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a cura di C. Ossequio


La prima Palermo, Panormo (tutto porto)

Il nucleo più antico di Palermo sorse nel VII sec. a.C. ad opera dei Fenici, sulla piattaforma calcarenitica che si protendeva sul mare come una sorta di penisola chiusa a nord e a sud dai due fiumi Papireto e Kemonia. Il fertilissimo entroterra alle sue spalle ne faceva un luogo ideale per l’insediamento e così l’ampio golfo, che le valse il nome greco “Panormos” che vuol dire “tutto-porto”.

Il sito fu dapprima emporion fenicio, un scalo per lo scambio delle merci che circolavano nel Mediterraneo, e tra l’VIII e il VII secolo a.C. gli stessi Fenici di Cartagine (Punici) si rifugiarono a Palermo, Mozia e Solunto per l’avanzata dei Greci che avevano occupato la Sicilia orientale e premevano verso occidente. La città divenne importante base navale cartaginese nel V secolo a.C. durante il conflitto coi Greci e qui nel 480 approdò la flotta punica di Amilcare Barca (padre di Annibale) che fu in seguito sconfitta nella battaglia di Imera. Palermo rimase città punica anche all'epoca dell’attacco di Pirro. Durante le guerre puniche fu contesa da Cartaginesi e Romani, finché nel 254 fu occupata da questi ultimi, che la presero definitivamente solo quattro anni più tardi, in seguito alla vittoria del console Cecilio Metello sul generale cartaginese Asdrubale, che aveva schierato per l’occasione un potente esercito e numerosi elefanti. In più occasioni i Cartaginesi cercarono di riconquistare la città; Amilcare Barca, infatti, pose il suo campo sul monte Eircte, identificabile con il monte Pellegrino, da cui infastidiva continuamente i Romani, fino al suo ritiro a Erice.
Ben poco si sa della Panormus di epoca romana, in cui la città visse un periodo di pace, che terminò con la conquista da parte del generale bizantino Belisario nel 535.

Il luogo del primo insediamento fenicio-punico, la paleapolis, città antica, era compreso nell’area tra la piazza della Vittoria, il Palazzo Reale, il quartiere militare di San Giacomo e il palazzo arcivescovile e, nel VI secolo, fu circondato da una cinta di mura in blocchi squadrati di calcarenite disposti in filari regolari senza l’uso di malte, in alcuni tratti ancora visibile. Nel V sec. a.C. la città si estese verso il mare e fu incluso nelle mura il restante territorio della penisola, la neapolis (città nuova), che rimase divisa dalla paleapolis da un muro di cinta, oggi non più visibile.
Della città di epoca fenicia, chiamata Ziz (fiore), restano le mura, di cui i tratti più consistenti furono rinvenuti sotto le Sale Duca di Montalto nel Palazzo dei Normanni, in cui sono state scoperte delle fortificazioni del V secolo a.C., tra cui una porta della città e una postierla con torre angolare. Altri cospicui resti sono al Convento di Santa Caterina in via Schioppettieri, presso la Chiesa di San Cataldo e presso il cortile del Convento di Santa Chiara sulla Rua Formaggi.
All’età ellenistica risale un nuovo paramento murario realizzato in blocchi parallelepipedi di calcarenite (IV-III sec. a.C.).

Per quanto riguarda la sistemazione urbanistica della città punica sappiamo era orientata lungo un asse est-ovest (odierno corso Vittorio Emanuele), intersecato da strade minori parallele poste a intervalli regolari.
Al periodo compreso tra il V e il III secolo a.C. risale anche la vasta necropoli, che si estende nell’area compresa tra piazza Indipendenza, corso Pisani, via Pindemonte e via Danisinni e presenta sia il rito dell’incinerazione (con ceneri conservate entro anfora o altri vasi), sia quello dell’inumazione entro sarcofago litico con copertura a lastroni, a camera ipogeica e in fossa terragna. I corredi sono posti soprattutto all’esterno dei sarcofagi, salvo per alcuni oggetti personali e d’ornamento che attestano l’alto livello sociale raggiunto e i contatti fra punici e greci. Attualmente parte della necropoli è visibile all’interno della Caserma Tuköry, su Corso Calatafimi.

Nell’età romana l’impianto urbanistico rimase sostanzialmente lo stesso, ma la città fu arricchita di edifici pubblici (abbiamo notizia della presenza di un teatro, un anfiteatro e un circo non ancora individuati) e privati (domus). L’asse stradale principale, il cardo della città romana, ricalca il Corso Vittorio Emanuele e il Corso Calatafimi; da questo partivano numerose strade perpendicolari (decumani) ancora individuabili nelle strade del centro storico, secondo lo schema già adoperato in epoca punica. Si suppone che il foro occupasse l’area della Cattedrale.

Resti di una certa rilevanza sono quelli scoperti tra il 1868 e il 1915 in Piazza della Vittoria (Villa Bonanno). Si tratta di due domus che si presentano disposte parallelamente.

La casa A si estende da nord a sud (circa 80x22 m.). E’ una ricca domus in cui sono visibili sale e peristili con pavimenti musivi. Dopo un atrio, si entra in un ambiente di passaggio con mosaico pavimentale raffigurante il trionfo di Nettuno (II sec. d.C.), mentre in una sala con colonne corinzie si poteva ammirare il mosaico detto «delle Stagioni», dalla complessa allegoria che rimanda alla sfera orfico-dionisiaca, con medaglioni ottagonali che racchiudono le immagini di poeti, Nereidi, venti e stagioni. Seguono altri ambienti con pavimenti musivi a scacchi bianchi e neri in situ e la sala col mosaico di Orfeo (fine III sec. d.C.), fiancheggiata da due ambienti con mosaici a motivi geometrici. Alcuni di questi mosaici sono conservati al Museo Archeologico “A. Salinas” di Palermo (Mosaici di Nettuno, di Orfeo, delle Stagioni). Al centro del peristilio è una grande vasca circolare con interno in cocciopesto. A sud di questo edificio sono stati parzialmente scavati ambienti con funzione termale di età Severiana (II-III sec. d.C.).

La casa B è di dimensioni minori e non è stata completamente scavata. Presenta un grande peristilio con colonne in calcare e altri ambienti laterali di varie dimensioni. La sala principale è decorata con un mosaico pavimentale raffigurante una caccia al cinghiale che riproduce una pittura del IV secolo a.C. realizzata in Macedonia, ed è incorniciata da motivi vegetali, animaleschi e da maschere teatrali.
Nelle aree suburbane della città antica (Passo di Rigano, Sant’Erasmo, Luparello di Baida) sono state scoperte delle ville di epoca romana.


La zona della Necropoli punica

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