Con i suoi quasi 53000 ettari, il comune di Monreale è forse il più esteso d’Europa.
Oltre al centro storico comprende anche le frazioni di San Martino delle Scale, località di villeggiatura immersa nei boschi che, oltre ad ospitare l’abbazia dei Benedettini, conta numerose ville dove molti palermitani si recano per trovare un po’ di refrigerio nelle giornate estive di torrido scirocco.
Il Castellaccio
La sede arcivescovile e il monastero vanno difesi adeguatamente, e così sulla sommità del monte Caputo, probabilmente utilizzando un forte preesistente, nel XII secolo i normanni erigono il castello di San Benedetto, l’unico esempio nella Sicilia occidentale di monastero-fortezza. Chiamata Castellaccio, la fortezza è ben armata: la cinta muraria con le sue monofore ad arco ogivale protegge l’interno, organizzato come un monastero, un convalescenziario e una chiesa. Quattro grandi cisterne, tuttora funzionanti, raccoglievano l’acqua piovana. Il forte subì numerose devastazioni, specialmente ad opera delle milizie dei Chiaramonte, che si vendicarono così di alcuni frati che volevano affidarlo ai catalani, loro avversali.
Abbandonato nei secoli successivi, è stato restaurato nel 1898 dall’architetto Giuseppe Patricolo. Raggiungibile attraverso l’antico sentiero tortuoso, una mulattiera che sale a zig zag, il Castellaccio è oggi sede di un rifugio gestito dal Club Alpino Siciliano. Ospita alcuni posti letto ed una cucina rustica e si può visitare il sabato e la domenica.
Una visita merita anche l’acquedotto romano di Aquino, sito a 170 metri sul livello del mare, lungo la strada per Altofonte.
Pioppo, una ridente frazione il cui abitato si snoda lungo la strada provinciale: Pezzingoli, anch’essa località di villeggiatura. Grisì, che si inerpica sul monte e ai cui piedi si trova il lago omonimo. E proprio l’incontaminato lago di Grisì recentemente e diventato famoso perché trampolieri, cicogne ed altri esemplari della fauna avicola di passo, affollano il lago verso la fine di settembre.
Grazie alla sua grande estensione, il territorio monrealese è assai variegato.
Dagli insediamenti per la villeggiatura, che molti palermitani hanno trasformato in residenza stabile, alle aree attrezzate sparse qua e là nelle zone boschive, dalle pinete di Casaboli e di Aglisotto, nei pressi di Pioppo, ai boschi di conifere di San Martino, ai boschi di latifoglie della Ficuzza intorno alla casena di caccia di Ferdinando I.
Poco lontano da quest’ultima, sulla statale che conduce a Corleone, sorge poi il complesso monastico di Tagliavia, di grande interesse storico.
Numerosi sono inoltre i bagli intorno ai quali si svolgeva – e in parte tuttora si svolge – l’attività agricola degli abitanti.
Due borghi destinati ai contadini sono stati realizzati negli anni Trenta, Borzellino e Borgo Schirò, quest’ultimo recentemente dipinto ad opera degli studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Palermo.
Passeggiando nelle campagne monrealesi si incontrano edicole votive, abbeveratoi, fontane. Può capitare anche di imbattersi in un pastore che sta montando la ricotta.