Il 4 giugno scorso al Circolo di Cultura Italia, che si trova in piazza Vittorio Emanuele a Monreale, sì è discusso sulle origini della cassata e del suo evolversi nel tempo. I due esperti che hanno raccontato la storia della cassata sono stati il professor Lillo Aricò e il medico Salvatore Demma. Il pasticcere pluripremiato Nicola Venturella, membro del direttivo dell’Accademia Sicilia, per celebrare l’evento e deliziarci con la sua bravura ha realizzato una cassata siciliana dalle misure esagerate.

La storia della cassata si perde tra il mito e la realtà, proprio come ha spiegato il dottor Demma troviamo tracce della cassata già ai tempi di Enea, dove i pastori del Lazio preparavano dei piccoli dolcetti a base di ricotta cotti al forno. Secondo altri vece la cassata ha origine araba, infatti, la leggenda narra che il cuoco personale dell’emiro Ja’far la inventò per avere in salvo la vita. Tra il 1200 e il 1300 la ricetta della cassata siciliana torna a Palermo tramite una suora. Tra i prodotti che le suore vendevano ogni domenica, arrivò anche la cassata. Nel 1575, durante il sinodo a Mazara del vallo, dal vescovo di Mazara, la cassata fu definita come il dolce irrinunciabile della pasqua, proprio per la sua forma che richiama il susseguirsi dell’alba morte e risurrezione, vista come un simbolo profano è denominato il Sole di Vita. Il vescovo ne vieta la produzione nei conventi perché le suore erano distratte con la preparazione dei dolci dalla preghiera. Con il passare del tempo la ricetta della cassata si è piano piano modificata ad esempio fu aggiunto il cioccolato o lo zucchero al posto del miele.

Il professore Aricò spiega che nell’abazia di San Martino delle Scale si trovano, negli scritti del 1300 delle tracce della cassata. La cassata però va distinta in due tipi la cassata e la cassata siciliana, la prima è composta da un involucro di pasta frolla con all’ interno la ricotta, la seconda invece realizzata con il pan di spagna, ricotta e canditi ha un origine più recente. Fu Salvatore Gulì a portare la ‘’sua’’ cassata all’esposizione di Vienna del 1873, sua perché troviamo per prima volta la presenza di frutta candita. Inoltre la cassata siciliana cominciò a divenire popolare in tutta Europa anche grazie ai Florio, che in varie occasioni stupirono i loro invitati con la cassata e così la cassata di Gulì fu richiesta in tutta Europa.

Non si può affidare a nessuno la patria potestà della creazione della cassata, ma la collaborazione tra i popoli ha fatto si che i sapori si mescolassero creando un dolce tutto siciliano, che ci è invidiato in tutto il mondo.

Inoltre l’evento va a incastonarsi nel periodo in cui il circolo si è adibito a caffè letterario per le scuole e per i cittadini. Ha inoltre partecipato il vice presidente dell’associazione “con.vi.vi l’autismo” Santina Alduina e il vicepresidente del parlamento internazionale della legalità, Salvatore Sardisco, che ha esposto le varie proposte, arrivate al parlamento della legalità per il nuovo anno scolastico, tra il quale una bambina chiamata a essere “assessore per un giorno” ha proposto di portare un giorno “il nonno a scuola” come testimone pilastro della famiglia che con il suo vissuto può essere testimone e maestro di vita.

Asja Albano

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