciliano, “tulette” ballerina con la “balata” di marmo e con lo specchio girevole tramite l’asse orizzontale che il retro conteneva sempre una rappresentazione di una giovane donna ammicchevole.

Armadi, detto alla francese “ armariu”, con un unico e ampio sportello munito di specchio e con, sul fronte “u rabisco” in centro e “d’u puma” agli angoli anteriori.

“Rinalieri” (comodini) sicchi e luonghi, “capizzali” con la sacra famiglia in gesso ed a stampa, acquasantiere, sedie a dondolo di legno curvato e impagliata con paglia di Vienna.

“u portaserviziu” (cristalliera) che conteneva i servizi buoni, cassettoni (cantaranu) con “cascuni” ampi, il cui ripiano e rivestito di marmo, un tocco di francesismo è per il “comò” di ogni stile e tempo.

“Suttaspecchiu (consolle) e cifunera” (fr.chiffonnière), entrambi erano due mobili simili, con ripiano largo coperto da una lastra di marmo, il primo sormontato da un grande specchio con la cornice damascata (decorazione con l’inserimento di fogli oro o argento in un disegno intagliato) che si adagiava al muro e con un grande cassetto, il secondo senza specchio e con diversi cassetti correllata sopra il ripiano da una vetrina apribile da due vetri.

In mezzo a tanta mescolanza disordinata, si ci mette alla ricerca di suppellettili o arnesi liberty, divenuto di gran moda, dopo anni di immotivata esclusione, si valorizza tutto, il bello come il brutto.

Aperto tutti i giorni, festivo compreso, dalla mattina fino al tramonto, i rigattieri offrono ai visitatori e turisti la loro grande professionalità che anno acquisito nel tempo.

piazza_marina_mercato

Accanto a questo stabilizzato mercato, nei tempi sono nati altre realtà come l’appuntamento domenicale e festivo con il mercato di articoli antichi e di modernariato a piazza Marina, trasferitosi in parte da quello che si organizzava a piazza San Domenico e da quello vicino palazzo Butera che si trova nell’omonima strada, dove ogni domenica si riunivano un gruppo di persone non addetti ai lavori improvvisandosi antiquari pur di svuotare i propri alloggi da una lunga serie di oggetti pregiati e non.

Questo nuovo appuntamento ha concentrato vari mestieranti che oltre a vendere oggetti antichi e non, a volte introvabili, si ritrovano di modernariato, di numismatica e da collezionismo.

Curiosare tra le bancarelle allestite sui marciapiedi adiacenti l’ingresso principale di villa Garibaldi, si rivela più delle volte un’esperienza interessante.

Ricca è la scelta in tema di musica: dai dischi a 45, 33 e 78 giri, alle musicassette, all’obsoleto stereo otto, ai fonografi ai giradischi portatili anni sessanta, agli strumenti musicali; chitarre, fisarmoniche, armoniche, pianole ecc.

Assortite anche la scelta di macchine da cucire e varia l’offerta di piccoli elettrodomestici passati di moda.

Tra le proposte di libri, riviste, cartoline, monete, santini, stampe, francobolli, oggetti per la casa, chincaglieria e suppellettili, sarà possibile trovare anche pezzi di ricambio per vari oggetti tra cui automobili che si possono rintracciare anche antiche.

Affascinato, il visitatore di qualsiasi età troverà certamente l’oggetto che più gli farà ricordare qualche momento particolare: dai giocattoli di legno, di inizio secolo, di latta,, degli anni cinquanta e sessanta, alle figurine e ai fumetti datati, ai poster degli anni settanta.

Alla biancheria romantica per la casa, una nuvola di candidi pizzi e trine, finemente lavorati a “cinquecento” e a “filet”, sentimentali anche gli abiti da donna, di raso, velluto,shantung ecc.

Bambole antiche sono presenti sulle improvvisate bancarelle, nei loro ricchi abitini, ma anche l’assortimento di angioletti proposti in mille modi, ci si può imbattere nelle scatole anni cinquanta di latta che contenevano biscotti, caffè ed altri alimenti di famose marche.

Oggettistica preziosa come collane, monili d’argento, orecchini, orologi da polso e da tasca, sia per uomo che per donna, posaterie, alzatine, scatole d’argento e di altro materiale prezioso, naturalmente non mancano gli oggetti d’antiquariato e modernariato che alcuni propongono ricostruiti su commissione.

Una volta al mese, il sabato e la domenica, antiquari provenienti da tutta la Sicilia si danno appuntamento nella bella piazza adiacente villa Sperlinga, in uno dei quartieri eleganti della città, per dare vita a “Palermo in soffitta”, ritrovo che già da diversi anni si ripete puntualmente.

Ricca e varia è l’esposizione di oggetti d’antiquariato, è molto assortito il settore dei mobili, che oltre ai classici componenti d’arredamento (armadi, tavoli e sedie, comò, dal liberty al settecento e all’ottocento siciliano) propone complementi utili e futili, che non mancheranno di appassionare, come consolles, trumeau, cantoni, gueridon, vetrinette, cabinets; buona scelta anche di pianoforti d’inizio secolo e pianole.

Ben rappresentata l’oggettistica d’epoca, che vanta bellissimi esemplari dalle porcellane inglesi e di Delft, teiere di Sheffield e completi servizi da tavola.

In questo ritorno al passato acquistano pregio anche quelle cose che hanno caratterizzato la casa della nonna: spille, ventagli, cuscini ricamati e vari dipinti classici.

E’ presente una consistente gioielleria medio alta: anelli con pietre preziose, rubini e zaffiri, gioie in corallo e avorio, ambra antica, perle e argenti non disdegna la bigiotteria di un certo pregio.

Di più basso profilo il mercato dell’Albergheria tra il Corso Tukory e la via Castro dove giornalmente si svolge un’esposizione di tutto quello che rigattieri e robavecchiai raccolgono a seguito di dismissioni di case antiche. Possono qui trovarsi oggetti vintage interessanti come giradischi anni 70, radio a valvola, stoviglie e pentolame antico.

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