A 74 km. da Palermo, il sito di Cefalù 
            deve probabilmente il nome alla sua morfologia, che lo fa 
            assomigliare a una testa a strapiombo sul mare. 
            
            Riguardo alle fasi 
            più antiche abbiamo solo notizia di insediamenti risalenti al 
            Paleolitico Superiore rinvenuti nell’area montuosa alle sue spalle, 
            mentre le tracce più antiche trovate sul promontorio costiero su cui 
            sorge il centro moderno risalgono al 396 a.C.,  come conferma la 
            notizia, riportata dallo storico Diodoro Siculo, di un trattato tra 
            la città di Cephaloedium e il condottiero cartaginese 
            Imilcone.  
            
            Sempre dalle fonti 
            antiche sappiamo che nel 307 a.C. la città subì l’occupazione di 
            Agatocle di Siracusa e nel 254 a.C. fu sottomessa definitivamente 
            dai Romani.
            
            Nel paese, in 
            piazza Garibaldi e verso il mare, sono visibili ampi tratti di 
            mura ciclopiche; in un luogo panoramico, posto in cima a 
            un a rupe, si trovano i resti del tempio di Diana, costruito 
            in grandi blocchi di pietra e nei pressi di una cisterna, il cui 
            tetto è sostenuto al centro da una colonna. Secondo gli archeologi 
            si tratta di un santuario precedente l’occupazione greca dell’area, 
            e infatti, i reperti lo daterebbero ai secoli IX-VIII a.C.  
            
            Sotto la Chiesa 
            Matrice sono stati identificati resti di un edificio di epoca 
            romana, non bene identificato.
            
            Merita una visita 
            il Museo Mandraliscà, in cui sono conservati reperti di eccezionale 
            pregio, tra questi un cratere di fattura locale su cui è la scena di 
            una vendita di tonno.